Se avessi il potere di farlo, rivolgerei a chi di dovere
l’invito a far sì che il 16 ottobre sia celebrato e ricordato, in Italia, come
il fanfaluche-day !
Sarà colpa del caso, forse, ma certo è che in meno di
ventiquattro ore il mio trantran quotidiano è stato importunato da due
eventi inquietanti.
Ora, è pur vero che vivendo nel nostro Belpaese non
dovrei più sorprendermi di nulla, però ci sono fanfaluche di fronte alle
quali è difficile rimanere indifferenti.
Soffermiamoci sul primo dei due fatti: la cosiddetta “legge
di stabilità” da trentasei miliardi.
Non è da oggi che sono convinto che tra i quasi venti
anni di governi berlusconiani e gli otto mesi del governo renziano non ci sia soluzione
di continuità, perlomeno in quanto a cialtroneria.
Il signorotto di Arcore già seppe dimostrare tutta la sua
destrezza nel propinare panzane agli italiani, soprattutto in materia fiscale.
Oggi, però, roso dall’invidia per il suo maestro, il
furfante di Rignano sull’Arno ha voluto dimostrare di non essere da meno e si è
inventata una “legge di stabilità” che non è solo intarsiata di chiaroscuri, ma
che tra le righe prevede inequivocabili fregature per tutti gli italiani.
Dopo aver schiamazzato ai quattro venti che la sua “legge
di stabilità”, per la prima volta in Italia non avrebbe previsti nuovi aumenti
delle tasse, ecco che a smentirlo non è solo il suo Ministro dell’Economia, il che
equivale ad una sconfessione solenne, ma sono anche i governatori delle Regioni,
molti dei quali suoi compagni di partito.
Il furfante, infatti, tagliando di quattro miliardi i
trasferimenti a Regioni, Comuni e Provincie (NdR:
ma a proposito Renzi non si era vantato di aver eliminate le Provincie ?),
costringerà le amministrazioni locali a tagliare i servizi ai cittadini, oppure
ad aumentare le gabelle locali che peseranno indifferentemente su tutti.
Esattamente quello che ha fatto per venti anni il suo padrino
di Arcore!
Ma, sempre a proposito di tasse ecco la seconda
buggeratura.
Dal mese di marzo 2015 i lavoratori dipendenti, solo
quelli che lo vorranno (NdR: almeno si
spera !), potranno richiedere al loro datore di lavoro di inserire in busta
paga la quota del TFR (NdR: Trattamento
di fine rapporto) maturata nel mese.
Anche ai più sprovveduti non sfugge, però, che il TFR sia
già denaro del lavoratore e non un regalo di Renzi !
Ciò premesso, per i lavoratori dipendenti che dovessero cascare
in questo tranello teso loro da quel furfante di Renzi, la fregatura però sarà
doppia.
Innanzitutto, intascando ogni mese la quota del TFR, il
lavoratore ci rimetterebbe la rivalutazione indicizzata che, il 31 dicembre di
ogni anno, viene fatta sull’ammontare del TFR maturato.
Ma, ancora più immorale è che sulle quote del TFR,
inserite in busta paga, Renzi preveda che sia applicata la aliquota fiscale marginale,
cioè relativa agli scaglioni di reddito effettivo, e non la aliquota del 20%
che grava sul TFR al momento della sua liquidazione.
A Palazzo Chigi fanno conto che, nel 2015, questa furbata
potrebbe portare nelle casse dello Stato da 2 a 4 miliardi di euro.
Perdiana, in questo il furfante di Rignano sull’Arno ha
superato il signorotto di Arcore.
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La seconda perla della giornata ce l’ha regalata la Corte
d’Appello di Milano pubblicando le motivazioni che hanno portato alla
assoluzione di Berlusconi, in secondo grado, nel processo Ruby.
I giudici della Corte d’Appello, danno per “acquisita prova certa dell’esercizio di
attività prostitutiva ad Arcore, in occasione delle serate cui partecipò Karima
El Mahroug”, ma affermano che non ci sia prova che Berlusconi fosse al
corrente della minore età di Ruby.
Insomma, per la Corte, sia Fede, che Minetti e gli altri
frequentatori dei bunga bunga erano informati del fatto che Ruby fosse
minorenne ma, ohibò, solo il padrone di casa lo ignorava.
Per contro, gli stessi giudici ammettono che Berlusconi
fosse al corrente, invece, della minore età di Ruby la sera del 27 maggio 2010
quando telefonò alla Questura di Milano per chiedere che la minorenne fosse
affidata alla Minetti e non collocata in una comunità.
Siccome, però, Berlusconi intervenne presso la Questura
per evitare un incidente diplomatico con l’Egitto, in quanto era convinto che
Ruby fosse la nipote di Mubarak, e lo fece con modi “né intensi né persistenti” e senza “accenno a minacce e coartazioni di sorta”, la Corte lo ha assolto
anche dal reato di concussione.
C’è una sola cosa che, con sorpresa, non ho trovata tra
queste motivazioni ed è la certificazione, da parte della Corte, che Ruby fosse
davvero la nipote di Mubarak.
Se avessi ritrovata tra le righe anche questa attestazione
dormirei più sereno e con maggiore fiducia nel principio che “la legge è uguale per tutti”.
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