venerdì 17 ottobre 2014

16 ottobre 2014, ossia il fanfaluche-day

Se avessi il potere di farlo, rivolgerei a chi di dovere l’invito a far sì che il 16 ottobre sia celebrato e ricordato, in Italia, come il fanfaluche-day !
Sarà colpa del caso, forse, ma certo è che in meno di ventiquattro ore il mio trantran quotidiano è stato importunato da due eventi inquietanti.
Ora, è pur vero che vivendo nel nostro Belpaese non dovrei più sorprendermi di nulla, però ci sono fanfaluche di fronte alle quali è difficile rimanere indifferenti.
Soffermiamoci sul primo dei due fatti: la cosiddetta “legge di stabilità” da trentasei miliardi.
Non è da oggi che sono convinto che tra i quasi venti anni di governi berlusconiani e gli otto mesi del governo renziano non ci sia soluzione di continuità, perlomeno in quanto a cialtroneria.
Il signorotto di Arcore già seppe dimostrare tutta la sua destrezza nel propinare panzane agli italiani, soprattutto in materia fiscale.
Oggi, però, roso dall’invidia per il suo maestro, il furfante di Rignano sull’Arno ha voluto dimostrare di non essere da meno e si è inventata una “legge di stabilità” che non è solo intarsiata di chiaroscuri, ma che tra le righe prevede inequivocabili fregature per tutti gli italiani.
Dopo aver schiamazzato ai quattro venti che la sua “legge di stabilità”, per la prima volta in Italia non avrebbe previsti nuovi aumenti delle tasse, ecco che a smentirlo non è solo il suo Ministro dell’Economia, il che equivale ad una sconfessione solenne, ma sono anche i governatori delle Regioni, molti dei quali suoi compagni di partito.
Il furfante, infatti, tagliando di quattro miliardi i trasferimenti a Regioni, Comuni e Provincie (NdR: ma a proposito Renzi non si era vantato di aver eliminate le Provincie ?), costringerà le amministrazioni locali a tagliare i servizi ai cittadini, oppure ad aumentare le gabelle locali che peseranno indifferentemente su tutti.
Esattamente quello che ha fatto per venti anni il suo padrino di Arcore!
Ma, sempre a proposito di tasse ecco la seconda buggeratura.
Dal mese di marzo 2015 i lavoratori dipendenti, solo quelli che lo vorranno (NdR: almeno si spera !), potranno richiedere al loro datore di lavoro di inserire in busta paga la quota del TFR (NdR: Trattamento di fine rapporto) maturata nel mese.
Anche ai più sprovveduti non sfugge, però, che il TFR sia già denaro del lavoratore e non un regalo di Renzi !
Ciò premesso, per i lavoratori dipendenti che dovessero cascare in questo tranello teso loro da quel furfante di Renzi, la fregatura però sarà doppia.
Innanzitutto, intascando ogni mese la quota del TFR, il lavoratore ci rimetterebbe la rivalutazione indicizzata che, il 31 dicembre di ogni anno, viene fatta sull’ammontare del TFR maturato.
Ma, ancora più immorale è che sulle quote del TFR, inserite in busta paga, Renzi preveda che sia applicata la aliquota fiscale marginale, cioè relativa agli scaglioni di reddito effettivo, e non la aliquota del 20% che grava sul TFR al momento della sua liquidazione.
A Palazzo Chigi fanno conto che, nel 2015, questa furbata potrebbe portare nelle casse dello Stato da 2 a 4 miliardi di euro.
Perdiana, in questo il furfante di Rignano sull’Arno ha superato il signorotto di Arcore.
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La seconda perla della giornata ce l’ha regalata la Corte d’Appello di Milano pubblicando le motivazioni che hanno portato alla assoluzione di Berlusconi, in secondo grado, nel processo Ruby.
I giudici della Corte d’Appello, danno per “acquisita prova certa dell’esercizio di attività prostitutiva ad Arcore, in occasione delle serate cui partecipò Karima El Mahroug”, ma affermano che non ci sia prova che Berlusconi fosse al corrente della minore età di Ruby.
Insomma, per la Corte, sia Fede, che Minetti e gli altri frequentatori dei bunga bunga erano informati del fatto che Ruby fosse minorenne ma, ohibò, solo il padrone di casa lo ignorava.
Per contro, gli stessi giudici ammettono che Berlusconi fosse al corrente, invece, della minore età di Ruby la sera del 27 maggio 2010 quando telefonò alla Questura di Milano per chiedere che la minorenne fosse affidata alla Minetti e non collocata in una comunità.
Siccome, però, Berlusconi intervenne presso la Questura per evitare un incidente diplomatico con l’Egitto, in quanto era convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak, e lo fece con modi “né intensi né persistenti” e senza “accenno a minacce e coartazioni di sorta”, la Corte lo ha assolto anche dal reato di concussione.
C’è una sola cosa che, con sorpresa, non ho trovata tra queste motivazioni ed è la certificazione, da parte della Corte, che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak.
Se avessi ritrovata tra le righe anche questa attestazione dormirei più sereno e con maggiore fiducia nel principio che “la legge è uguale per tutti”

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