Non avrei mai
pensato che un giorno non mi sarei più compiaciuto di vivere in un Paese soddisfatto
di una libertà ambigua !
Non è che, all’improvviso,
io abbia perso il bene dell’intelletto.
La verità è che sono
stanco di ascoltare tutti quei mistificatori che vorrebbero farmi credere che libertà
significhi tollerare … rassegnarsi … giustificare … qualsiasi azione, qualsiasi
gesto, qualsiasi parola.
Se non si è disposti
a tollerare, rassegnarsi e giustificare, allora si è fascisti e reazionari.
Non sono né
reazionario né fascista, ciò nonostante non tollero, non giustifico e non mi
rassegno all’idea che nel mio Paese …
… si contrabbandi
come una espressione di libertà l’azione devastatrice di delinquenti che, nascondendosi
con cappucci, caschi e passamontagna, e sprezzanti dei diritti più elementari di
ogni cittadino, colgano qualsiasi pretesto per mettere a ferro e fuoco le città,
assaltare banche e negozi, dare alle fiamme automobili;
… si spacci per
requisito di libertà il fatto che pendagli da forca possano partecipare alle
manifestazioni armati di spranghe, bombe carta, bottiglie molotov;
… si consideri prova
di libertà consentire ad un guitto genovese, zotico e volgare, e ad un
pregiudicato di Arcore, di vomitare ingiurie, menzogne, calunnie, su tutte le
Istituzioni e sui loro esponenti;
… si permetta, in
nome della libertà di pochi farabutti, di umiliare il principio sacrosanto “la
legge è uguale per tutti”;
… si pretenda rivestire
con il manto della libertà gli isterismi di un sindacalismo che, nel patetico tentativo di sopravvivere alla evoluzione dei tempi, giunga perfino a contrastare
gli interessi dei disoccupati;
… si arrivi ad intravedere
nientemeno che un rivelatore di libertà nel penoso spettacolo di membri delle Istituzioni
che negozino, con ceffi da galera, le condizioni per svolgere le partite di
calcio senza intolleranze da parte delle tifoserie.
Di questa libertà ipocrita ne faccio a meno volentieri
!
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