Confido che Marcello
Marchesi mi perdoni, dall’aldilà, se ardisco mutuare il suo aforisma “anche le formiche nel loro piccolo si
incazzano” parafrasandolo in “anche
Brunetta nel suo piccolo si incazza”.
Il fatto è che non
passa giorno che Renato Brunetta non manifesti tutta la sua rabbia dando sfogo
a nevrotiche scorribande verso qualche personaggio politico.
Oddio, in verità
Brunetta non è mai stato un gentleman
né con le parole né con i comportamenti.
A Cortina d’Ampezzo,
ad esempio, nel 2009 quando era ministro della Pubblica amministrazione ed
innovazione, dal palco di un convegno dell’allora Popolo della Libertà, Brunetta
ululò alla sinistra, agitando i braccini e con gli occhi di fuori, “vada a morire ammazzata”.
Né fu più civile con
il segretario della CISL di Brescia al quale, dopo un botta e risposta, disse “vaffanculo tu e il sindacato”.
Fame di protagonismo
? Ansia da complessato ? Incapacità a reggere il confronto democratico ? Spocchiosa
arroganza ? Stress da ambizioni represse ?
Forse un cocktail di
tutto questo.
Di certo l’essere ruzzolato
giù dal seggio ministeriale, dopo la fuga di Berlusconi da Palazzo Chigi nel
2011, e il rendersi conto, ogni giorno, di essere considerato meno del due di
briscola, hanno esacerbate le performance isteriche di Brunetta.
Ce l’ha, ad esempio,
con Giorgio Napolitano reo, secondo lui, di avergli impedito di diventare ministro
della Giustizia del IV Governo Berlusconi, e così, in questi giorni ha deciso
di prenderlo di mira mettendo in dubbio la veridicità dell’emolumento e dei
vitalizi che percepirebbe come Capo dello Stato.
Pronta e
circostanziata la risposta del Quirinale che ha sconfessate le strampalate
ipotesi pubblicate da Brunetta sul suo giornalucolo “Il Mattinale”.
Sempre in questi
giorni, con i consueti modi incivili ed irriguardosi, ha aggredita la
Presidente della Camera, Laura Boldrini, inducendola di fatto ad abbandonare la “capigruppo” della Camera, riunita per
definire il calendario per l’esame del “Documento
di economia e finanza”.
E che dire delle
continue e deliranti offensive contro Matteo Renzi ed il suo governo ?
Il crescente
nervosismo che induce Brunetta ad esasperare parole e modi, non è certamente
casuale.
A scrivere il
copione, della serie “anche Brunetta nel
suo piccolo si incazza”, sono le notizie sul disfacimento inesorabile di
Forza Italia, nonostante il premuroso omaggio che il Tribunale di Sorveglianza ha
voluto fare a Berlusconi concedendogli una sciocchezzuola di servizi sociali.
In effetti, Brunetta
è stressato dal pensiero che Forza Italia, rilevata in caduta libera dai
sondaggisti e superata da M5S, seconda formazione politica dopo il PD, sia lacerata
da beghe interne che neppure un despota come Berlusconi riesce a tenere a
freno.
Brunetta ha perso il
lume della ragione nell’apprendere che l’ideatore e fondatore di Forza Italia,
Marcello Dell’Utri, sia stato raggiunto da un mandato di cattura
internazionale, e sia ora piantonato a Beirut, nell’ospedale Al Hayat, in attesa di estradizione.
Brunetta è rimasto traumatizzato
quando Paolo Bonaiuti, da sempre fedele portavoce di Berlusconi, ha presi armi
e bagagli ed ha abbandonato l’ex cavaliere al suo destino.
Insomma, Brunetta sta
soffrendo di un travaso di bile nel sentire franare, sotto i suoi piedi, ogni speranza
di continuare a strepitare ai quattro venti “lei
non sa chi sono io”, e reagisce come è capace, dando fuori di matto.
Anche per lui, quindi, “ha da passà ‘a nuttata”, ed al risveglio scoprirà, con amarezza, di
essere ancora e solo il piccolo uomo che era prima di spendersi al servizio di
Berlusconi.
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