Il palcoscenico: RAI 2, studi televisivi del programma “Virus”
Personaggi ed
interpreti
Il conduttore: nelle vesti di
manipolatore un sedicente giornalista, Nicola Porro, affiliato alla gang degli
arcoresi capeggiata da Alessandro Sallusti che è dilettato dall’affettuosa
amicizia di Daniela Santanchè.
L’ospite: un berlusconiano
della prima ora, Marcello Dell’Utri, ex dirigente Fininvest, cofondatore di
Forza Italia, parlamentare dal 1996 al 2013, ma soprattutto già condannato, in
appello, a 7 anni di reclusione per “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Il canovaccio: puntare su una
fantomatica domanda di grazia per infinocchiare i telespettatori ed indurli a
credere che Silvio Berlusconi sia solo la povera vittima di angherie, mentre
Giorgio Napolitano, invece, sia il bieco maneggione che vuole disarcionare il cavaliere
di Arcore.
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Intervistato
da Porro, Dell’Utri conferma, con convinzione, che i figli di Berlusconi non
solo abbiano firmata la domanda di grazia, ma l’abbiano anche fatta pervenire
al Quirinale.
A
questo punto Porro lo incalza: “le
risulta che è arrivata al Quirinale e che si è persa in qualche ufficio ?”.
Dell’Utri
non ha dubbi. Si lascia andare ad una affermazione molto grave, che suona oltraggiosa
per il Capo dello Stato giacché sottintende che Giorgio Napolitano, venendo
meno ai suoi doveri istituzionali, avrebbe deciso di ignorare la domanda di
grazia perché, secondo Dell’Utri appunto: “evidentemente
non gliela vogliono dare. Vogliono che Berlusconi si arrenda … si deve
arrendere”.
Caspita
! Parole pesanti come macigni !
Sennonché,
immediate arrivano le smentite sia da parte dell’avvocato Ghedini, che parla di
notizia assolutamente infondata, sia da parte del Quirinale che conferma non essere
mai pervenuta la domanda di grazia.
Intanto,
però, il gioco è fatto e la gang degli arcoresi è riuscita, ancora una volta,
a divulgare notizie false e tendenziose.
Di
fatto, tra i telespettatori, che hanno assistito al programma “Virus”, sicuramente ci saranno stati
anche molti grulli che hanno abboccato alle falsità imbandite da quel gaglioffo
di Nicola Porro.
A
fare la figura, però, da scemo del villaggio televisivo è stato Marcello Dell’Utri
che, poche ore dopo, non solo si è detto vittima di un trappolone tesogli da
Porro, ma ha anche dichiarato: “io, della
grazia di Berlusconi non so un tubo!”.
È
lecito domandarsi, allora: come mai Dell’Utri si è permesso di sostenere che la
domanda di grazia, “firmata dai cinque
figli compatti” di Berlusconi, fosse pervenuta al Quirinale, alludendo così
che giacesse ignorata in qualche cassetto ?
E,
per quale scopo Dell’Utri ha voluto insinuare che Giorgio Napolitano si prefigga
la resa di Berlusconi, e per questo rifiuterebbe di prendere in esame la
concessione della grazia?
Purtroppo,
ancora una volta, la solita faziosa disinformazione è riuscita a propagare le
sue tossine attraverso il mezzo televisivo.
Particolarmente
preoccupante, in questo caso, che il programma fosse diffuso da RAI 2, cioè una rete di quel servizio
pubblico che dovrebbe garantire equilibrio ed affidabilità nell’informazione.
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