In mare, oltre ai pesci ci sono anche gli scogli !
È questa la mirabolante scoperta che i comandanti delle
navi sembrano voler celebrare, con sempre maggiore frequenza, in questo anno di
grazia 2012 !
Il 16 gennaio l’incontro troppo ravvicinato della Costa
Concordia, all’isola del Giglio, con gli scogli de “Le Scole”, conclusosi tragicamente con la morte di decine di persone.
Meno di due mesi dopo, è il 10 marzo, la nave mercantile
Gelso M. incontra sulla sua rotta la “scogliera
di Mazzarrona”, in prossimità di Capo Santa Panagia a Siracusa, e l’equipaggio
è salvato dagli elicotteri della Guardia Costiera.
Passano pochi giorni, è il 16 marzo, la nave portacontainer
Hc Rubinia si imbatte in alcuni scogli nei pressi di Ganzirri a Messina.
È probabile che alcuni bookmaker più
intraprendenti si stiano già organizzando per raccogliere le scommesse su dove
e come avverrà il prossimo amplesso tra una nave ed uno scoglio.
Sarà pur vero,
come sostengono gli armatori, che nei mari di tutto il mondo navigano ogni
giorno migliaia di navi, per cui la percentuale di incidenti è assolutamente marginale
ed irrilevante, ma questa spasmodica ricerca degli scogli da parte dei
comandanti delle navi non sembra del tutto normale e qualche perplessità la provoca.
Innanzitutto perché
gli scogli non sono oggetti mobili che gironzolano per i mari ma sono solidamente
fermi e ben segnalati su tutte le carte nautiche, anche su quelle che usa il
diportista con gommone.
In secondo luogo
perché la responsabilità fondamentale di ogni comandante è quella di tracciare
e seguire rotte di sicurezza che salvaguardino la nave e le persone imbarcate.
In terzo luogo perché
è codificato l’obbligo che, in ogni momento della navigazione, il comandante si
assicuri che siano sempre di guardia addetti pronti a segnalare ed intervenire ogniqualvolta
si verifichino possibili situazioni di pericolo.
Una possibile spiegazione è che l’eccessiva confidenza nella conoscenza della zona in cui naviga e nella propria esperienza possa indurre un comandante a sottovalutare i rischi delle sue scelte, mettendo così in pericolo nave ed equipaggio.
Un'altra possibile ipotesi è che, o per strafottenza o per indolenza, troppi comandanti
si affidino ciecamente alla strumentazione di bordo e trascurino
di disporre la vigilanza permanente sulla rotta e sulle contingenze potenzialmente
rischiose.
Vorremmo poter
escludere come ipotesi la ricerca intenzionale dello scoglio ordinata al comandante della nave dall’armatore per finalità fraudolente.
2 commenti:
secondo me, invece, esiste un complotto per provocare indidenti di mare d fanno spuntare scogli laddove prima non esistevano.
Lo dicevano pure i Maya!
...non è male la tua ipotesi !
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