Dalle agenzie di stampa si apprende che a Serravalle
Pistoiese tra Susanna Camusso, segretario CGIL, e Giorgio Squinzi, presidente Confindustria
è scoppiata una travolgente cotta.
Un “coup de foudre”
così sorprendente che ha lasciati sconcertati, increduli ed anche un po’
incazzati, quegli stessi imprenditori che, solo poche settimane prima, avevano
dato il loro voto a Squinzi perché si desse da fare come presidente
confindustriale.
Invece è successo l’imponderabile !
Appena gli occhi di Squinzi hanno incrociati quelli
cerulei della sindacalista “pasionaria”
, i modi civili ed il linguaggio equilibrato, che ci si attenderebbe dal massimo
esponente della classe imprenditoriale, si sono volatilizzati.
Ebbene si, ammaliato dalla Susy il Giorgio ha perso il
lume della ragione e del buonsenso.
Che la Camusso sia da sempre una “barricadera”, rimpinzata di ideologia, pronta a contestare tutto e
tutti con un linguaggio di certo né caramelloso né equilibrato, non è una
sorpresa.
Ma che Squinzi decidesse di dialogare con la Camusso
usando un linguaggio altrettanto destabilizzante, questo si che è un fatto
imprevedibile.
A dire il vero il presidente confindustriale aveva già sfoggiata
una anteprima del suo lessico poco diplomatico quando, giorni prima, aveva
definita “una boiata” la riforma del
mercato del lavoro, senza peraltro motivare i perché di questo suo durissimo giudizio.
Sputare giudizi senza motivarli non è sintomo di saggezza
e serietà, soprattutto se si ricoprono importanti ruoli di rappresentanza.
Questa volta, però, Squinzi è andato ben oltre facendo suo
il lessico tanto caro alla “pasionaria”
come, ad esempio “macelleria sociale”
!
Sarebbe intrigante sapere, a questo proposito, se, nel
corso del loro amplesso appassionato, Squinzi e la Camusso si siano trovati in
sintonia anche sull’art. 18, sul quale le valutazioni di Confindustria e CGIL
erano, fino ad ieri, assolutamente antitetiche.
Ah … l’amore che sa fare !
Purtroppo per Squinzi la sua “cotta” per la Susy “pasionaria”
non è stata apprezzata da autorevoli personalità del mondo imprenditoriale che
hanno manifestati giudizi non proprio benevoli nei confronti del loro
rappresentante.
Il presidente della Ferrari, Montezemolo, è stato il primo
a commentare usando parole molto dure: «Dichiarazioni come quelle di
Squinzi, sia nel merito che nel linguaggio, non si addicono a un presidente di
Confindustria, fanno male e sono certo che non esprimono la linea di una
Confindustria civile e responsabile».
Con lo stesso tono severo, usato da Montezemolo, anche
le dichiarazioni di altri esponenti confindustriali.
Vorrei, però, andare oltre le parole di Squinzi che,
incredulo, ho ascoltate e riascoltate più volte.
Giorgio Squinzi è un bergamasco doc.
Le parole da lui proferite a Serravalle Pistoiese hanno
gli stessi contenuti e la stessa intonazione dell’intervista che in quelle
stesse ore, a poche centinaia di chilometri, stava rilasciando a Sky TG24 il
neo segretario della Lega, Roberto Maroni. Come se fosse un copione comune !
Sarà una pura coincidenza, oppure tra Squinzi,
Maroni e la Lega c’è qualcosa più della semplice conoscenza personale ?
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