Maurizio
Carbone, segretario ANM, parlando al XXXI Congresso dell’Associazione Nazionale
Magistrati, svoltosi nei giorni scorsi, ha detto che: “L’incandidabilità di un condannato ad una pena superiore ai tre anni è
un principio di etica. Il fatto che ci sia voluta una legge, per introdurre
questa norma, dimostra la debolezza della politica”.
Intervenendo
nel corso dello stesso Congresso, il giurista francese Antoine Garapon, magistrato
e segretario generale del “Institut des
hautes études sur la justice”, ha citati gli atteggiamenti
anti-istituzionali dell’ex Presidente Sarkozy, provocando l’ironico e garbato commento
di Edmondo Bruti Liberati, già Presidente ANM, che ha chiosato: “Una volta tanto possiamo fare gli
sciovinisti con i francesi. Sarkozy quanto ad atteggiamenti anti-istituzionali
ne ha da fare di strada. Noi siamo andati molto ma molto avanti, possiamo
dargli qualche lezione”.
Parole,
di Carbone e Bruti Liberati, che avrebbero potuto essere pronunciate da qualsiasi
cittadino italiano di buon senso, sia perché si tratta di valutazioni molto
diffuse nell’opinione pubblica, sia perché i media, ogni giorno, ce ne
forniscono copiosi riscontri.
C’è
stato chi, invece, avendo la coda di paglia, ha pensato bene di reagire con stizza,
ipotizzando che in quelle parole ci potesse essere un allusivo riferimento al loro
padrone, Silvio Berlusconi.
Già
il fatto che lo stravagante zoo berlusconiano, dove coabitano falchi, colombe e
pitonesse, abbia avvertito un qualche riferimento tacito al suo padrone,
segnala l’inquietudine propria di chi sa di avere la coscienza sporca.
Sarebbe
cosa sensata ed etica, infatti, che nella vita politica non ci fosse spazio per
pregiudicati, corrotti, corruttori, mafiosi e collusi.
Insorgere
contro la semplice affermazione di un principio morale e giusto, per una
persona rispettosa delle leggi, non solo scritte, sarebbe inammissibile ed
imperdonabile, il che evidentemente non vale per gli ospiti dello zoo
berlusconiano che hanno ritenuto di dover dare addosso a Maurizio Carbone.
Ma
quello che lascia ancora più increduli, proprio perché rende più palese l’ammissione
di colpa, è che lo zoo berlusconiano ha dato prova di volersi aggiudicare l’attestato
di unico interprete delirante degli atteggiamenti anti-istituzionali.
Ed
allora, pidiellini DOC, i pentastellati ed i legaioli del nord dove li mettiamo ?
Forse
che non meritino anche loro l’oscar per aver nel loro DNA una anti-istituzionalismo a gogò ?
Possibile
che la continua smania di protagonismo abbia spinti tutti gli abitatori dello
zoo berlusconiano, a non accorgersi neppure che in campo di comportamenti anti-istituzionali c’erano concorrenti altrettanto
agguerriti ?
Eppure,
a scagliare dardi roventi contro Bruti Liberati non sono stati alcuni tizi
ciechi come talpe ma elementi del calibro di Alfano e Cicchitto, Brunetta e
Palma, Bonfrisco e Carfagna, Gelmini e Lupi, solo per citarne alcuni.
È certo,
però, che riuscire ad abbinare alla coda di paglia anche una faccia di bronzo non è da
tutti e merita un premio speciale, un morso sui polpacci da parte di Dudù !
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