Dall’insediamento di
Matteo Renzi a Palazzo Chigi sono trascorsi già 189 giorni !
Con tutta la buona
volontà ammetto che, della attività di questi sei mesi di governo, riesco a ricordare, in
concreto, il bonus di 80 euro mensili, messo nelle buste paga di 11 milioni di
lavoratori, il primo voto della Camera alla nuova legge elettorale, strappato
solo con la promessa che l’Italicum potrà essere modificato dai senatori, ed
infine il voto, in prima lettura, della riforma del Senato, anch’esso arraffato
tra malumori e resistenze di ogni colore.
Ho un ricordo
sicuramente più traboccante, invece, di annunci, promesse, messaggi, propagati ogni
giorno da Matteo Renzi allo scopo di occultare, da un lato, il progressivo
degrado della situazione economica, e dall’altro, l’inadeguatezza del governo nel
fronteggiare la devastante crisi che sta affossando il Paese.
Eppure, se ben
ricordo, con il pretesto del “bisogna
fare in fretta” nell’aggredire la crisi economica, Renzi ha silurato Letta
ed il suo governo, considerati troppo flemmatici, proponendosi come l’uomo capace in quattro e quattr’otto di tirar
fuori il Paese dalla crisi.
Fatto sta, ad
esempio, che dal giorno in cui Enrico Letta ha lasciata la poltrona di Palazzo
Chigi il tasso di disoccupazione non si è schiodato da 12.6, il che dimostra
che, aldilà delle chiacchiere, in questi 189 giorni il Governo Renzi è stato incapace
di adottare provvedimenti per invertire il trend.
C’è, però, un altro indicatore
non meno preoccupante che l’ISTAT mensilmente mette in evidenza e che conferma come
la crisi continui a mordere ogni giorno il paese reale.
È l’indice delle
vendite al dettaglio che, secondo i fantasiosi e sbrigativi proclami di Renzi, avrebbe
dovuto dare segni di ripresa già nel mese di giugno, dopo la prima erogazione del
famoso bonus di 80 euro nelle buste paga di milioni di lavoratori.
Nel dimostrarsi sorpresi
dal fatto che, a giugno, gli 880 milioni di euro dei bonus non avesero prodotta la attesa inversione del trend, Renzi, ed il suo quasi omonimo Carlo Rienzi,
presidente Codacons, hanno dato prova ancora una volta, però, di non avere compreso
bene quanto profonda sia stata la mutilazione prodotta dalla crisi sui bilanci di milioni
e milioni di famiglie italiane.
Solo uno sprovveduto,
infatti, poteva illudersi che, non appena intascato il bonus di 80 euro, le
famiglie si precipitassero a spenderli nei negozi e nei supermercati, ignorando
che molte famiglie avrebbero potuto utilizzare il bonus, ad esempio, per pagare
le bollette scadute di luce e gas, onde evitare la sospensione del servizio,
oppure per metterlo da parte in vista della rata del mutuo, o della
assicurazione auto, o dell’acconto TASI.
Evidentemente nella
gestione dei bilanci familiari esistono priorità essenziali che sfuggono sia alle rilevazioni statistiche sia
alla consapevolezza che Renzi ha della reale condizione del Paese.
Per questo è inammissibile
che, dopo aver buttati via i primi 189 giorni di governo, nel perdere tempo
dietro i desiderata di Berlusconi, Renzi, dimentico del “bisogna fare in fretta”, indica ora una conferenza stampa per
comunicare agli italiani che occorreranno 1000 giorni per risollevare il Paese
dalla crisi.
Ma di quale Paese va
parlando ?
Di quello che, con il perdurare della crisi, in 1000 giorni sarà
definitivamente annientato dalla disoccupazione, dalla recessione, dalla deflazione,
dalla povertà ?
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