martedì 24 giugno 2014

Signor Renzi le scrivo, così mi rilasso un po’

Signor Renzi, buongiorno !
Sarei di più a mio agio se potessi dirle a voce, vis-à-vis, ciò che sto per scrivere, almeno potrei divertirmi nel decifrare la ipocrisia che trapelerebbe dalle sue smorfie.
Siccome, però, non sono altro che un semplice uomo della strada non avrò mai la possibilità di dire con franchezza, ad un “potente” come lei, quali reazioni e sensazioni provochino in me certe dichiarazioni e certi atteggiamenti.
Comunque bando alle ciance, voglio raccontarle l’incazzatura di oggi.
Premetto che sono perfettamente al corrente di quanto lei sia impegnato nel volare da Hanoi a Parigi, da Pechino a Berlino, da Astana a Bruxelles, sospinto dall’ansia di costruirsi una parvenza di internazionalità.
Per noi italiani, però, sta diventando un problema il fatto che lei abbia affidate le faccende del nostro Paese alle giovani mani di un team, ben addestrato ad assecondare la voce del padrone, ma ancora inesperto, ad esempio, nel comprendere che una semplice virgola, posta prima o dopo una parola, possa cambiare il significato anche di un pensiero complesso ed importante.
Così, mentre lei è in giro per il mondo, con il passare delle ore va montando il pasticciaccio della riforma del Senato, in  cui è stata inserita l’immunità per coloro che dovrebbero occupare gli scranni senatoriali post-riforma.
Che si tratti di una porcata colossale lo evidenziano i tentativi di tutti i protagonisti di scaricarne su altri la responsabilità.
Per primo a tirarsi indietro è stato il ministro Maria Elena Boschi dichiarando “Il Governo non la voleva”, seguita a ruota dal senatore Paolo Romani che ha affermato “Forza Italia non c’entra con l’immunità”, il che sembrerebbe confermato da uno dei firmatari della proposta, il leghista Calderoli.
Fatto sta che, anche se di soppiatto, qualcuno deve aver pur inserita la vergognosa immunità in quel testo, poi diffuso con il taciturno ed ottuso consenso di coloro che avevano preso parte ai lavori della Commissione Affari Costituzionali.
Che sia la solita manfrina dello scaricabarile lo si deduce anche dalle parole di Anna Finocchiaro, Presidente della Commissione Affari Costituzionali: “Il Governo ha vistato due volte i nostri emendamenti, compreso quello sull’immunità. Conosceva il testo, sapeva tutto. Ha fatto una scelta”.
Ecco, proprio le parole, “ha fatto una scelta”, mi hanno mandato in orbita, spinto dal vorticoso roteare delle pal(l)e dell’elicottero.
Ma come, signor Renzi, nel nostro Paese, appestato dal malaffare di politici, amministratori pubblici e funzionari dello Stato, in cui ogni giorno salta fuori un nuovo scandalo, lei sceglie di concedere l’immunità agli amministratori che la sua riforma trasformerebbe in senatori per qualche giorno, durante l’anno?
Cioè, se ho ben capito, lei avrebbe deciso di garantire, ai senatori part-time, lo scudo dell’immunità fruibile anche per le attività svolte come amministratori locali ?
Signor Renzi, mi scusi ma è inquietante e preoccupante che lei, capo del governo, dia prova di così tanta insensatezza e cinismo, confermati dalle parole che lei ha dette ai suoi collaboratori: “… se l’immunità diventa un problema la si toglie”.
Signor Renzi, ma lei c’è o ci fa ?
Cosa cavolo le svolazza nella testa ?
L’immunità va cancellata dalla riforma del Senato, e non solo, perché è semplicemente una schifezza, tout court, e non soltanto qualora dovesse diventare un problema per far passare la riforma.
Ma lei lo sa che se, alla vigilia delle elezioni europee, avesse manifestata la stessa ambiguità a proposito degli scandali EXPO’ e Mose, non avrebbe ottenuto il voto di molti elettori ?
Ma tant’è, lei sta turlupinando spudoratamente gli italiani, per pagare quelle cambiali che ha firmate a Berlusconi in cambio dell’aiuto per arrivare a Palazzo Chigi.
Tra gli italiani presi in giro ci sono, però, anche quei milioni di elettori il cui voto europeo l’ha fatto godere e l’ha illuso di essere il dominatore della scena politica.
Faccia molta attenzione, signor Renzi, perché quando si accorgeranno degli inciuci che la avvinghiano al pregiudicato di Arcore, gli elettori la scaraventeranno giù dal piedistallo.
Sarò sincero, del fatto che per lei possa essere doloroso capitombolare dalla poltrona di Palazzo Chigi, nun me ne po’ frega’ de meno.
Mi preoccupa molto, invece, che gli italiani stiano gettando alle ortiche un’altra occasione per risollevarsi dalla rovinosa situazione in cui li ha fatti precipitare questa classe politica.
Per questo signor Renzi, la smetta di giocare a fare il premier e di sentirsi soddisfatto come il bambino che ce l’ha fatta a rubare la marmellata.
L’Italia, questa Italia ha bisogno di un Governo serio, capace, consapevole delle difficoltà reali del Paese.
Concludo queste righe con un freddo e formale saluto, perché non me la sento proprio di battere il cinque con lei. 

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