La
nostra vita è scandita, oltre che dall’inesorabile trascorrere del
tempo, anche da innumerevoli circostanze che si ripropongono sistematicamente.
È
forse vero, come sostengono alcuni, che si è perso il normale alternarsi delle
stagioni, in compenso, però, non abbiamo smarrita, ahinoi, la regolarità della
chiamata alle urne per elezioni, di volta in volta, politiche, regionali,
provinciali, comunali, europee e, per non farci mancare nulla, anche primarie.
Ci
sono circostanze, comunque, delle quali tutti vorremmo farne a meno, ne sono
certo.
Mi
riferisco alle calamità naturali che, con assurda regolarità, sfregiano il
nostro Paese, lasciando dietro di loro una triste scia di lutti, tragedie
umane, rovine.
In
questi giorni il cataclisma si è abbattuto sulla Sardegna, con tutta la sua durezza
e con il suo carico di angoscia e di dolore per sedici incolpevoli vittime.
Esattamente
dodici mesi fa, nel novembre 2012, erano state però le popolazioni del
grossetano ad essere colpite da un nubifragio che ha uccise sei persone, oltre
ad aver provocati ingenti danni.
Nel
novembre 2011 erano stati i genovesi a dover fronteggiare l’esondazione del
Bisagno, dello Sturla e dello Scrivia ed a piangere, anche allora, sei morti.
Pochi
giorni prima, era il 25 ottobre, lo straripare dei fiumi Magra, Vara e Taro aveva
sommerse di acque limacciose le Cinque Terre, lo Spezzino e la Lunigiana, provocando
dodici morti.
E
potrei proseguire citando, ad esempio, calamità come quelle che hanno colpite
le Marche, nel marzo 2011, causando cinque vittime, oppure il Vicentino, nel
novembre 2010, con tre morti, od anche la riviera ligure di ponente, nell’ottobre
2010, e la provincia di Messina, nell’ottobre 2009, cagionando trentasei morti.
La
sequela delle devastazioni naturali risale indietro nei decenni, assecondata
dall’irresponsabilità di una politica che ha fatto affari con la
cementificazione per poi intervenire con sanatorie e condoni.
Secondo
copione, purtroppo, siamo costretti ad assistere, ogni volta, al rituale ipocrita
delle dichiarazioni di cordoglio espresse da quegli stessi parlamentari che, il
giorno dopo, dimentichi delle sciagure ritornano a giocare con i loro meschini traffici.
La
scusa accampata, per non fare nulla, è sempre la stessa: “mancano
le risorse per attuare una efficace tutela idrogeologica”.
Già,
infatti secondo gli esperti idrogeologici occorrerebbero dai trenta ai quaranta
miliardi di euro per realizzare un piano pluriennale per la “difesa del territorio” dalle calamità
naturali e per scongiurare decine e decine di vittime.
Ora
non so se la valutazione, formulata dagli esperti, sia corretta o meno, è certo,
però, che ogni volta che avviene una catastrofe il governo è costretto a
reperire decine di milioni di euro per i soli interventi di emergenza,
insufficienti, però, sia per risanare i danni, sia per ripristinare la
normalità di vita delle popolazioni colpite.
Per
questo, come non incavolarsi se, per le prime emergenze in Sardegna, il Governo
Letta ha già stanziati venti milioni, mentre, nella Legge di Stabilità ha commessa
l’indecenza di destinare soli trenta milioni per gli interventi di risanamento
idrogeologico, per tutto il 2014 ?
Poiché
non sopraggiungo da Marte sono al corrente che le risorse pubbliche scarseggino,
anche per colpa di tutti i governi che mai si sono preoccupati di tagliare gli sprechi
milionari ed i costi indecenti dell’apparato istituzionale e politico.
Siccome,
però, tutela e risanamento ambientale sono indicati, dagli idrogeologi, come la
vera “difesa del territorio”, mi
domando se, per il Governo Letta, questa difesa sia meno importante della “difesa militare”, alla quale ha destinati quasi trenta
miliardi per l’acquisto, nei prossimi anni, dei caccia F35 sulla cui
affidabilità, tra l’altro, sono in molti ad avanzare dubbi.
Possibile
che, per Letta, soddisfare la vanagloria del ministro Mauro e l’ambizione di
qualche generale sia più importante di salvare decine di vite umane e di
prevenire le devastazioni delle calamità naturali ?
2 commenti:
Che schifo questo Governo !
La responsabilità è di tutti i governi che hanno favorita la cementificazione, concessi condoni e sanatorie, ignorato il dissesto idrogeologico del territorio.
L'ultimo arrivato ... ha le sue colpe, ma soprattutto ha ereditati i dissesti lasciati dai governi precedenti !
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