Signor
Renzi, buongiorno !
Sarei di più a mio agio se potessi dirle a voce, vis-à-vis, ciò che sto per scrivere,
almeno potrei divertirmi nel decifrare la ipocrisia che trapelerebbe dalle sue smorfie.
Siccome,
però, non sono altro che un semplice uomo della strada non avrò mai la
possibilità di dire con franchezza, ad un “potente” come lei, quali reazioni e sensazioni
provochino in me certe dichiarazioni e certi atteggiamenti.
Comunque
bando alle ciance, voglio raccontarle l’incazzatura di oggi.
Premetto
che sono perfettamente al corrente di quanto lei sia impegnato nel volare da Hanoi
a Parigi, da Pechino a Berlino, da Astana a Bruxelles, sospinto dall’ansia di costruirsi
una parvenza di internazionalità.
Per
noi italiani, però, sta diventando un problema il fatto che lei abbia affidate le
faccende del nostro Paese alle giovani mani di un team, ben addestrato ad assecondare
la voce del padrone, ma ancora inesperto, ad esempio, nel comprendere che una
semplice virgola, posta prima o dopo una parola, possa cambiare il significato anche
di un pensiero complesso ed importante.
Così,
mentre lei è in giro per il mondo, con il passare delle ore va montando il
pasticciaccio della riforma del Senato, in
cui è stata inserita l’immunità per coloro che dovrebbero occupare gli
scranni senatoriali post-riforma.
Che
si tratti di una porcata colossale lo evidenziano i tentativi di tutti i
protagonisti di scaricarne su altri la responsabilità.
Per
primo a tirarsi indietro è stato il ministro Maria Elena Boschi dichiarando “Il Governo non la voleva”, seguita a
ruota dal senatore Paolo Romani che ha affermato “Forza Italia non c’entra con l’immunità”, il che sembrerebbe
confermato da uno dei firmatari della proposta, il leghista Calderoli.
Fatto
sta che, anche se di soppiatto, qualcuno deve aver pur inserita la vergognosa immunità
in quel testo, poi diffuso con il taciturno ed ottuso consenso di coloro che
avevano preso parte ai lavori della Commissione Affari Costituzionali.
Che
sia la solita manfrina dello scaricabarile lo si deduce anche dalle parole di
Anna Finocchiaro, Presidente della Commissione Affari Costituzionali: “Il Governo ha vistato due volte i nostri
emendamenti, compreso quello sull’immunità. Conosceva il testo, sapeva tutto.
Ha fatto una scelta”.
Ecco,
proprio le parole, “ha fatto una scelta”,
mi hanno mandato in orbita, spinto dal vorticoso roteare delle pal(l)e dell’elicottero.
Ma
come, signor Renzi, nel nostro Paese, appestato dal malaffare di politici, amministratori
pubblici e funzionari dello Stato, in cui ogni giorno salta fuori un nuovo
scandalo, lei sceglie di concedere l’immunità
agli amministratori che la sua riforma trasformerebbe in senatori per qualche
giorno, durante l’anno?
Cioè,
se ho ben capito, lei avrebbe deciso di garantire, ai senatori part-time, lo
scudo dell’immunità fruibile anche per le attività svolte come amministratori
locali ?
Signor
Renzi, mi scusi ma è inquietante e preoccupante che lei, capo del governo, dia
prova di così tanta insensatezza e cinismo, confermati dalle parole che lei ha dette
ai suoi collaboratori: “… se l’immunità
diventa un problema la si toglie”.
Signor
Renzi, ma lei c’è o ci fa ?
Cosa
cavolo le svolazza nella testa ?
L’immunità
va cancellata dalla riforma del Senato, e non solo, perché è semplicemente una schifezza,
tout court, e non soltanto qualora dovesse diventare un problema per far passare la
riforma.
Ma
lei lo sa che se, alla vigilia delle elezioni europee, avesse manifestata la
stessa ambiguità a proposito degli scandali EXPO’ e Mose, non avrebbe ottenuto
il voto di molti elettori ?
Ma
tant’è, lei sta turlupinando spudoratamente gli italiani, per pagare quelle cambiali
che ha firmate a Berlusconi in cambio dell’aiuto per arrivare a Palazzo
Chigi.
Tra
gli italiani presi in giro ci sono, però, anche quei milioni di elettori il cui
voto europeo l’ha fatto godere e l’ha illuso di essere il dominatore della
scena politica.
Faccia
molta attenzione, signor Renzi, perché quando si accorgeranno degli inciuci che
la avvinghiano al pregiudicato di Arcore, gli elettori la scaraventeranno giù
dal piedistallo.
Sarò
sincero, del fatto che per lei possa essere doloroso capitombolare dalla
poltrona di Palazzo Chigi, nun me ne po’ frega’ de meno.
Mi
preoccupa molto, invece, che gli italiani stiano gettando alle ortiche un’altra
occasione per risollevarsi dalla rovinosa situazione in cui li ha fatti
precipitare questa classe politica.
Per
questo signor Renzi, la smetta di giocare a fare il premier e di sentirsi
soddisfatto come il bambino che ce l’ha fatta a rubare la marmellata.
L’Italia,
questa Italia ha bisogno di un Governo serio, capace, consapevole delle
difficoltà reali del Paese.
Concludo queste righe con un freddo e formale saluto, perché
non me la sento proprio di battere il cinque con lei.
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