Un tempo l’orgoglio
italico era esaltato dall’essere, il nostro, un “paese di santi, poeti e navigatori”.
Da alcuni lustri,
invece, non abbiamo più motivo di essere orgogliosi perché al posto dei santi,
poeti e navigatori ci sono individui conosciuti per la sfrontatezza con cui
riescono a sparare cazzate a gogò.
Come se non
bastasse, maggiormente abili ed avvezzi a sparare cazzate, sono sedicenti
leader politici che, con balle colossali, abbindolano milioni di italiani, superficiali
e sprovveduti.
Questa deprecabile
moda del cacciar balle è stata favorita, però, non solo da quegli italiani
gonzi che non si curano della credibilità di ciò che dice questo o quel leader,
ma soprattutto da una informazione, cortigiana e sottomessa, che non ha il
coraggio e la forza per smascherare e contestare le spacconate e le fandonie.
Ad esempio, grazie
al mutismo dei media, se non addirittura al loro plauso, Silvio Berlusconi ha potuto
spacciare, per anni, le sue panzane a milioni di grulli che, abboccando, hanno
creduto, di volta in volta, alla creazione di un milione e mezzo di nuovi posti
di lavoro, alla riduzione delle tasse, al ponte sullo stretto, al completamento
dei lavori per l’autostrada Salerno – Reggio Calabria, alla restituzione
dell’IMU, alla pronta ricostruzione dei comuni aquilani distrutti dal sisma, alla
nipote di Mubarak, etc.
Senza dimenticare il
celebre “contratto con gli italiani”,
che Berlusconi sottoscrisse in TV sotto lo sguardo compiaciuto del ciambellano Bruno
Vespa.
Ebbene, con quel
contratto Berlusconi si impegnava a realizzare cinque obiettivi, vincolandosi a non più candidarsi se non ne
avesse rispettati almeno quattro.
Da quel lontano 8
maggio 2001 molta acqua è passata sotto i ponti, nessuno di quei cinque impegni
è stato mai soddisfatto dai governi Berlusconi e, tuttavia, lui è rimasto sulla
scena politica, non solo ma, pur pregiudicato a piede libero, ancora oggi prova
a infinocchiare gli italiani facendo passare per una mammoletta il suo amico
comunista, Vladimir Putin ex capo KGB, che ha invasa militarmente la Crimea.
Tra qualche giorno,
finalmente segregato agli arresti domiciliari, è auspicabile che Berlusconi
smetta di sparare cazzate.
I milioni di
italiani gonzi, però, non devono disperarsi perché possono sempre mettere la
loro dabbenaggine a disposizione di un altro formidabile cacciaballe.
Con il suo linguaggio
volgare e virulento, infatti, Beppe Grillo non ha nulla da invidiare a
Berlusconi nella spregevole arte di circuire gli italiani usando la menzogna.
Nei giorni scorsi, approfittando
di una sua prima intervista televisiva da santone del M5S, Beppe Grillo è
riuscito, in pochi minuti, ad inanellare una serie di scempiaggini farneticanti
e grottesche.
Voglioso, ad
esempio, di ostentare la sua padronanza degli eventi internazionali, Grillo si
è lanciato in una dissertazione sulle vicende ucraine, affermando, tra l’altro,
che il referendum per la secessione, svoltosi in Crimea, sarebbe stato
assolutamente legittimo perché attuato sotto il controllo di 150 osservatori
ONU.
Una balla doppia, dovuta
a malafede o disinformazione!
Infatti, non solo le
Nazioni Unite non avevano inviati osservatori, ma soprattutto i militari russi e
filorussi hanno impedito l’ingresso in Crimea agli osservatori OCSE incaricati
di vigilare sul referendum.
Salterellando, così,
tra una balla e l’altra Grillo è arrivato a sostenere di avere prove certe del
siluramento di Bersani.
Quali sarebbero
queste prove certe ?
Grillo ha affermato di
trovarsi presso l’Ambasciata Inglese di Roma, un mese prima che Bersani
rinunciasse all’incarico di formare il governo, e di aver appreso che Letta sarebbe
stato ospite dell’Ambasciatore a pranzo!
E questa sarebbe una
prova certa ed inconfutabile?
Piuttosto, perché
Grillo non chiarisce, invece, i perché dei frequenti e sospetti inviti a pranzo
che lo portano a frequentare le Ambasciate USA e GB ?
Queste sue frequentazioni
con i diplomatici americani ed inglesi richiamano alla memoria quelle, non meno
sospette ed inquietanti, di Antonio Di Pietro che, ai tempi di “mani pulite”, era
solito correre al Consolato USA di Milano per fare rapporto sulle indagini in
corso.
È lecito domandarsi: ma anche Grillo, come già accadde
a Di Pietro, è chiamato a rapporto per prendere imbeccate dai diplomatici USA e
GB ?
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