Nonostante tutta la
buona volontà non riesco proprio ad aggregarmi all’onda di quanti, da
settimane, largheggiano in approvazioni e plausi per Matteo Renzi ed il suo
operato.
Eppure non sono mai
stato prevenuto nei confronti di Renzi.
Tuttavia non posso fare
a meno di accostarlo a certi annunci di auto usate che, per attirare i clienti,
ricorrono a descrizioni formidabili del tipo: “vettura in condizioni impeccabili di motore e carrozzeria, pari al
nuovo, unico proprietario, chilometri certificati e tagliandati presso concessionaria
ufficiale, full optional, occasione unica ad un prezzo incredibile”.
Se però qualcuno,
incuriosito, decidesse di prendere visione della favolosa proposta, quasi
certamente sarebbe accolto da un venditore che, con fare dispiaciuto, lo
informerebbe che proprio quella vettura, purtroppo, era già stata venduta il giorno
prima, ma approfitterebbe, ovvio, per magnificargli decine di altri catorci disponibili.
Ecco, appunto, la
sensazione è che anche Renzi ricorra ad annunci esageratamente accattivanti che
poi, alla prova dei fatti, dimostrino di non avere le favolose valenze proclamate.
Ad esempio, pomposo
ma confuso e subdolo, l’annuncio della eliminazione delle Province si è
rivelato una panzana perché, di fatto, si è trattato solo del mancato rinnovo
dei consigli provinciali in scadenza, mentre la cancellazione effettiva delle Province potrà avvenire se e quando il
Parlamento approvasse la riforma del Titolo V della Costituzione.
Altrettanto è
avvenuto nel caso dei tanto declamati 80 euro in più nelle buste paga mensili
di coloro che percepiscono uno stipendio lordo annuo fino a 28.000 euro.
In realtà si è
scoperto che godranno effettivamente del bonus di 80 euro solo una parte degli
aventi diritto, mentre per tutti gli altri il bonus sarà inferiore agli 80
euro.
Anche se quelle di
Renzi ricordano tanto le fanfaronate ascoltate nei mercatini di paese e di cui Berlusconi
aveva già fatto largo uso, a lasciarmi
perplesso c’è altro.
Ad esempio, mi
preoccupa la costante ambiguità di Renzi.
Quella ambiguità che
lo ha portato a tranquillizzare Enrico Letta, con decine di “#stai
sereno”, fino a poche ore prima di scalzarlo in malo modo da Palazzo Chigi.
Inoltre, più che ambiguo
ed oscuro è il rapporto che ha instaurato con un pregiudicato, Silvio Berlusconi.
Renzi, infatti, non
solo è riuscito a riscattare Berlusconi dalla emarginazione politica, ma gli permette
di dettare molte delle scelte che poi finiscono per condizionare la sua azione
sia di capo del governo che di segretario del PD.
Qualche esempio ?
Berlusconi, pur standosene
all’opposizione, ha ottenuto che Renzi facesse suo, a scatola chiusa, quell’obbrobrio
di legge elettorale, oppure che nominasse ministro del governo Federica Guidi,
di provata fede berlusconiana, ed anche che designasse alle Poste, come
presidente, Luisa Todini, già europarlamentare di Forza Italia, oppure che
riducesse le pene previste per il voto di scambio mafioso, per non dimenticare il
depennamento dal DEF, all’ultimo momento dopo una cena con Berlusconi, dell’impegno
ad “affrontare definitivamente il
problema dei tempi di prescrizione.
L’impressione è che,
di fatto, l’azione di governo sia pilotata a quattro mani, per la influenza che
esercita su Renzi il leader di Forza Italia, che è all’opposizione.
Un rapporto, quello
con Berlusconi, così pregnante e sospetto se riesce a condizionare Renzi anche da
segretario nella gestione del PD, al punto da indurlo a rifiutare e calpestare
ogni confronto interno pur di non contrariare i desiderata dell’ex cavaliere.
Così è stato, tra l’altro,
per la legge elettorale, imposta alla direzione PD senza concedere margini alla
discussione, come per il progetto di riforma del Senato.
Infine, se a queste perplessità aggiungo l’inquietudine
per il suo abborracciato menù, cucinato con superficialità, indeterminatezza, vaghezza,
approssimazione, non vedo un solo motivo per lasciarmi trascinare dall’onda di ammirazione
ed approvazione per l’operato di Matteo Renzi.
Nessun commento:
Posta un commento