Nel XXmo secolo il
mondo è stato percorso dalle alienazioni di individui che, dando sfogo alle
loro ossessioni di dominazione e di autoritarismo, hanno sottoposti milioni di
esseri umani a barbarie e sventure.
Da Giuseppe Stalin
ad Adolf Hitler, da Benito Mussolini a Jorge Rafel Videla, da Augusto Pinochet
a Mao Tse-tung, da Nicolae Ceausescu a Fidel Castro, da Jean Bedel Bokassa a
Pol Pot, da Anastasio Somoza a Idi Amin Dada, solo per citarne alcuni.
Per il triste fardello
di catastrofi e di lutti, di cui questi individui si sono resi responsabili con
la loro follia, gli storici hanno definito il secolo XXmo come il “secolo infamato dalle dittature”.
Chi di noi non ha
sperato, almeno per un momento, di essersi lasciato alle spalle le mire
totalitarie e l’ingordigia di potere che hanno caratterizzato il secolo scorso.
Invece, purtroppo, anche
ai giorni nostri si aggirano aspiranti despoti che, proponendosi come
vessilliferi di libertà e giustizia, come patrioti pronti a sacrificarsi per il
loro paese, come portatori di equità sociale e di pace, in realtà mascherano le
loro turbe ed i loro riprovevoli propositi.
Individui senza
scrupoli, smaniosi di conquistare il potere anche a costo di scardinare il
sistema democratico che i popoli hanno ottenuto, spesso, attraverso conflitti
cruenti e amari sacrifici.
Metodi e processi,
per la conquista del potere, subdoli e non univoci.
L’Italia, purtroppo,
ancora una volta è un laboratorio nel quale ha terreno fertile la
sperimentazione di nuove tentazioni egemoniche.
C’è chi, ad esempio,
come Gianroberto Casaleggio, manovrando come una marionetta Beppe Grillo, lo
istiga a scardinare l’ordine democratico usando il vilipendio delle
istituzioni, accuse calunniose contro tutti, discorsi
farneticanti, promessa di impraticabili processi rivoluzionari.
Lo scopo è
alimentare un clima da tutti contro tutti,
rimestando nelle cocenti sofferenze di una crisi economica e sociale che attanaglia
il Paese, sotto lo sguardo indifferente di una classe politica avvilente.
C’è chi, invece,
come Silvio Berlusconi, nel momento in cui è chiamato al “redde rationem”, per le nefandezze compiute prima e durante la sua
presenza in politica, non si rassegna e sceglie la strada del “muoia Sansone con tutti i filistei”.
Una macchinazione
paranoica, quella di Berlusconi, certo meno flagrante, ma proprio per questo
più subdola, perché ricorre ad argomentazioni fuorvianti ed ingannevoli, per
distrarre dal reale scopo che è quello di porre la sua persona ed i suoi
interessi privati al di sopra delle leggi, della giustizia, della convivenza
democratica.
Mossi da motivazioni
e da finalità differenti, Casaleggio e Berlusconi sono
accomunati, tuttavia, da un unico obiettivo.
Ad esempio, è da
mesi che entrambi indirizzano i loro strali, calunniosi e grossolani, contro la istituzione
che è garante della Carta Costituzionale e del sistema democratico, cioè il
Capo dello Stato.
Personalmente non
credo che mirino ad una guerra personale contro Giorgio Napolitano, ma
piuttosto che si prefiggano di screditare, agli occhi dei cittadini, il ruolo
istituzionale che Napolitano ricopre.
Tale, perlomeno, mi è
sembrato il tentativo, fatto da Casaleggio e da Berlusconi, ai quali si è
accodato Salvini, di boicottare il messaggio di fine anno, teletrasmesso dal
Presidente della Repubblica, invitando gli italiani a spegnere i televisori.
Un tentativo fallito
miseramente, visto che il messaggio del Capo dello Stato è stato seguito da più
di nove milioni e novecentomila telespettatori, con il 53% di share, ed oltre duecentomila
cittadini in più di quanti avessero ascoltato il messaggio di fine anno 2012.
Mi sembra, questa,
una rassicurante conferma che gli italiani non siano propensi a farsi
imbrogliare facilmente dai cialtroni di turno.
Di certo, peraltro,
non ha ottenuti equivalenti indici di ascolto il contro-messaggio inscenato da
Beppe Grillo.
Un Beppe Grillo, come
sempre monotono nella sua insipidezza e ridicolo nella sua spocchiosa megalomania.
Si è fatto
immortalare, nel video del contro-messaggio, davanti ad un simulacro di Giuseppe
Garibaldi sul quale, però, il volto dell’eroe dei due mondi era stato
sostituito da quello di Grillo.
Occorrono ancora altre prove per rendersi conto che
Beppe Grillo sia posseduto, ormai, da pericolose turbe psichiche ?
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