domenica 13 aprile 2014

“Dura lex sed lex” … ma per chi ?

Sarà ancora più difficile, da oggi, poter rendere comprensibile, ad alcuni amici stranieri, come cavolo funzioni la giustizia in Italia.
Ci avevo già provato, alcuni mesi fa, quando su alcuni quotidiani europei era stata pubblicata la notizia della signora anziana di 80 anni, con il minimo di pensione, sorpresa a nascondere nella sua borsa, dal vigilante di un supermercato genovese, una bottiglia di latte, una confezione di carne ed un pacchetto di biscotti, non dichiarati nel momento di transitare alla cassa.
Valore dei prodotti “rubati”: meno di 20 euro.
Chiamati dal direttore del supermercato i carabinieri, verbalizzata la denunzia, portavano in caserma la povera pensionata, in stato di fermo.
Accusata di “furto aggravato”, anche se commesso in evidente stato di necessità, il giudice ha ritenuto giusto condannare l’ottantenne pensionata a due mesi e 20 giorni di reclusione.
Tentai, allora, di spiegare ai miei amici, con scarso successo, che il principio “dura lex sed lex” deve valere per ogni cittadino, a prescindere dall’età, dallo stato sociale, dalla condizione economica.
Oggi, però, sarei fortemente in imbarazzo a ripetere loro lo stesso discorsetto se, aggiornati sui fatti di casa nostra dai quotidiani di mezza Europa, mi chiedessero di nuovo: “ma come cavolo funziona la giustizia in Italia ?”.
In effetti, per qualsiasi individuo razionale e di buon senso, credo sia incomprensibile la balzana amministrazione della giustizia alla quale stiamo assistendo in questi giorni.
Il sostituto procuratore generale, Antonio Lamanna, ha espresso parere favorevole, al Tribunale di Sorveglianza di Milano, perché il pregiudicato Silvio Berlusconi possa espiare, affidato ai servizi sociali, i dieci mesi non “indultati” della condanna definitiva a quattro anni, comminatagli per frode fiscale.
È il finale grottesco del processo che, dopo tre gradi di giudizio, si è concluso con sentenza definitiva il 1° agosto 2013.
E’ semplicemente ridicolo, infatti, non solo che Berlusconi abbia vissuto da libero cittadino i nove mesi già trascorsi dal giorno della sentenza di Cassazione, ma che nei prossimi dieci mesi sconterà una “pena” severissima, quella di dedicare quattro ore del suo tempo, ogni settimana, ad una “casa di cura per anziani e disabili”.
In pratica, per Berlusconi, l’anno di condanna non “indultato” si tradurrà di fatto in 160 ore, vale a dire un totale di 6 giorni, da trascorrere presso una “casa di cura per anziani e disabili”.
Chissà cosa ne penserà la pensionata genovese condannata a due mesi e 20 giorni di detenzione, per un “furtarello” di 20 euro !

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