Non passa giorno,
nel nostro Paese, che i media, molti ma non tutti, dimostrino la loro abilità
ed inclinazione a manipolare le notizie al solo scopo, non certo deontologico,
di mistificare la realtà in modo da suffragare
tesi precostituite o di comodo.
In un contesto in
cui ognuno di noi è continuamente bombardato da ciò che ci propinano giornali,
televisioni e Web, il vero rischio è quello di essere influenzati da false verità
che, poco a poco, condizionino i nostri pensieri e le nostre certezze.
Nei secoli la
manipolazione di un fatto o di una notizia, per trasformarla da fasulla in quasi
vera od almeno credibile, ha annoverati celebri e fantasiosi capiscuola.
Purtroppo, però, negli
ultimi decenni abbiamo assistito, in Italia, al proliferare di individui, non
solo politici ma soprattutto sedicenti operatori dell’informazione, che hanno
condizionati i “cervelli” di molti italiani servendosi di ogni mezzo.
Ad esempio, sarei
curioso di verificare, con un sondaggio, in quanti italiani sia ancora radicata
come vera una delle più colossali fanfaluche del nostro secolo: Ruby è la
nipote di Mubarak.
Sono convinto che ne
scopriremmo delle belle !
Fatto sta che, da
una manipolazione all’altra, ieri il Ministro degli Interni, Angelino Alfano,
si è dovuto presentare in Parlamento per difendersi dalla mozione di sfiducia
presentata nei suoi confronti a seguito del video andato in onda su RAI 3,
domenica 2 novembre, nel corso di una puntata di Gazebo.
A presentare e
commentare le immagini degli scontri a Roma tra Polizia e manifestanti della
AST di Terni, il blogger Diego Bianchi, in arte Zoro.
Non certo nuovo alla
mistificazione di fatti e parole, a suo dire per “trattare temi seri in modo leggero”, Zoro sembra non rendersi conto che la manipolazione di immagini o
parole per screditare chiunque, siano
esse persone od istituzioni, sia una azione odiosa e ripugnante.
A maggior ragione
se serve, come accade spesso a Zoro, per ridicolizzare e contestare avversari politici.
Purtroppo, madre di
ogni manipolazione è sempre la malafede.
Lo confermano le
parole che, poche ore fa, lo stesso Zoro
ha pronunciate parlando del video che ha suscitato tanto clamore in questi
giorni: “io ho semplicemente documentata
un’intera giornata con un video diverso dagli altri. Un lavoro giornalistico,
nient’altro”.
Ecco appunto, innanzitutto Zoro non ha documentata “un’intera giornata”, ma solo alcuni
momenti, cioè quelli utili alla sua intenzione di proporre ai telespettatori un
punto di vista parziale, e perciò non veritiero, dei fatti.
Ad esempio, nel suo “lavoro giornalistico” Zoro ha ignorato (a proposito?) e non ha documentato l’intervento di Maurizio Landini,
segretario generale FIOM, e di altri sindacalisti presenti, impegnati nel
tentativo di dissuadere i manifestanti più bellicosi, intenzionati a sfondare
il cordone di sbarramento formato dalle forze dell’ordine.
Le immagini di quei
momenti sono molto chiare, così come le stesse parole di Landini che urlava ai
più scalmanati: “No, queste cose non si
fanno, non passiamo dalla parte del torto”.
A cosa si riferiva
Landini con “queste cose non si fanno”
?
Come mai, nel suo “lavoro giornalistico” Zoro non ha documentate
anche quelle “cose” che, secondo
Landini, i manifestanti non avrebbero dovuto fare?
Forse perché le immagini di
quelle “cose” avrebbero spompato lo “scoop”
rappresentato, nelle intenzioni di Zoro,
dall’ordine “caricate” impartito da
un funzionario di polizia ?
Zoro si è chiesto, per
caso, se quell’ordine si fosse reso necessario per rintuzzare, chissà, un
tentativo dei manifestanti di sfondare lo sbarramento, cioè appunto ciò che Landini,
pochi minuti prima, aveva indicato come cose
“che non si fanno” ?
Sono convinto che un “lavoro giornalistico” così manchevole e fazioso, per di più pagato
con i soldi della RAI, servizio pubblico finanziato dai cittadini, non sarebbe mai
stato mandato in onda né da BBC, né da France 2, e neppure da CNN.
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