giovedì 27 ottobre 2016

Festival della cialtronaggine

“In un momento nel quale la gente vive le difficoltà che conosciamo. C’è la grande riforma delle pensioni, ce ne saranno anche altre perché si va a liberalizzare. Quindi si va a togliere i privilegi ad alcune categorie. Ma i primi che devono togliersi i privilegi sono i parlamentari stessi. Non puoi cavartela dicendo “siamo mille, evitiamo di costare di più”. No, iniziate a dimezzare il costo dei vostri stipendi, e vale anche per i consiglieri regionali”.
Queste parole non sono di Beppe Grillo e neppure di uno dei molti personaggi ruspanti che rappresentano il M5S !
Infatti questo e ciò che affermava con convinzione l’allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, nel corso di una intervista televisiva rilasciata il 1° febbraio 2013!
Sono trascorsi poco più di tre anni ed alla Camera, il 24 e 25 ottobre del 2016, è andato in scena il disgustoso spettacolo offerto dai deputati del PD che, umili galoppini al servizio dell’oggi premier Matteo Renzi, si sono rifiutati di votare la proposta di legge presentata dal M5S che proponeva per l'appunto di “dimezzare” gli stipendi dei parlamentari.
Ora, che Renzi continui a proferire cialtronerie ad ogni piè sospinto è noto non solo a milioni di cittadini ma perfino ai sampietrini romani.
Che, però, i parlamentari del PD fossero capaci di ricorrere a motivazioni tanto fasulle quanto meschine per giustificare la loro sottomissione all’ordine ricevuto, non mi è parso solo vergognoso ma avvilente per loro stessi.
Da comune uomo della strada oltre a trovare deprimente lo spettacolo ho anche provato vergogna nel constatare che i destini del nostro Paese siano affidati ad individui così indegni.
Mi domando, ad esempio: come può il nientepopodimeno che capogruppo PD alla Camera, Ettore Rosato, non capire la enorme differenza che ci sia tra il parlamentare PD che finanzia il partito con un obolo di mille euro dai suoi compensi (NdR: o “persino duemila”, ha sbraitato nell’esaltazione l’on. Rosato) ed il parlamentare M5S che restituisce ai cittadini la metà del suo stipendio versandolo al Fondo per le Piccole Imprese per finanziare nuove attività ?
Eppure non deve averlo proprio capito se con la donazione di 1000 euro al PD ha motivata la sua contrarietà al dimezzamento degli stipendi parlamentari.
Da parte sua la deputata PD Alessia Morani, renziana DOC, che credo viva su Marte, intervenendo nel dibattito e rivolgendosi ai banchi del M5S, ha gridato “Volete ridurvi lo stipendio ? Tagliatevelo voi da domani”, dando così prova di ignorare che i parlamentari M5S dal primo giorno in cui sono entrati in Parlamento rinunziano di fatto già alla metà del loro stipendio.
Ma l’Oscar della meschinità e della pochezza di argomenti spetta, senza dubbio, alla vice capogruppo PD che si è scagliata contro la rendicontazione dei rimborsi spese, contenuta nella proposta di legge.
Infatti, inorridita dal solo pensiero di dover rendere conto ai cittadini di come spenda quei 3.503,11 euro che intasca ogni mese a titolo di diaria, la vice capogruppo PD ha avuta la penosa idea di schernire la rendicontazione delle spese che, invece, fanno e mettono online i parlamentari del M5S, versandone l’eccedenza al già citato Fondo per le Piccole Imprese  (NdR: è ridicolo e paradossale, tra l’altro, che la diaria, motivata come “rimborso delle spese di soggiorno a Roma” sia riconosciuta anche ai deputati residenti nella Capitale !!!).
E che dire, infine, di chi, come Enrico Zanetti viceministro dell’Economia, ha controproposto di commisurare lo stipendio dei parlamentari al reddito dichiarato dagli stessi nei tre anni prima di essere eletti, tanto per mettere in scena la intramontabile commedia all’italiana “pagare di più chi è ricco e meno chi è povero”.
Tanto è sempre Pantalone che paga !

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