lunedì 9 settembre 2013

Angelino Alfano, leguleio inaffidabile

Sono vent’anni, ormai, che Berlusconi ed i suoi cortigiani ingannano quella parte del popolo italiano, più svagata e meno informata, raccontando le loro “non verità”.
Il compito di turlupinare gli italiani, ieri se lo è assunto Angelino Alfano, a Cernobbio, sostenendo questa colossale sciocchezza.
“Il ricorso alla Corte europea dimostra che il caso Berlusconi non è chiuso. Ci sarà un giudice anche lì e siamo fiduciosi. Confidiamo che in sede europea si possa raggiungere la dichiarazione di innocenza”.
Naturalmente, secondo la migliore tradizione, nessuno dei cronisti che erano lì a raccogliere questa dichiarazione ha osato far presente al segretario del PdL che stava favoleggiando agli italiani del volo degli asini.
Infatti, se Alfano avesse letto, ma soprattutto cercato di capire il contenuto delle trentatré pagine del ricorso “Silvio Berlusconi contro lo Stato italiano”, si sarebbe reso conto che il nugolo di avvocati, del suo datore di lavoro, alla Corte Europea ha richiesto semplicemente di giudicare se la Legge Severino sia viziata da irretroattività e sia compatibile con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Punto e basta!
La Corte europea, perciò, non è chiamata a pronunciarsi sulla innocenza, o meno, di Berlusconi.
Sempre che il ricorso sia accolto, da Strasburgo non potrà venire alcun giudizio d’innocenza per Silvio Berlusconi.
Perciò, le parole di Alfano, ancora una volta destinate ad ingannare i creduloni, erano fandonie cucinate, come al solito, dai cuochi mistificatori del PdL.
Alfano e gli altri habitué del santuario di Arcore devono mettersi il cuore in pace e sobbarcarsi l’imbarazzante condizione di sostenitori di un pregiudicato, condannato per frode fiscale dalla Corte di Cassazione, dopo tre gradi di giudizio.
Il fatto è che le parole di Alfano, false ed illusorie, se non sono state pronunciate in mala fede, sollevano non pochi dubbi sulle effettive competenze giuridiche di colui che è stato perfino ministro della Giustizia, dal 2008 al 2011, del governo Berlusconi.
È noto, infatti, che appena nominato ministro il suo primo atto sia stato il cosiddetto “Lodo Alfano”, unico nel panorama legislativo europeo, che prevedeva la sospensione dei processi per le quattro più alte cariche dello Stato.
Una mossa, servile e patetica, per offrire al suo datore di lavoro, Berlusconi, una scappatoia per rinviare i processi a suo carico.
Ci pensò la Corte Costituzionale a bacchettarlo dichiarando illegittimo il “Lodo Alfano” per violazione degli art. 3 e 138 della Costituzione.
Anche come ministro degli Interni, del governo Letta, Alfano ha dato prova, però, di non avere molta dimestichezza con le leggi, visto il casino che è riuscito a combinare con l’espulsione dall’Italia della moglie e della figlioletta del dissidente kazako Ablyazov.
Ieri, poi, è incespicato sulla lettura ed interpretazione del ricorso alla Corte di Strasburgo e, accordatagli la buona fede, ha dimostrato di ignorare che la Corte Europea non annullerà la sentenza della Cassazione e non dichiarerà innocente il pregiudicato Berlusconi.
Eppure, di lui si dice che sia laureato in giurisprudenza e perfino che sia avvocato.
La realtà, però, sembra attestare che sia un leguleio assolutamente inaffidabile, soprattutto quando si avventura a parlare di leggi e di giustizia.

1 commento:

limperiale ha detto...

ci sarebbe da aggiungere, al suo operato sociale -la Partecipazione a tale idea vedi link sottostonte>
http://www.informarexresistere.fr/2013/10/15/prelievo-forzoso-sui-conti-correnti-degli-europei/

L' IDEA E' STATA GIA APPLICATA da più di 13 anni senza il consenso di nessuno
questo commento è per tutti quelli che NON SE NE ancora ACCORTO ...