sabato 18 ottobre 2014

Essere assolti per “ignoranza inevitabile”

Ieri terminavo il post affermando che avrei dormito più sereno, dopo aver lette le motivazioni con cui la Corte d’Appello di Milano ha assolto Berlusconi nel processo Ruby.
In effetti, rileggendo quelle motivazioni mi era sembrato di poter dedurre che, anche in presenza di circostanze e fatti risaputi da cani e porci, si possa invocare una “ignoranza inevitabile” giustificata da fattori soggettivi.
Infatti, l’espressione “la legge non ammette ignoranza” (NdR: pessima traduzione dal latino “ignorantia legis non excusat”) lascia spazio a diverse libere interpretazioni.
Comunque, buono a sapersi !
Infatti, tra i fattori soggettivi che un compiacente ed accomodante giudice potrebbe ammettere non vedo perché non individuare, ad esempio, la grullaggine, la stupidità senile, l’uso smodato di viagra, lo stato confusionale, oppure una semplice sbronza, etc.   
È lecito supporre, a questo punto, che i giudici della Corte d’Appello abbiano scagionato Berlusconi dall’accusa di sapere che Ruby fosse minorenne, riconoscendogli una “ignoranza inevitabile per fattori soggettivi”.
Quale siano stati il od i fattori soggettivi richiamati non è dato di saperlo, anche se c’era solo l’imbarazzo della scelta tra stupidità senile, uso sfrenato di viagra, od ottenebramento da libidine.
D’altra parte solo così è possibile spiegare perché Berlusconi fosse l’unico a non conoscere la minore età di Ruby, dal momento che ne erano al corrente tutti i suoi ospiti ad Arcore, da Fede alla Minetti fino agli altri habitué dei bunga bunga.
Può anche darsi che gli stessi “fattori soggettivi” abbiano fatto credere a Berlusconi che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak, al punto da indurlo, la sera del 27 maggio 2010, a telefonare al dirigente della Questura di Milano, Pietro Ostuni, per invitarlo ad affidare la minorenne non ad una struttura di accoglienza bensì a Nicole Minetti, per evitare un incidente diplomatico con l'Egitto.
Oggi, però, mi è sorto il dubbio che lo stesso Presidente della Corte d’Appello di Milano, Enrico Tranfa, non fosse convinto della assoluzione di Berlusconi per “ignoranza inevitabile” visto che, subito dopo aver firmate le motivazioni della sentenza, ha rassegnate le dimissioni dalla magistratura, per dissenso con gli altri due giudici del collegio, lasciando la toga dopo 39 anni di servizio.
Un gesto che non ha precedenti nella storia giudiziaria italiana.
Peraltro, in quanto Presidente del collegio giudicante era stato obbligato a firmare lui le motivazioni per evitare che sul processo cadesse la mannaia della nullità.
“In tutta la mia vita non ho mai fatto nulla di impulso. La mia è stata una decisione meditata”, le uniche parole che i giornalisti sono riusciti a strappare al Presidente Tranfa.
Ecco perché, a me comune uomo della strada, le dimissioni del Presidente della Corte d’Appello, causate dai dissensi con gli altri due giudici del collegio giudicante, e non sugli ingredienti per fare l’amatriciana, bensì sulla colpevolezza o meno dell’imputato mi pongono perplessità ed interrogativi.
L’idea che un imputato possa essere giudicato colpevole o innocente “a maggioranza” mi fa rabbrividire, facendomi smarrire quel po’ di fiducia che ancora avevo nella giustizia.
Infatti, o i fatti e le prove sono tali per cui il collegio giudicante è concorde nel ritenere innocente o colpevole l’imputato oppure, se anche in un solo giudice affiorano dubbi ed incertezze, penso che sarebbe eticamente scorretto emettere una sentenza.
Peraltro, non si aveva a che fare con giudici popolari chiamati ad assolvere o condannare “a maggioranza”, ma a magistrati esperti, capaci e professionali in grado di poter valutare in modo univoco i fatti nella rispettosa applicazione delle leggi.
Ora mi domando.
Dopo essere venuta a conoscenza di queste divergenze sulla sentenza, la Procura di Milano sarà ancora invogliata, oppure no, a ricorrere in Cassazione ?
Ed i giudici della Corte Suprema potrebbero essere influenzati da questo clamoroso antefatto ?
Ed il CSM, sempre così attento nel valutare l’operato dei magistrati, convocherà a Palazzo dei Marescialli l’ormai ex Presidente Tranfa per approfondire le ragioni che lo hanno indotto ad un gesto così inusuale ed eclatante ?
Ed inoltre, il Capo dello Stato, che è anche Presidente del CSM, si attiverà perché sia fatta piena luce su questa vicenda o preferirà far finta che non sia successo nulla ?
Tra l’altro questa vicenda continua a farmi frullare in testa molti maliziosi pensieri … ma almeno per questa sera li terrò per me.  

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