Egregio signor Matteo
Renzi,
nei giorni scorsi lei
ha lasciato intendere, maliziosamente, che nella Pubblica Amministrazione ci
sarebbe “grasso che cola”, suscitando
un vespaio di polemiche tra coloro che si scontrano, ogni giorno, con le inefficienze di molti uffici, pur
ridondanti di organico, e coloro, invece, sindacati in primis, che hanno alzate
ottuse barricate senza neppure entrare nel merito.
In questi suoi primi
mesi di governo, angoscianti per gli italiani, mi sono reso conto che al fare
lei preferisca gli annunci e le battute ridanciane che conquistano quegli
italioti che la acclamano.
Se fossi in lei sarei
più cauto nel gonfiare il petto ed affermare “… non mollo, la gente fa il tifo per me”, perché la storia insegna
che il popolo italico è molto volubile e con la stessa facilità con cui mette
qualcuno sul piedistallo, in un batter di ciglia sa scaraventarlo nella polvere.
Comunque tornerei alla
sua asserzione del “grasso che cola” per
dirle che, secondo me, uno come lei che, almeno a parole, si è professato di
volta in volta rottamatore, riformatore, rinnovatore, avrebbe già dovuto
accorgersi che anche nel Parlamento italiano che c’è moltissimo “grasso che cola”.
Immagino che lei voglia
ricordarmi di aver già riformato il Senato.
Ma è proprio a
questo proposito che mi permetto farle osservare alcune cose.
Innanzitutto, dato e
non concesso che questa ridicola riforma superi le forche caudine bipartisan ed il
referendum popolare, ad essere ottimisti permetterebbe di risparmiare, al
massimo, qualche milione di euro.
Infatti, la
struttura funzionale di Palazzo Madama rimarrebbe tale e quale, con costi
immutati e faraonici per servizi di segreteria, amministrazione, assistenza
legale, stampa, viaggi, vigilanza, bar, buvette, barberia, etc.
Ora, anche ammettendo
che tra qualche anno possa non esistere più un Senato eletto dai cittadini, sopravvivrebbero le strutture funzionali di Palazzo Madama.
Mi piacerebbe
sapere invece se lei intenda fare qualcosa per intaccare il “grasso che cola” alla Camera.
Lei mi sa spiegare perché
mai lo Stato, con i soldi dei contribuenti, debba mantenere nello sfarzo 630
deputati quando, di fatto, sono i 5 o 6 capobastone delle segreterie di partito
a decidere cosa i loro 630 subalterni debbano
dire e fare ?
Oltre a questa,
però, ci sono altre domande alle quali fino ad oggi non ho trovata risposta.
Ad esempio, perché
in Italia per rappresentare 60 milioni di cittadini siamo costretti ad eleggere
630 deputati quando negli Stati Uniti sono sufficienti 435 parlamentari per rappresentare
306 milioni di cittadini, ed i quasi 47 milioni di spagnoli si accontentano di
350 deputati ?
Già solo in queste
macroscopiche differenze, signor Renzi, è possibile che lei non veda tanto “grasso che cola” ?
Per carità, capisco
che per tagliare una parte della casta occorrano gli attributi veri, mentre sia
più facile dare addosso, in modo generico, alla Pubblica Amministrazione, ma
lei proclama di essere un rinnovatore, quindi …
Però, a farmi ancora
più incazzare è riscontrare che in questa legislatura ben 118 deputati, cioè il
19% di coloro che dovrebbero rappresentarci, ha fatto registrare un tasso di
assenteismo superiore al 30% (NdR: fonte
Openpolis), con punte di eccellenza del 80% e persino del 90%.
A dispetto di un così
scandaloso assenteismo, questi 118 individui hanno puntualmente percepiti i
loro lauti compensi.
Da comune uomo della
strada non posso fare a meno di esprimerle due semplici considerazioni.
La prima, se la
Camera ha potuto rispettare regolarmente la agenda dei suoi lavori, mi sembra
palese che quei 118 deputati siano inutili e ridondanti, loro sì che sono “grasso che cola”.
La seconda, una qualsivoglia
impresa, minata da un assenteismo di queste proporzioni, finirebbe inevitabilmente
per dover portare i libri in tribunale.
E lei che fa, signor
Renzi, sta a guardare compiaciuto, riducendosi a lanciare i suoi strali solo
contro la Pubblica Amministrazione ?
Cordialmente !
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