Il clima politico
e sociale in Italia, giorno dopo giorno, appare sempre più intossicato; purtroppo
!
C’è da augurarsi
che l’agguato teso ieri ad Alberto Musy, capogruppo UDC al Comune di Torino,
non riveli una matrice terroristica e che gli inquirenti sappiano fare luce
rapidamente su questo inquietante atto di violenza.
È certo, però, che
sono in troppi, per gretti interessi di bottega, a soffiare sul fuoco del già
difficile contesto generale.
Ogni giorno,
assistiamo, nostro malgrado, ad atteggiamenti, a dichiarazioni, a comportamenti,
da cui traspare il progressivo imbarbarimento delle relazioni ad ogni livello.
Mostrare il dito
medio all’avversario politico, indirizzare pernacchie al Capo dello Stato,
invitare ad utilizzare il tricolore come carta igienica sono solo alcuni esempi del diffuso e
tollerato decadimento della vita politica.
Come è altrettanto
inqualificabile che un ex parlamentare ed ex ministro della giustizia, oggi segretario
del PdCI, Oliviero Diliberto, si faccia fotografare, davanti a Palazzo Chigi,
mentre abbraccia divertito una signora che indossa una t-shirt con, in
grande evidenza sulle generose tette, la scritta “Fornero al cimitero”.
Se questi sono i
comportamenti di sedicenti leader e di individui che vagheggiano di ricoprire
incarichi di alto profilo nelle istituzioni della Repubblica, è inevitabile poi
che le frange più violente si sentano autorizzate a servirsi di ogni occasione
per dare sfogo alle loro pulsioni primitive.
Tra i molti che
hanno scelto di fare da mantici nell’alimentare il fuoco del disagio sociale ed
avvelenare il clima politico e sociale si agitano da tempo, nelle prime fila, Di Pietro,
Bossi, Vendola, Ferrero.
E' infatti molto grave
che a manifestazioni di inaccettabile e gratuita violenza partecipino anche politici, come è avvenuto in Val di Susa o come è accaduto a Roma pochi mesi fa quando la
città, per ore, è stata messa a ferro e fuoco.
Appoggiare i
violenti, giustificare le loro azioni, esaltare lo scontro sociale vuol dire gettare il Paese nel caos ed abdicare ad una convivenza democratica.
Fino a quando,
però, questo Paese e le sue istituzioni, saranno disposti a tollerare ed a
giustificare come atteggiamento goliardico il fatto che alcuni parlamentari ex-AN, in un cortile di Montecitorio, canticchino “il 25 aprile è nata una puttana e l’han
chiamata Repubblica italiana”, consentiremo di scivolare irresponsabilmente verso un epilogo molto pericoloso ed assolutamente imprevedibile
!
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