lunedì 5 gennaio 2015

Una licenza per frodare Stato … e contribuenti

Non c’è politico, di primo piano oppure da sottoscala, che sotto la luce dei riflettori, in campagna elettorale oppure in dichiarazioni pubbliche, non manifesti bellicosi propositi per combattere l’evasione fiscale.
Per molti politici si tratta di parole proferite con consapevole ipocrisia allo scopo di abbindolare i cittadini onesti.
Evadere il fisco è un reato con il quale non solo si froda lo Stato, ma si derubano tutti i contribuenti che pagano le tasse, ma soprattutto quei milioni di lavoratori e pensionati ai quali il fisco ogni mese sottrae il dovuto dalle loro buste paga e pensioni.
Ogni concessione fatta agli evasori rappresenta, perciò, un affronto ai milioni e milioni di cittadini che le tasse le pagano anche se obtorto collo.
Purtroppo negli ultimi venti anni da parte dei nostri governanti tutti noi, contribuenti, di pesci in faccia ne abbiamo presi a bizzeffe: condoni di ogni genere, depenalizzazione del falso in bilancio, varie sanatorie, scudi fiscali, e via discorrendo.
Come se non bastasse, a proteggere i disonesti intervengono anche i termini di prescrizione dei reati.
Ad esempio, solo grazie alle prescrizioni, Berlusconi se l’è scampata dalle prevedibili condanne per il reato di falso in bilancio (NdR: “Processo bilanci Fininvest 1988-1992”, “Processo Lentini”, “Processo consolidato Fininvest”), o per il reato di corruzione (NdR: “Processo Lodo Mondadori”, “Processo Mills”).
Ora però, siccome al peggio non c’è mai fine, capita che Matteo Renzi, intenerito dalla atmosfera natalizia, abbia deciso di approfittare dell’ultimo consiglio dei ministri per rivolgere agli evasori questo suo aberrante messaggio di pace.
“Cari evasori, d’ora in poi sarete autorizzati a frodare lo Stato fino al 3% del vostro imponibile, e vi do la mia parola di boyscout che per questa frode non sarete più punibili”!
Parole rivolte, evidentemente, non ai cittadini che hanno redditi di qualche decina di migliaia di euro (NdR: al massimo infatti potrebbero frodare allo Stato si e no poche centinaia di euro !), ma a coloro che contando su imponibili milionari potranno frodare lo Stato per milioni di euro.
Una decisione, quella del presidente del consiglio, così scandalosa ed immorale da provocare sdegno e sollevare molti dubbi.
Una voce autorevole, quella del sottosegretario Enrico Zanetti, ha confermato che il testo originale del decreto sui reati fiscali, elaborato dal ministero, non conteneva affatto l’art. 19bis che recita: “per i reati previsti dal presente decreto la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile”.
Questo vuol dire che, nel consiglio dei ministri, c’è stata una manina misteriosa e scellerata che ha introdotto l’art. 19bis ?
Chi sarà stato mai ?
Prometto in premio una bambolina di panno Lenci a chi indovinerà il responsabile !
Nel rileggere con attenzione l’art. 19bis mi viene persino il dubbio, però, che in quelle righe ci sia lo zampino di Niccolò Ghedini, il fedele azzeccagarbugli di Berlusconi.
D’altra parte come mai Matteo Renzi si assume la paternità di questa obbrobriosa licenza a frodare lo Stato, e non solo ma fissa nel 3% la soglia di evasione non punibile ?
La risposta ad un dubbio così mastodontico assomiglia tanto ad una certezza ed ha una sola possibile chiave di lettura.
Poiché la Corte di Cassazione ha condannato Berlusconi con sentenza definitiva per frode fiscale, riconoscendolo reo di evasioni che, al netto delle molte prescrizioni intervenute, risultavano inferiori al 3% sui redditi imponibili, quale poteva essere la soglia della non punibilità scelta da Renzi ?
Vuoi vedere che anche Renzi è stato contagiato dal tic delle leggi “ad personam”?
Infatti, quando l’art. 19bis dovesse diventare legge, il pregiudicato Berlusconi per effetto del principio del “favor rei”, previsto dall’art. 2 del Codice Penale (*), potrà richiedere la cancellazione della sentenza e, quindi, in barba anche alla Legge Severino, si potrà ricandidare, magari anche come prossimo Presidente della Repubblica.
Tutto ciò genera un dubbio che mi arrovella in queste ore: non è che con l’art. 19bis Matteo Renzi stia onorando, di fatto, un’altra delle cambiali sottoscritte a Berlusconi, con la “tresca del Nazareno”, in cambio dell’aiuto ricevuto per silurare Enrico Letta?
Dubbio avvalorato anche dalla dichiarazione che Renzi ha rilasciato poche ore fa: “Questa norma (NdR: art. 19bis) la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano  Boscone” !
Cioè, tra le righe possiamo leggere: “Caro Silvio, abbi pazienza, dovrai attendere ancora qualche settimana prima di chiedere la cancellazione della condanna”.
  
(*) L’art. 2 del Codice Penale recita: “Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo la legge posteriore, non costituisce reato; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”.

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