Ci mancavano le
fumose e speciose rivelazioni di Tim Geithner, ex numero uno del Tesoro a
stelle e strisce, su immaginarie trame per far cadere il governo Berlusconi,
nel 2011, per ridare fiato all’ormai esangue ex cavaliere nella sua disperata campagna
elettorale.
Fumose, perché
Geithner si riferisce a non meglio identificati “funzionari europei” che avrebbero chiesto al Presidente Obama di
scendere in campo per liquidare Silvio Berlusconi. Se è vero, perché non li
cita con nome e cognome ?
Speciose, perché Geithner,
collocando le supposte trame solo ai primi giorni del novembre 2011, in
concomitanza con il G 20 di Cannes, dimostra di ignorare che Berlusconi ed il
suo governo navigassero in mari tempestosi, da molto tempo, sia sul versante
interno che su quello internazionale, ben prima perciò che a Cannes si
svolgesse il G 20.
Ad esempio sul versante
interno, dopo lo scontro passato alla storia come il giorno del “Altrimenti che fai ? Mi cacci ?”, Gianfranco
Fini ed i suoi fedelissimi (33 deputati e
10 senatori) lasciarono il Popolo della Libertà per costituire i gruppi autonomi di Futuro e Libertà.
Era l’aprile 2010, senza
i voti dei finiani il governo, alla Camera, non aveva più la maggioranza.
Tra l’altro la stessa
compagine governativa continuava a perdere pezzi, ad esempio: Claudio Scajola si
era dimesso da ministro dello Sviluppo Economico, perché indagato sulla
provenienza del denaro con cui aveva acquistata la casa fronte Colosseo, poi Aldo
Brancher, ministro per Sussidiarietà e Decentramento, dopo soli 17 giorni dal
mandato rassegnò le dimissioni perché coinvolto nel procedimento giudiziario
sullo scandalo Antonveneta, anche Nicola Cosentino si dimise da sottosegretario
all’economia prima che la Camera votasse la mozione di sfiducia nei suoi
confronti. Solo per citare alcuni dei molti casi.
Probabilmente, a Geithner
deve essere sfuggito che il 10 ottobre 2011, cioè 23 giorni prima del G 20 di
Cannes, il governo era stato battuto, alla Camera, sulla approvazione del Rendiconto
di bilancio 2010 (NdR: il Rendiconto sarebbe
stato poi approvato l’8 novembre 2011 per la decisione delle opposizioni di
astenersi dal voto, avendo Berlusconi già preannunciate le sue dimissioni).
Come a Geithner non deve
essere giunta notizia che Enzo Scotti, sottosegretario agli Affari Esteri, rassegnando
le dimissioni aveva invitato Berlusconi a dimettersi per lasciare il posto ad un
governo di unità nazionale.
Dimissioni che
Berlusconi rassegnò nelle mani del Capo dello Stato il 12 novembre 2011 dopo aver
ottenuto che la Camera approvasse il bilancio di previsione pluriennale
2012-2014.
Perciò, checché ne dicano
Berlusconi ed i suoi lacchè, il governo da oltre un anno viveva in stato
comatoso, salvato di volta in volta o dalle boccate di ossigeno che gli arrivavano
ora da questo ora da quel parlamentare, o dalle infornate di sottosegretari
nominati “ex voto suscepto”.
La bufala delle
trame internazionali o delle cospirazioni dei poteri forti serve, solo ed
ancora, per abbindolare i soliti citrulli, malati di amnesia, che votano Forza
Italia.
E’ verosimile che si
dovesse tramare a livello internazionale per far cadere un governo, manifesto malato
terminale ?
È vero, invece, che sul
versante internazionale Berlusconi ed il suo governo avevano persa, da tempo,
ogni credibilità.
Convinto, infatti,
di poter raccontare balle anche nei consessi internazionali, così come ha
sempre fatto per anni per turlupinare gli elettori di Forza Italia, Berlusconi
ha continuato ad esporre il nostro Paese a pessime figure, sproloquiando di politiche
e di impegni per il risanamento dei conti pubblici o le riforme strutturali.
E ciò che fece, ad
esempio, anche in occasione del vertice del Capi di Stato e di Governo dell’Area
Euro, il 21 luglio 2011, millantando un illusorio programma di interventi che l’Italia
avrebbe dovuto realizzare, a cominciare proprio dal pareggio di bilancio nel
2014.
Proprio per questo la
BCE, preoccupata per la crescente sfiducia dei mercati internazionali verso il
Sistema Italia e scettica sulle ennesime nuove promesse di Berlusconi, prese carta e penna ed il 5 agosto 2011 gli
inviò una lettera riservata, a firma congiunta Mario Draghi e Jean-Claude
Trichet, con la quale, rivolgendosi al “Caro
Primo Ministro” ricordava gli impegni che lui aveva presi con l’UE e lo
sollecitava a realizzarli, fissando per alcune misure urgenti anche i relativi tempi
di attuazione.
Per esempio, la BCE richiedeva
a Berlusconi di emanare decreti legge urgenti, che il Parlamento potesse
ratificare entro il mese di settembre 2011, in materia di: liberalizzazione dei
servizi pubblici locali e dei servizi professionali, riforma del sistema di
contrattazione salariale collettiva, politiche di riallocazione delle risorse
non occupate, riforma delle pensioni di anzianità, etc.
Mancavano tre mesi al
G 20 di Cannes e, probabilmente, anche di questa lettera Geithner non deve aver avuta
notizia.
Fatto sta che, a
Cannes Berlusconi si presentò senza aver attuato nessuno degli impegni presi e
sollecitatigli da BCE.
Confermatosi incapace
di rispettare gli impegni da lui stesso assunti, minato dalla sfiducia degli
investitori nel Sistema Italia, che sui mercati internazionali si concretizzava
nel vertiginoso rialzo dello spread, Berlusconi scelse di fuggire da Palazzo
Chigi e di lasciare al suo successore l’onere di dare attuazione agli impegni
che lui aveva assunti con tanta leggerezza.
Questi sono i fatti,
altro che oscure trame internazionali !
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