Probabilmente ha pensato
che la notizia di abdicare a favore del figlio Felipe avrebbe potuto influire,
in Spagna, sul risultato delle elezioni europee, è così il Re Juan Carlos di Borbone
ha atteso giorni prima di annunciare agli spagnoli, con un videomessaggio, la
sua decisione.
Fatto sta che proprio
nel giorno in cui l’Italia celebrava la festa della Repubblica, ad attirare l’attenzione
dei media di tutto il mondo era una delle ultime monarchie che gode ancora di un trono nel vecchio continente.
Ad intrigare i media, però, non
è stato solo il videomessaggio di Re Juan Carlos, quanto piuttosto le migliaia
di spagnoli scesi subito in piazza, da Madrid a Barcelona, da Bilbao a Oviedo, per chiedere un referendum popolare con
il quale scegliere se mantenere la monarchia od optare per la forma repubblicana.
A promuovere le manifestazioni
di piazza soprattutto i movimenti politici di Izquierda Unida, Podemos
ed Equo.
Non deve sorprendere
se solo ora, cioè dopo che Re Juan Carlos ha deciso di abdicare a favore del
figlio, i fautori della repubblica siano scesi in piazza per chiedere a gran
voce il referendum.
A Juan Carlos,
infatti, gli spagnoli hanno sempre riconosciuto il merito oltre che di aver
gestita, con equilibrio e buon senso, la transizione dalla dittatura franchista
verso la democrazia, anche quello di aver saputo fronteggiare e sventare, in
poche ore, il tentativo di golpe militare del 23 febbraio 1981.
Per contro, sono sempre gli
stessi spagnoli ad asserire che Felipe Juan Pablo di Borbone e Grecia avrebbe un
unico pretesto, per sedersi sul trono di Spagna, quello di essere il prodotto di uno spermatozoo reale.
Singolare che la meritocrazia dello spermatozoo DOC sia protagonista, anche sulla scena politica italiana,
dopo i risultati delle elezioni europee.
Ad esempio, la
scoppola subita nelle urne da Forza Italia, che non solo ha fallito l’obiettivo
del 25%, indicato da Berlusconi, ma si è arenata al 16,8%, ben al di sotto delle
più catastrofiche previsioni, ha ridato fiato a screzi, inquietudini, disaccordi
che da tempo si annidavano dietro le ipocrisie di circostanza.
Sempre più sono coloro,
infatti, che considerano ormai avvizzita la leadership di Berlusconi, e che vorrebbero
affidare ad un nuovo leader la rinascita di un centrodestra da opporre, più che
alla sinistra, a quel Matteo Renzi così abile nello sparigliare i giochi.
Al grido, però, di “il padrone sono me” Berlusconi, spronato
da Dudù e dal club dei lacchè, non intende
mollare l’osso.
Berlusconi sogna,
infatti, che al vertice di Forza Italia ci sia una successione dinastica.
Barbara ? Marina ?
Piersilvio ?
L’una vale l’altro,
perché tutti godono dell’impareggiabile merito di essere il prodotto di uno spermatozoo
berlusconiano.
A Raffaele Fitto,
quindi, non resta che rassegnarsi alla ineluttabilità di una monarchia assoluta
nella quale, sotto le false sembianze di partito, lo scettro si trasmetterà per
via ereditaria.
Anche nel Movimento
5 Stelle, però, la cocente sconfitta elettorale, tanto inattesa quanto avvilente,
deve aver tramortito perfino il guru Casaleggio, pur sempre padrone di sé ed imperturbabile
in ogni frangente.
Ore di serrati ed aspri
faccia a faccia con Grillo, ed il lungo e contrito silenzio devono avere
indotto Casaleggio a pensare che, per risollevarsi dal baratro elettorale, l’unica
strada fosse quella di porre Grillo sotto la vigilanza ed il controllo di una persona
di assoluto affidamento.
Così, già pochi giorni
dopo la sconfitta elettorale, per l’incontro con il leader populista inglese
Farage, a Bruxelles Grillo non è arrivato da solo ma è stato, accompagnato,
tutorato, guidato nientepopodimeno che dallo stesso figlio del grande guru,
Davide Casaleggio.
Insomma un badante di
razza per Beppe Grillo.
Gianroberto Casaleggio deve aver pensato: quale migliore
garanzia, per marcare stretto Beppe Grillo e le sue dissennate intemperanze,
che affidarsi al sicuro prodotto di uno spermatozoo DOC ?
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