Diversificare
l’offerta, proponendo al mercato con marchi diversi prodotti simili, quando non
addirittura identici, è una strategia di marketing che adottano molte aziende,
soprattutto del comparto dei beni di largo consumo.
Le
ragioni, all’origine di queste scelte strategiche, possono essere le più varie quali,
ad esempio, la necessità di trovare uno sbocco alle capacità di
sovrapproduzione dell’impresa, oppure il desiderio di raggiungere fasce di
consumatori con prezzi e promozioni aggressive, che risulterebbero sconvenienti
per l’appeal del marchio principale, e via dicendo.
Gestiti
con intelligenza e con una cura non solo formale, i processi di
diversificazione assecondano, spesso, il conseguimento di risultati positivi.
La
novità, oggi, è che anche la politica sembra voler mutuare dal marketing
commerciale il modello strategico della diversificazione.
Una
trappola tesa al potenziale elettorato del centrodestra !
Per
settimane, infatti, i media hanno tenuta viva l’attenzione, dei loro lettori e
telespettatori, riferendo della sceneggiata tra falchi e colombe che, diretti da un’abile
regista, davano ad intendere di darsele di santa ragione dentro e fuori il
Popolo della Libertà.
La
“casalinga di Voghera” si sarà domandata: possibile che burattini, politicamente
inventati da Berlusconi, abbandonino il burattinaio proprio nei momenti più
difficili della sua avventura politica, senza neppure attendere che l’aula del
Senato si pronunci sulla sua decadenza ?
La
“casalinga di Voghera”, da molti ritenuta la personificazione dell’italiano medio,
si sarà posta anche altre domande.
Ad
esempio: come mai la riesumazione di Forza Italia, programmata per l’8
dicembre, ha subita l’improvvisa accelerazione al 16 novembre, cioè poche ore
prima che altri movimenti di centrodestra riesumassero anche Alleanza Nazionale ?
Oppure:
cosa pensare del fatto che il giorno prima, cioè il 15 novembre, il ciellino
Mauro, ex PdL, abbia capitanata la fronda all’interno di Scelta Civica per
provocarne la scissione, con l’obiettivo di ricongiungersi ai ciellini
Formigoni e Lupi, promotori del Nuovo Centrodestra ?
Si
sarà trattato di semplici circostanze fortuite, oppure erano tasselli di una ingegnosa
strategia di diversificazione, mirata a creare una coalizione di centrodestra
più articolata e, perciò, in grado di proporre una offerta politica
differenziata agli elettori ?
D’altra
parte, subito dopo lo strappo era stato proprio Angelino Alfano non solo ad
esprimere sentimenti di amore eterno e di riconoscenza infinita nei confronti di
Berlusconi, ma a confermare che sarebbe Berlusconi il leader di una coalizione alla
quale, Alfano, si è affrettato ad assicurare l’adesione del Nuovo Centrodestra.
Insomma,
una separazione che puzza di imbroglio !
Quale
potrebbe essere la chiave di lettura di questa serie di avvenimenti, se non la
volontà di architettare, per il centrodestra, una strategia di
diversificazione?
Ormai,
infatti, il Popolo della Libertà aveva dovuto prendere atto che la compiacenza degli
ambienti cattolici ed ecclesiali, di cui beneficiava da anni, a poco a poco si
era andata affievolendo, anche a causa dei comportamenti e degli impicci giudiziari
di Berlusconi.
Non
solo, ma la scelta, del PdL, di partecipare al governo delle larghe intese risultava sgradita a quella parte del suo elettorato non ottusamente berlusconiano.
Perlomeno, era
ciò che confermavano i sondaggisti, da settimane, indicando come sempre più
ampio il divario del PdL dal Partito Democratico.
Inoltre,
gli stessi sondaggisti prospettavano la possibile ascesa di Matteo Renzi alla
segreteria del PD e, probabilmente, anche la sua candidatura a premier della
coalizione di centrosinistra, con un gradimento ampio e trasversale da parte
dell’elettorato.
Al
Popolo della Libertà, quindi, non restava altro da fare che scompaginare il suo quadro
politico, senza rinunziare, però, a partecipare al governo per condizionarne, a
proprio vantaggio, l’azione.
Lo
scopo: proporre all’elettorato una coalizione di centrodestra con posizioni
diversificate per tirare a sé, con il Nuovo Centrodestra, gli elettori che vogliono
continuità e stabilità del Governo Letta, e, con Forza Italia, Alleanza
Nazionale e Fratelli d’Italia, che si collocano all’opposizione, gli elettori
contrari alle larghe intese.
Una
strategia che sembrerebbe vincente, almeno stando ai sondaggi delle ultime ore che
registrano il sorpasso della coalizione di centrodestra sul centrosinistra, con
un vantaggio di oltre due punti percentuali.
Sarei
cauto, però, nel tributare un successo definitivo a questa strategia di diversificazione
sulla quale incombono, come una spada di Damocle, sia la decadenza da senatore
di Berlusconi e la sua non candidabilità per i prossimi sei anni, sia i
processi e le inchieste in corso a Milano, Napoli e Bari … sia poi eventuali scelte popolari che potrebbe fare il Governo Letta, sempre che si svegli dal lungo
letargo.
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