È bastato l’impensabile successo dei “grullini”, alle amministrative, per mandare in completo stato confusionale i partiti tradizionali
e far saltare i nervi ai mestieranti della politica.
Poiché, decifrando i risultati elettorali nessun
partito può affermare con onestà di aver vinto, ecco che il terrore si è
impossessato dell’intero schieramento parlamentare, da destra a sinistra
passando per il centro.
Come se non bastasse, a completare il quadro contribuisce
anche il continuo susseguirsi di sondaggi che indicano come costante la crescita del
consenso popolare verso il movimento del “Grullo”
genovese.
Questo non fa che accrescere sempre più l’angoscia e la disperazione
dei politici nostrani.
Prendiamo, ad esempio, Antonio Di Pietro ed il suo partito
IdV, tra le cui file è stato eletto perfino un certo Domenico Scilipoti, più
noto come il “peripatetico di
Montecitorio”.
Balzato all’onore delle cronache agli inizi degli anni ’90,
nei giorni delle inchieste e dei processi di “tangentopoli”, Antonio Di Pietro si fece notare subito per i suoi modi di
fare e per il suo linguaggio da arruffapopoli con la toga.
Il suo modo di dire inquisitorio “che c’azzecca” entrò nel linguaggio comune e non credo che ci sia
italiano che non lo abbia pronunciato con ironia almeno una volta.
Era un tribuno demagogo in quel tempo ed è rimasto tale
anche dopo essere diventato parlamentare.
Il linguaggio rabbioso e colorito ha continuato a caratterizzare
i suoi interventi in Parlamento così come le sue dichiarazioni ai media.
Portato ad inveire contro tutto e tutti ma incapace di costruire
e proporre in modo democratico alternative concrete, è stato, di fatto, l’antesignano
del “Grullo” genovese.
Per di più, frequentando il “palazzo”, ne ha assimilati gli imbarazzanti usi e costumi.
Non è casuale, perciò, se oggi ad alimentare i suffragi al “grullismo” siano proprio ex elettori
dei due partiti più antidemocratici e sconclusionati che siano presenti in
Parlamento, IdV e Lega, quella di “Roma
ladrona”.
Ne troviamo conferma proprio nel recente studio condotto dall’Istituto
Cattaneo di Bologna.
La disperazione di Antonio Di Pietro, quindi, nasce proprio dalla
consapevolezza che la sua immagine di arruffapopoli è al crepuscolo, scalzata dal
crescente consenso riscosso da “Grullo”.
L’incubo di non riuscire a sopravvivere a questo tsunami spinge Di Pietro
ad infierire anche contro quella che potrebbe rappresentare la sua unica ciambella
di salvataggio, cioè un problematico sodalizio con il malfermo Partito
Democratico.
Le parole pronunciate, ieri, da Antonio Di Pietro di fronte ai
delegati FIOM rappresentano la spia del suo reale stato di disperazione.
9 commenti:
non tacciamo di demagogia l'unico che combatte i delinquenti in parlamento,
condivido in pieno
Sono d'accordo con anonimo, aggiungo che almeno non si è calato le braghe verso il governo tecnico come ha fatto il PD (Bersani) il paladino dei poveri ma quale paladino dei poveri non ha fatto nessun respiro sulle tasse e imu sui poveri ma mi faccia il piacere peggio degli altri non li nomino perchè almeno sappiamo che sono paladini dei ricchi almeno Di Pietro e Grillo la realta delle cose le dice in faccia chiaramente davanti a tutti.
Il problema vero è che in politica tutti "dicono" poi "non fanno" ! Di Pietro e Grullo hanno in comune un regista, la Casaleggio Associati che dice loro cosa e come dire... ma non suggerisce cosa fare perché i veri padroni del vapore hanno solo bisogno di arruffapopoli !
Di Pietro è l' unico politico degno di sedere in Parlamento.
"Per di più, frequentando il “palazzo”, ne ha assimilati gli imbarazzanti usi e costumi"
Puoi suffragare queste tue affermazioni? O bisogna etichettarle "senza fonte", come si fa su Wikipedia?
Sarà pure un arruffapopolo, ma direi che il Tonino nazionale è molto, molto, molto più onesto di tanti politici (inquisiti e condannati, fonte http://www.stopcensura.com/2010/08/ecco-la-lista-degli-indagaticondannati.html) che razzolano in Parlamento.
Marco
Se Di Pietro è innanzitutto un politico e poi è l'unico politico degno di sedere in Parlamento... allora vuol dire che l'Italia è proprio ridotta alla disperazione !!!
non toccate "DI PIETRO"
Premesso che puoi leggere tutti i post di questo blog e non troverai nemmeno una parola in difesa di indagati e condannati... anzi li cito sempre con nome e cognome come ho fatto anche il 6 giugno (vedi "Caimani, grilli, struzzi e pavoni...").
Per quanto riguarda invece il boss Di Pietro ha pensato bene di far eleggere in Molise, suo figlio Cristiano esattamente come ha fatto Bossi con il "trota".
Inoltre, il furbetto ha creata una associazione che, guarda caso, si chiama "Italia dei Valori", esattamente come il partito, e sulla quale sta indagando la procura di Roma perché sembrerebbe che parte del denaro pubblico dei rimborsi elettorali sia finita all'associazione e non al partito.
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