Che
Enrico Letta sia un presidente del consiglio prolifico di belle parole ma privo dei necessari attributi per affrontare e risolvere le difficoltà dell’Italia, si era
capito da tempo.
Mestierante
della politica, e per di più ex democristiano, dimostra di essere a suo agio quando
si tratta di sparare panzane ai microfoni, ma va in difficoltà ed è pusillanime se deve
tradurre le panzane in fatti.
Non
ricordo quante volte, in queste settimane, Enrico Letta abbia affermato che il
"cuore" della Legge di Stabilità sarebbe stata la riduzione del cuneo fiscale,
per rendere più pesanti le buste paga e rilanciare i consumi.
Certo, ascoltando queste dichiarazioni, lavoratori ed imprenditori avevano sorriso
rassicurati e soddisfatti.
D’altra
parte, Letta non faceva che confermare l’impegno preso fin dal momento del suo
insediamento.
Si
è arrivati così, in ansiosa attesa, a martedì 15 ottobre.
Dopo
un faticoso e travagliato parto, il Consiglio dei Ministri ha finalmente data alla
luce la Legge di Stabilità.
Compiacendosi
del loro operato, Letta, Alfano & Co. si sono presentati in conferenza
stampa per istoriare la Legge di Stabilità con ghirigori entusiastici, ma anche
raccontando tante fanfaluche.
Fatto
sta che le aspettative, covate a lungo da lavoratori e imprenditori, da febbrili
si sono mutate dapprima in sconcerto per tradursi, ben presto, in una generale
incazzatura.
Dopo
aver sbandierato, per mesi ed ai quattro venti, l’impegno a ridurre le tasse
sul lavoro, Letta ha avuta la faccia tosta di compiacersi, in conferenza
stampa, per aver deciso uno sgravio fiscale che si tradurrà in un aumento delle
buste paga tra i 10 ed i 14 euro al mese, l’equivalente di 5 cappuccini con
brioche!
E,
con questo miserabile obolo, Letta crede davvero di rilanciare i consumi delle
famiglie?
Suvvia,
signor presidente del consiglio, ‘ccà
nisciuno è fesso!
Per questo, rifletto sul fatto che alla riduzione del cuneo
fiscale siano stati destinati non più di 2,5 miliardi, cioè molto meno di quanto
sia costata, alle casse dello Stato, la cambiale di 4,5 miliardi che Letta ha dovuta pagare a Berlusconi, con la
cancellazione dell’IMU, per fare il presidente del consiglio.
Con
la Legge di Stabilità, però, Letta ha pagata un’altra cambiale a Berlusconi, non
aumentando la tassazione sulle rendite finanziarie dal 20% al 22%, un intervento
da cui si sarebbero ricavate molte migliaia di euro per rimpinguare i fondi
destinati alla riduzione del cuneo fiscale.
Ma
le prese in giro non terminano qui.
Infatti,
da tre anni è in atto il blocco della rivalutazione delle pensioni, per cui
tutte le pensioni, anche le minime, hanno visto ridursi progressivamente il
loro valore monetario.
Rispettando il principio “chi ha dato ha dato, scurdammoce
‘o passato”, la Legge di Stabilità non prevede alcun recupero della mancata
indicizzazione per gli anni passati, ma si limita a prevedere una rivalutazione,
solo parziale, per le pensioni fino a € 3.000 lordi mensili.
Così,
quei ricconi che godono di una sontuosa pensione da € 3.001 lordi mensili in su, continueranno
a percepire pensioni sempre più svalutate.
Un’altra
brillante idea di Letta per favorire la ripresa dei consumi!
Ma
le prese in giro continuano!
Mentre
Alfano ed il PdL si vantano, a gran voce, di essersi dati da fare perché “non si mettessero le mani nelle tasche
degli italiani”, leggiamo la Legge Finanziaria e ci rendiamo conto che questo
conclamato successo, così come già quello della cancellazione dell’IMU, sono
solo ennesime prese in giro degli italiani.
Infatti,
dopo aver onorata la cambiale IMU di 4,5 miliardi, per consentire ad Alfano &
Co. di sbizzarrirsi nel turlupinare i soliti gonzi, Letta, nella Legge di
Stabilità ripropone l’IMU … con la furberia, però, di averle cambiato nome.
D’ora
in poi, infatti, si chiamerà TRISE, un balzello che oltre all’imposta sui servizi
di gestione dei rifiuti comporterà anche la tassazione sugli immobili.
L’amara
sorpresa, però, è che l’ex IMU, camuffata come “imposta
sui servizi comunali indivisibili”, la pagheranno non solo più i
proprietari degli immobili ma, in quota parte, anche gli inquilini.
Di
male in peggio!
Cosa
avranno da rallegrarsi e strombazzare Alfano ed il PdL, non riesco proprio a
comprenderlo.
Fatto
sta che di buone notizie, per i cittadini, in questa Legge di Stabilità non ce
n’è traccia.
Quello
che è ancora più grave è riscontrare l’incapacità di questo governo ad affrontare
di petto la crisi ed a predisporre interventi che incidano sulla ripresa
economica, sulla riduzione della disoccupazione, sul contenimento della cassa
integrazione, sul sostegno alle classi più deboli ed indifese.
Ci
sarebbe ancora molto altro da dire su questa Legge di Stabilità e sulle sue clausole
di salvaguardia, ma il mio travaso di bile è ormai fuori controllo.
Nessun commento:
Posta un commento