Sono vent’anni, ormai, che Berlusconi ed i suoi
cortigiani ingannano quella parte del popolo italiano, più svagata e meno
informata, raccontando le loro “non verità”.
Il compito di turlupinare gli italiani, ieri se lo è
assunto Angelino Alfano, a Cernobbio, sostenendo questa colossale sciocchezza.
“Il ricorso alla
Corte europea dimostra che il caso Berlusconi non è chiuso. Ci sarà un giudice
anche lì e siamo fiduciosi. Confidiamo che in sede europea si possa raggiungere
la dichiarazione di innocenza”.
Naturalmente, secondo la migliore tradizione, nessuno dei
cronisti che erano lì a raccogliere questa dichiarazione ha osato far presente
al segretario del PdL che stava favoleggiando agli italiani del volo degli
asini.
Infatti, se Alfano avesse letto, ma soprattutto cercato
di capire il contenuto delle trentatré pagine del ricorso “Silvio Berlusconi contro lo Stato italiano”, si sarebbe reso conto
che il nugolo di avvocati, del suo datore di lavoro, alla Corte Europea ha
richiesto semplicemente di giudicare se la Legge Severino sia viziata da
irretroattività e sia compatibile con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Punto e basta!
La Corte europea, perciò, non è chiamata a pronunciarsi
sulla innocenza, o meno, di Berlusconi.
Sempre che il ricorso sia accolto, da Strasburgo non
potrà venire alcun giudizio d’innocenza per Silvio Berlusconi.
Perciò, le parole di Alfano, ancora una volta destinate ad
ingannare i creduloni, erano fandonie cucinate, come al solito, dai cuochi mistificatori
del PdL.
Alfano e gli altri habitué
del santuario di Arcore devono mettersi il cuore in pace e sobbarcarsi l’imbarazzante
condizione di sostenitori di un pregiudicato, condannato per frode fiscale
dalla Corte di Cassazione, dopo tre gradi di giudizio.
Il fatto è che le parole di Alfano, false ed illusorie,
se non sono state pronunciate in mala fede, sollevano non pochi dubbi sulle
effettive competenze giuridiche di colui che è stato perfino ministro della
Giustizia, dal 2008 al 2011, del governo Berlusconi.
È noto, infatti, che appena nominato ministro il suo
primo atto sia stato il cosiddetto “Lodo
Alfano”, unico nel panorama legislativo europeo, che prevedeva la
sospensione dei processi per le quattro più alte cariche dello Stato.
Una mossa, servile e patetica, per offrire al suo datore
di lavoro, Berlusconi, una scappatoia per rinviare i processi a suo carico.
Ci pensò la Corte Costituzionale a bacchettarlo dichiarando illegittimo
il “Lodo Alfano” per violazione degli
art. 3 e 138 della Costituzione.
Anche come ministro degli Interni, del governo Letta,
Alfano ha dato prova, però, di non avere molta dimestichezza con le leggi,
visto il casino che è riuscito a combinare con l’espulsione dall’Italia della
moglie e della figlioletta del dissidente kazako Ablyazov.
Ieri, poi, è incespicato sulla lettura ed
interpretazione del ricorso alla Corte di Strasburgo e, accordatagli la buona fede,
ha dimostrato di ignorare che la Corte Europea non annullerà la sentenza della Cassazione e non
dichiarerà innocente il pregiudicato Berlusconi.
Eppure, di lui si dice che sia laureato in giurisprudenza
e perfino che sia avvocato.
La realtà, però, sembra attestare che sia
un leguleio assolutamente inaffidabile, soprattutto quando
si avventura a parlare di leggi e di giustizia.
1 commento:
ci sarebbe da aggiungere, al suo operato sociale -la Partecipazione a tale idea vedi link sottostonte>
http://www.informarexresistere.fr/2013/10/15/prelievo-forzoso-sui-conti-correnti-degli-europei/
L' IDEA E' STATA GIA APPLICATA da più di 13 anni senza il consenso di nessuno
questo commento è per tutti quelli che NON SE NE ancora ACCORTO ...
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