Può darsi che, con
la stagione di “mani pulite”, qualcuno si fosse illuso che tutta l’erbaccia che
inquinava la politica italiana fosse stata annientata.
Il passare degli
anni ha evidenziato, però, anche a quelli di noi più distratti, che corruzione,
malaffare, ruberie, collusione con mafia, etc., continuavano ad infestare
l’aria, ricorrendo forse a modi più rozzi e per fini ancora più gretti.
Chi di noi non ha legittimamente
pensato, almeno una volta, che, per impegnarsi in politica, tra i requisiti richiesti
ci fosse una inclinazione comprovata a violare ogni norma del codice etico e di
quello penale ?
L’immoralità,
infatti, è così presente e normalizzata a tutti i livelli, da indurre perfino il
sospetto che le cosiddette scuole di partito organizzino corsi di
specializzazione e rilascino master in ogni tipologia possibile di illecito.
È certo che, alla
luce della degenerazione etica alla quale abbiamo assistito negli ultimi venti
anni, i misfatti di “tangentopoli” possano sembrare, oggi, insignificanti peccati
veniali, giustificabili allora con la esigenza di foraggiare i costosissimi
apparati dei partiti e di arricchirne i leader.
Lo tsunami
giudiziario che, agli inizi degli anni ’90, si abbatté sulla scena della
politica italiana si poggiava, infatti, su un unico capo di imputazione, il
“finanziamento illecito dei partiti” attraverso il malcostume affaristico delle
tangenti.
Purtroppo, però, la
stagione di “mani pulite” non è riuscita a sradicare dal bagaglio culturale e comportamentale,
dei politici nostrani, la vocazione per tutto ciò che è disonesto ed illegale.
Solo che, oggi, lo
scopo primario degli illeciti commessi dai politici sembrerebbe l’arricchimento
personale come testimonierebbero, ad esempio, lo scandalo sanità in Lombardia
con il rinvio a giudizio di Roberto Formigoni, ed in questi giorni l’inchiesta “EXPO
2015”, con l’arresto dei redivivi Gianstefano Frigerio e Primo Greganti, già protagonisti
e condannati ai tempi di “tangentopoli”.
In realtà, troppi
politici, pervasi dalla aberrante presunzione di potersene infischiare di
leggi, codici e sentenze, svolazzano tra i reati contemplati dal codice
penale, confidando nella loro presunta aureola di impunità ed infischiandosene del
disgusto e dell’insofferenza che monta nell’opinione pubblica.
Ci tocca assistere,
perciò, a parole e comportamenti improntati ad una sfrontatezza intollerabile.
Ad esempio, è indecente
che pregiudicati, con condanne definitive sulle spalle, come Berlusconi e
Dell’Utri, abbiano la faccia tosta di dichiararsi perseguitati dalla giustizia e
giungano perfino a considerarsi “prigionieri politici”.
E cosa pensare delle
insolenti parole di Dell’Utri che, condannato dalla Cassazione a sette anni per
concorso esterno in associazione mafiosa, dalla sua confortevole latitanza in
Libano pretenderebbe dettare alla Giustizia le sue condizioni per il rientro in
Italia, esigendo che la pena gli sia commutata
negli stessi grotteschi servizi sociali di cui già gode, inspiegabilmente, il
suo sodale Berlusconi ?
Di fronte ad
atteggiamenti così spudorati e folli c’è da chiedersi se siano dettati da
crassa ignoranza delle leggi e dei codici, e/o dalla convinzione di essere, per
grazia divina, al di sopra di leggi e codici.
Come valutare, per
esempio, le parole con cui Berlusconi ha definito immotivato l’arresto di
Claudio Scajola sostenendo che l’ex ministro avrebbe “solo aiutato un amico latitante” ?
Le aberranti parole
di Berlusconi confermano, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, la completa sua carenza
di una cultura etica e giuridica.
Infatti, Berlusconi
dimostra di ignorare che l’art. 378 del codice penale prevede il reato di “favoreggiamento personale” di cui si
rende colpevole chiunque aiuti un pregiudicato a sottrarsi all’Autorità
giudiziaria.
Non solo, ma per
Berlusconi è eticamente trascurabile che a commettere il reato di “favoreggiamento personale” sia stato
Claudio Scajola, ex ministro dell’interno del suo governo.
D’altra parte perché meravigliarsi ancora della bassezza
morale di colui che, oltre a circondarsi da una corte di inquisiti e
pregiudicati, ha ospitato per anni nella sua villa di Arcore un criminale mafioso,
pluriomicida, come Vittorio Mangano ?
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