Con il passare
dei giorni lo scenario politico che potrà prendere corpo nel 2013, dopo il “governo
tecnico”, appare sempre più incerto ed è questa indeterminatezza a scatenare la
temeraria bizzarria di alcuni sondaggisti che si lanciano nell’esplorazione di fantasmagoriche
ipotesi.
La prima supposizione,
sicuramente originale ma dai contenuti ragionevolmente inverosimili, è da
alcune settimane tema di un sondaggio realizzato dall’istituto EMG per conto
del “TG La7”.
L’idea di base è
stata quella di misurare quale potrebbe essere, nel 2013, il gradimento
accreditabile ad un eventuale esecutivo, guidato ancora da Mario Monti e
sostenuto da una maggioranza partecipata da PdL, PD e Terzo Polo.
All’opposizione,
secondo questa ipotesi, si schiererebbe oltre alla Lega ed al “Movimento 5
stelle”, anche un raggruppamento del quale farebbero parte IdV, SeL e PRC.
Punti deboli di
questa ipotesi sono che, oltre a fare i conti senza l’oste, il professor
Monti ha negata più volte la sua disponibilità a rimanere a Palazzo Chigi, dà
anche per scontato che PdL, PD e Terzo Polo si presentino alle elezioni del 2013 con
le attuali forme, componenti e strutture, il che sembra ogni giorno più
improbabile.
Non solo, ma su questa
ipotetica coalizione penderebbe comunque la spada di Damocle di un incerto
patto politico tra i tre convitati.
Ad esempio, se a
PD e Terzo Polo, Berlusconi, che si è già detto favorevole a questa ipotesi, sebbene
con immediata autosmentita, chiedesse come contropartita l’appoggio alla sua candidatura
alla Presidenza della Repubblica, non ci sarebbe possibilità di intesa.
Il dato, invece,
di una certa significatività che sembra emergere da questo sondaggio indica che
la somma dei consensi accreditabili ai tre partiti, separatamente considerati,
risulterebbe superiore del 7,7% al 54,3% accreditato alla presunta coalizione.
Un dato che merita una attenta riflessione politica.
Altra
supposizione stuzzicante, ma veramente molto immaginifica, è quella proposta dall’istituto
IPR Marketing, per conto del quotidiano “La
Repubblica”, che nel suo sondaggio inserisce tra i partiti in competizione
alle elezioni 2013 anche un ipotetico “partito dei tecnici”.
L’assoluta astrazione
di questo “partito dei tecnici”, del quale, agli intervistati, non era dato di
conoscere leader, candidati e programmi, rende impossibile apprezzare con un minimo di serietà i risultati stessi del sondaggio.
Senza entrare
nel merito della metodologia di indagine, ci sembra, che insistere con sondaggi
che percorrano sentieri oltre i confini più estremi della fantapolitica, serva
solo ad alimentare ulteriormente la confusione e l’incertezza che già regnano
sovrane nello scenario politico ed allontani ancora più l’elettore
dalle urne.
Potrebbero
apparire quasi come tentativi per stimolare nuovi slanci verso l’antipolitica.
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