In una impresa privata, quando il responsabile delle risorse umane (ndr.: una volta si chiamava "capo del personale") rileva che l'assenteismo, al netto di ferie e permessi retribuiti, ha superato il tetto critico del 4% o 5%, apriti cielo, sull'azienda cala una greve cappa di inquietudine.
In un anno il 4% o 5% di assenteismo equivale a 10 / 12 giorni effettivi di assenza dal lavoro.
Se, invece, alziamo il sipario sull'amministrazione pubblica scopriamo che il tasso medio di assenteismo è tra il 12% ed il 14% !
In pratica, nel pubblico impiego le assenza dal lavoro, al netto di ferie e permessi, vanno, cioé, da 24 a 34 giornate lavorative.
Questi primi elementi di raffronto sarebbero già sufficienti per far incazzare un qualsiasi cittadino, conscio che è con il denaro pubblico che sono pagati i dipendenti della pubblica amministrazione.
Ma non basta ! C'è dell'altro su cui riflettere.
I giornali hanno riportato, per anni, di decine e decine di denunzie formulate, dalle Fiamme Gialle o dai Carabinieri, nei confronti di dipendenti di ministeri, comuni, uffici pubblici, ospedali, poste, etc., colpevoli di aver abbandonato il loro posto di lavoro per fare shopping, accompagnare i figli in piscina, portare l'autovettura dal meccanico, giocare a calcetto, etc.
Inoltre, altri dipendenti della pubblica amministrazione sono stati colti in flagrante dalle Fiamme Gialle mentre timbravano il cartellino di colleghi per coprirne l'assenza dal posto di lavoro.
Perché ho voluto dilungarmi in queste premesse ?
1. Perché tutti noi cittadini siamo vittime di inefficienze e lungaggini della pubblica amministrazione.
2. Perché gli episodi citati evidenziano come parte delle inefficienze siano provocate dalla improduttività di molti dipendenti pubblici.
3. Perché corresponsabili di queste trasgressioni sono, di fatto, quei dirigenti che sono consenzienti o fingono di non vedere.
E' palese che le trasgressioni possono avvenire perché, negli uffici pubblici, non solo vegetano dipendenti abulici e scansafatiche, ma esiste anche la ridondanza degli organici.
Per questo non comprendo e non posso condividere le reazioni irragionevoli che si sono scatenate non appena è stata ipotizzata la riduzione del 20% della pianta organica dei dirigenti pubblici e del 10% di quella dei dipendenti.
Ieri sera, al ristorante, mentre mi soffermavo sulla pagina della spending review, un cameriere passando ha commentato "speriamo solo che non licenzino proprio quel 10% che lavora davvero !".
Saggezza del cittadino comune !
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