martedì 13 marzo 2012

In Italia … di cosa stupirsi ?

Finalmente una notizia tra il farsesco e l’incredibile !
Nel mondo del calcio, si ricomincia a parlare di macchinazioni !
Farsesca perché inquadrata in uno scenario, quello italiano, dove, in tutti i momenti del nostro quotidiano assistiamo ad intrighi, raggiri, inciuci.  
Incredibile perché qualcuno, risvegliatosi evidentemente da un lungo letargo, può ancora manifestare stupore.
Se nella più grande università d’Europa, “La Sapienza” di Roma, il rettore Luigi Frati ha potuto sistemare in posti ben remunerati, come ha voluto, la moglie, il figlio, la figlia ed un nipote, perché stupirsi ?
Se nel Consiglio Regionale della Lombardia siede un certo “trota” solo perché è figlio del Grande Barbaro Bossi, perché stupirsi ?
Se Vittorio Mangano, un mafioso condannato per assassinio e già ex stalliere della villa di Arcore, è considerato “un eroe” da Marcello Dell’Utri, perché stupirsi ?
Se Berlusconi fa grazioso omaggio ad una sua azienda, Mediaset, delle frequenze televisive che sono risorse di proprietà dello Stato, perché stupirsi ?
Se insigni rappresentanti istituzionali dello Stato hanno cercato o stretto un patto con la mafia, come afferma la Corte di Assise di Firenze, perché stupirsi ?
Se alcuni calciatori si sono fatti corrompere per taroccare le partite, scopiazzando i politici, di ogni parte e colore, che si fanno corrompere per aggiudicare gli appalti, perché stupirsi ?
Se il Parlamento italiano, farcito da 88 individui condannati, sotto processo od indagati, non riesce ad emanare una legge seria e severa contro la corruzione di ogni forma e specie, perché stupirsi ?
E, dopo che il popolo italiano non si è stupito per tutte queste nefandezze, qualcuno pensa che possa sorprendersi se gli arbitri di calcio spianano la strada verso lo scudetto ad una squadra, o spingono verso la serie B qualche squadra meno “patrocinata” dai poteri che contano ?
Suvvia, per favore, meno ipocrisia e più realismo !       

1 commento:

Dante ha detto...

Molti mi accusano di disfattismo e pessimismo preconcetto quando affermo, convintissimo, che l'Italia potrà migliorare soltanto quando non ci saranno più italiani.