È iniziato il countdown !
Il 9 settembre si avvicina
e crescono apprensione e sbigottimento tra i pidiellini.
Che sarà di loro se
Berlusconi, salvo imprevisti dell’ultima ora, sarà invitato a raccattare le sue
cose, mettere il tutto in uno scatolone e lasciare Palazzo Madama?
Infatti, anche i reiterati tentativi
di ricatto, “se mi fanno decadere il
governo va a casa”, sono diventati ormai un’arma spuntata.
A disinnescare i ricatti ci
hanno pensato, non tanto le voci sui possibili salti della quaglia di senatori pidiellini,
quanto la mossa in contropiede di Napolitano che ha nominato quattro senatori a
vita, personalità insigni, lontane dai meschini giochi berlusconiani.
Giocando con il
pallottoliere Berlusconi lo ha capito, ed in meno di ventiquattro ore ha sconfessato
se stesso, negando di aver mai minacciata la caduta del governo, nonostante video
e registrazioni lo inchiodino senza pietà.
Non è certo una novità giacché
Berlusconi ci ha abituati ad esibirsi in dichiarazioni che subito dopo rinnega
con impudenza e con l’ebete puntello dei suoi lacchè.
Che strano! Non riesco neppure
a provare un briciolo di pena per questo vecchio signore che si rifiuta di affrontare,
con un minimo di dignità, il viale del suo tramonto politico.
Mi ricorda quei pugili rintronati
che, con il viso tumefatto, messi in angolo e malmenati con durezza dai loro
avversari, aspettano solo il getto della spugna o il suono del gong per uscire
dalla penosa situazione.
Anche per Berlusconi il
gong sta per suonare, a meno che Epifani ed il PD non decidano, all’ultimo
momento, un suicidio collettivo.
Salvare Berlusconi e Letta,
e gettare alle ortiche definitivamente il partito democratico sarebbe, però,
una scelta troppo sconsiderata, anche se l’autolesionismo è nel DNA della
sinistra italiana.
Ora, ammesso e non concesso
che il PD non lanci una ciambella di salvataggio a Berlusconi, c’è da chiedersi
che ne sarà del PdL.
Una formazione formalmente politica
ma di fatto privata.
Per questo i pidiellini, dopo
aver svolto, per venti anni, il solo compito di favorire e tutelare
gli interessi personali di Berlusconi, oggi percepiscono che la loro fine è
prossima.
Inevitabilmente, con l’avvicinarsi
della fine si va diffondendo tra le file pidielline il “si salvi chi può”.
Sulle barricate restano solo
gli irrazionali che non accettano la fine della cuccagna.
Brunetta, Santanchè,
Biancofiore, Gelmini, Verdini, Gasparri, solo per citarne alcuni, rifiutano il
destino inesorabile di tornare ad essere delle nullità, esattamente come erano
prima di aggrapparsi senza decenza al carro berlusconiano.
Un carro così privato che gli
stessi pidiellini vagheggiano, perfino, che a succedere a Berlusconi sia sua
figlia Marina.
La realtà è che, come tutti
i despoti, Berlusconi si è circondato di figure da comandare a bacchetta, evitando
di prendere a bordo soggetti capaci di pensare.
Così, se la Giunta del
Senato dovesse decidere la decadenza da senatore di Berlusconi, a cui fatalmente
seguiranno dodici mesi di arresti domiciliari e la ineleggibilità per sei anni,
il PdL, rimasto orfano, vivrà una graduale disgregazione, dilaniato dalle lotte
intestine, tra falchi e colombe, per la conquista di ciò che resta.
Per
questo, quando suonerà il gong, il 9 settembre, in gioco non ci sarà solo il
destino parlamentare di Berlusconi ma anche il possibile sconvolgimento dello
scenario politico.
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