lunedì 5 marzo 2012

Il problema del PD ? ...Pierluigi Bersani

Milano, Napoli, Cagliari, Genova… ed oggi Palermo !
Se questa fosse la successione delle sconfitte di una squadra di calcio, il suo allenatore sarebbe stato cacciato a pedate e rincorso da frotte di tifosi incavolati.
Queste città, invece, costituiscono, per la politica italiana, l’eccezionale progressione delle disfatte in cui sono incappati tutti i candidati sostenuti da Bersani, non sfidando agguerriti concorrenti di PdL o UDC, … ma in casa loro, in bonarie primarie di partito.
A qualunque persona di buon senso già il primo insuccesso avrebbe suggerito una attenta riflessione sulle possibili cause della debacle e sui necessari interventi correttivi.
Invece al segretario del PD... no !
Bersani, trincerato nella sua insipienza, è andato incontro alla seconda, alla terza, alla quarta, ed oggi alla quinta disfatta.
Ebbene, che l’idea del PD, partito alternativo al centro-destra, fosse così stramba ed utopistica da far sorridere non solo gli addetti ai lavori, era evidente da anni.
In tutti questi anni, se i notabili del partito si fossero interrogati su cosa stava tenendo insieme una armata brancaleone formata da “ex” di ogni credo e colore, con onestà intellettuale sarebbero giunti all’unico responso possibile: “l’antiberlusconismo” !
Era prevedibile, di conseguenza, che nel momento in cui il “nemico numero uno” non avesse più dominato il proscenio politico, spaccature, dissapori, contraddizioni, da sempre rinviati, sarebbero esplosi con asprezza.
Come se già non bastassero le ferite esistenti, a versare ripetuto aceto sulle piaghe ci ha pensato l’incessante ondeggiare di Bersani tra posizioni contrapposte.
Ricerca il dialogo con UdC mentre continua ad amoreggiare con Di Pietro e Vendola, due barricadieri di mestiere, ora anche antagonisti al fianco dei “No Tav”.
Manifesta il convinto sostegno al Governo Monti, ma non disdegna il “lingua in bocca” con le posizioni massimaliste della Camusso.
Dichiara il cosciente disimpegno nei referendum (sul “porcellum” e su “acqua pubblica”) ma, di fronte a 1.210.466 firmatari, improvvisamente corregge la rotta e cerca di saltare sul carro dei vincitori.
Inevitabile, quindi, che di fronte ad un segretario del PD così “insicuro ed annebbiato” ogni possibile elettore di centro-sinistra rimanga disorientato ed amareggiato.
Per questo approfitta delle primarie per mandare un messaggio forte e chiaro appoggiando proprio i candidati che si presentino alternativi a quelli proposti da Bersani, un segretario ritenuto ormai non più credibile dalla maggioranza della base elettorale.
Di sicuro in un match di pugilato l’arbitro non attenderebbe il quinto KO per dichiarare concluso l’incontro !
Invece, a quanti altri KO dovrà ancora assistere quel che rimane dell’elettorato PD prima che i maggiorenti del partito si sveglino dal torpore e prendano le decisioni del caso ?

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