mercoledì 25 luglio 2012

To vote or not to vote... this is the problem


In Italia è il momento di fare nostro il dubbio amletico attualizzandolo : "votare o non votare... questo è il problema !".
Infatti, nelle segrete stanze di tutte le segreterie dei partiti si sta rimuginando sulla possibilità di andare al voto in autunno.
Anzi, qualcuno ha già perfino ipotizzata la data, il 4 novembre ! 
Una data, una ricorrenza, la memoria della vittoria nel conflitto del 1918, ma anche il ricordo di 689.000 italiani caduti sul campo.
Per questo i segretari di partito più superstiziosi sono ricorsi agli scongiuri, temendo che questa volta il 4 novembre possa officiare  la loro caduta sul campo.
Certo è che nei partiti serpeggia una indecisione angosciante.
Ad esempio, uno che non ha mai digerito il Governo Monti è senza tema di smentita il pidiellino Guido Crosetto che, oltre a non avergli mai votata la fiducia ne ha sempre criticato aspramente ogni mossa.
Ebbene, poche ore fa, proprio Guido Crosetto ha dichiarato che staccare la spina al Governo Monti in questo momento sarebbe una vera follia ed una sciagura per l'Italia.
A fargli eco alcuni politici, quelli meno sprovveduti, che sapendo di non potersi fidare dei sondaggi perché poco rappresentativi, in quanto più del 50% degli intervistati si dichiara indeciso o propenso all'astensione, sono scettici sul voto anticipato.
In più, l'incertezza sulla legge elettorale non aiuta; con il possibile ritorno del voto di preferenza quale peso avrebbero gli elettori nel contendere il potere di scelta alle segreterie dei partiti ?
Così come, ci si dovrà fare i conti con una soglia di sbarramento al 5% che potrebbe tagliar fuori forze politiche oggi presenti in Parlamento ?
E poi, il premio di maggioranza gratificherebbe solo il partito oppure la coalizione che risultasse vincitrice ?
Il PD, intano, fa castelli in aria confidando nel supposto 26/27% di consensi, accreditati dai sondaggi, e sembrerebbe propenso a votare in autunno per non perdere il treno di questo eventuale vantaggio.
Al suo interno, però, regna un tale caos tra le diverse anime che coabitano ma non convivono, da rendere incerto anche il quadro delle alleanze.
UDC si o UDC no ? SEL si o SEL no ? IdV si o IdV no ?
Dal canto suo, il PdL, scombussolato dal putiferio della ricandidatura di Berlusconi, frena sulle elezioni anticipate sia perché la ridiscesa in campo di Berlusconi non porterebbe alcun beneficio, secondo i sondaggi (quelli neutrali), sia perché la ricucitura con la Lega attuale, quella di Maroni e non più di Bossi, non risulta facile.
Peraltro, si mormora che Berlusconi, amareggiato per il valore nullo di una sua candidatura, stia esplorando la disponibilità di candidati di prestigio (Monti ?!?), ancora una volta noncurante di sputtanare il povero Alfano.
A sua volta l'IdV, dopo aver scimmiottato Grillo, ora è tormentata dalla preoccupazione che il "grillismo", quello originale, possa far man bassa dei suoi voti, per questo propenderebbe per andare subito alle urne, anche perché, se passasse la soglia di sbarramento al 5%, il rischio di restare fuori dal Parlamento sarebbe più che concreto.
Più o meno nella stessa situazione dell'IdV si trova anche la Lega sconquassata dagli scandali e dalle inchieste giudiziarie.
Non marginale la considerazione, poi, che, con il voto in autunno, sarebbero 290 i parlamentari, tra deputati e senatori, che non maturerebbero  il diritto al vitalizio.
Considerando l'avidità dei parlamentari questo potrebbe essere il vero deterrente al voto anticipato.
Sono convinto, comunque, che a tagliare la testa al toro sarà, a destra come a sinistra, la paura fottuta di governare un Paese in difficoltà, che li costringerebbe ad una campagna elettorale argomentata con promesse non da paese di bengodi ma di anni faticosi.
Per cui, credo, che Monti resterà a Palazzo Chigi fino al 2013, a meno
che il prolungarsi della paura fottuta non partorisca, poi, il progetto di un "listone di salvezza nazionale" per un "Monti bis.

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