Quasi
certamente il termine “avanguardista” non significherà nulla per chi, del
“ventennio fascista”, ne ha solo sentito parlare o ne ha lette le vicissitudine
sui libri di storia.
Per
questo mi farò aiutare dalle pagine del dizionario Le Monnier che individua come avanguardista “giovane, dai 14 ai 18 anni, inquadrato in organizzazioni paramilitari,
durante il regime fascista”.
Ebbene,
martedì sera 12 novembre, a Roma in Piazza San Lorenzo in Lucina, nella nuova sfolgorante
sede della risuscitanda Forza Italia, si è svolta la prima adunata di un
centinaio di aspiranti avanguardisti, arruolati da Daniela Santanchè.
In
programma una cena-incontro con il capo supremo, Silvio Berlusconi.
I
cronisti, in attesa sulla piazza, hanno cercato di scambiare qualche parola
con gli aspiranti avanguardisti, prima che varcassero la soglia del lussuoso
palazzo dopo aver superati i rigidi controlli predisposti dalla solerte
Santanchè.
Le
affermazioni, rilasciate dagli azzimati ragazzotti, tirati a lucido per l’occasione,
sono state sconcertanti.
Ad
esempio, uno di loro, alla domanda “perché
lei è qui ?”, ha risposto: “perché
Berlusconi ha fatto del bene all’Italia”.
Al
cronista che lo incalzava domandandogli: “può
farmi qualche esempio del bene fatto da Berlusconi all’Italia?”, l’aspirante
avanguardista ha risposto seccato: “ma
che cavolo di domande mi fa … non lo so !”.
Un
altro interpellato ha motivata la sua partecipazione all’adunata asserendo convinto:
“mia mamma mi ha detto che ero già fan di
Berlusconi quando ancora scalciavo nella sua pancia !”.
Un
terzo, invece, dando prova di aver assimilata molto bene la sola ragione
politica di Forza Italia, ha risposto al cronista: “sono qui per combattere la bieca campagna d’odio della sinistra contro
il presidente Berlusconi !”.
Significative
dichiarazioni che avranno fatto gongolare la madrina Santanchè, orgogliosa di
cotanta passione politica dei suoi cocchi.
Sarebbe
stata ancora più orgogliosa se le avessero riferito che quasi tutti gli
aspiranti avanguardisti, uscendo compiaciuti dall’adunata, ancora senza il fez
d’ordinanza, del discorso del capo supremo ricordavano solo che Berlusconi
aveva raccontato loro che ogni mattina è svegliato dal fido Dudù che gli lecca
i piedi.
Nessuno
di quei poveri tapini si era reso conto che il racconto di quei risvegli rasserenati
da leccate, conteneva un messaggio neppure troppo subliminale, vale a dire: cari
avanguardisti, per sopravvivere in Forza Italia dovrete imparare soprattutto a saper
leccare i piedi a Berlusconi.
A buon
intenditore …
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