Sarà ancora più
difficile, da oggi, poter rendere comprensibile, ad alcuni amici stranieri,
come cavolo funzioni la giustizia in Italia.
Ci avevo già provato,
alcuni mesi fa, quando su alcuni quotidiani europei era stata pubblicata la
notizia della signora anziana di 80 anni, con il minimo di pensione, sorpresa a nascondere nella sua borsa,
dal vigilante di un supermercato genovese, una bottiglia
di latte, una confezione di carne ed un pacchetto di biscotti, non dichiarati
nel momento di transitare alla cassa.
Valore dei prodotti “rubati”:
meno di 20 euro.
Chiamati dal
direttore del supermercato i carabinieri, verbalizzata la denunzia, portavano
in caserma la povera pensionata, in stato di fermo.
Accusata di “furto
aggravato”, anche se commesso in evidente stato di necessità, il giudice ha
ritenuto giusto condannare l’ottantenne pensionata a due mesi e 20 giorni di
reclusione.
Tentai, allora, di
spiegare ai miei amici, con scarso successo, che il principio “dura lex sed lex” deve valere per ogni
cittadino, a prescindere dall’età, dallo stato sociale, dalla condizione economica.
Oggi, però, sarei
fortemente in imbarazzo a ripetere loro lo stesso discorsetto se, aggiornati sui
fatti di casa nostra dai quotidiani di mezza Europa, mi chiedessero di nuovo: “ma come cavolo funziona la giustizia in
Italia ?”.
In effetti, per
qualsiasi individuo razionale e di buon senso, credo sia incomprensibile la balzana
amministrazione della giustizia alla quale stiamo assistendo in questi giorni.
Il sostituto
procuratore generale, Antonio Lamanna, ha espresso parere favorevole, al
Tribunale di Sorveglianza di Milano, perché il pregiudicato Silvio Berlusconi possa
espiare, affidato ai servizi sociali, i dieci mesi non “indultati” della
condanna definitiva a quattro anni, comminatagli per frode fiscale.
È il finale grottesco
del processo che, dopo tre gradi di giudizio, si è concluso con sentenza
definitiva il 1° agosto 2013.
E’ semplicemente
ridicolo, infatti, non solo che Berlusconi abbia vissuto da libero cittadino i
nove mesi già trascorsi dal giorno della sentenza di Cassazione, ma che nei prossimi
dieci mesi sconterà una “pena” severissima, quella di dedicare quattro ore del
suo tempo, ogni settimana, ad una “casa di cura per anziani e disabili”.
In pratica, per
Berlusconi, l’anno di condanna non “indultato” si tradurrà di fatto in 160 ore,
vale a dire un totale di 6 giorni, da trascorrere presso una “casa di cura per
anziani e disabili”.
Chissà cosa ne penserà la pensionata genovese
condannata a due mesi e 20 giorni di detenzione, per un “furtarello” di 20 euro
!
Nessun commento:
Posta un commento