giovedì 29 marzo 2012

Un guazzabuglio tutto italiano


Sono trascorsi soltanto 12 giorni da quando affermavo, in questo blog, quanto fosse imprudente rallegrarsi perché  lo spread era sceso a 275 punti, ed ecco lo spread ritornato in un battibaleno a 345 punti.
Un rimbalzo di 70 punti con effetti immediati sui tassi d’interesse dei BPT e conseguente aggravio sui conti pubblici.
Ha ben voglia Mario Monti di andare in giro per il mondo, come un commesso viaggiatore, per tranquillizzare i mercati internazionali sul fatto che l’Italia ha imboccata ormai la strada del cambiamento e della modernizzazione.
Agli operatori finanziari, purtroppo, non sfuggono le notizie che giungono dal nostro Paese e che riferiscono di tensioni sia tra i partiti della arlecchina maggioranza che appoggia il Governo e sia tra alcuni partiti della maggioranza e lo stesso Governo.
Poiché due più due fa quattro anche per i mercati, ecco riacutizzarsi le preoccupazioni sull’affidabilità del nostro Paese di cui lo spread è il primo tangibile risultato.
Non solo, ma siccome all’estero sono consapevoli che, a differenza dei mestieranti della politica italiana, Monti è una persona seria che quando afferma di non essere disposto a “tirare a campare” saprebbe poi trarne le debite conseguenze, i mercati preferiscono stare alla finestra in attesa degli sviluppi.
D’altra parte Monti sa troppo bene che lunedì, rientrando a Palazzo Chigi si troverà sul tavolo molti nodi da sciogliere e non potrà procedere sempre e soltanto con voti di fiducia.
Non solo, ma Monti sa anche molto bene che per il Governo le insidie sono in parlamento, dove Bersani potrebbe contare sui voti di dipietristi e leghisti per bocciare la riforma del mercato del lavoro, ed Alfano potrebbe ricorrere all’appoggio dei leghisti per contrastare le norme anti corruzione.
Un bel guazzabuglio, acutizzato per di più dall’approssimarsi delle elezioni amministrative e dal fatto che i partiti vorrebbero aspettare i risultati del 6 e 7 maggio per decidere il da farsi.
Così, ancora una volta l’Italia è ostaggio delle sagrestie politiche più preoccupate dei loro interessi particolari che del bene comune.
È sorprendente, alla luce di questi fatti, che esista ancora qualche inebetito che si dica incredulo di fronte a sondaggi che indicano in quasi il 50% la quota di elettori che non intenda recarsi alle urne o che pensi di votare scheda bianca.

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