Nei giorni scorsi il
presidente del Bayern Monaco, Uli Hoeness, è stato condannato, in primo grado,
a 3 anni e 6 mesi per frode fiscale.
Una notizia come
tante che non avrebbe richiamata l’attenzione dei media internazionali nemmeno per
la popolarità del Fuβball Club Bayern München, detentore della Champions League.
Sennonché, a
suscitare tanto clamore sono state le parole con cui Uli Hoeness, dopo aver rassegnate
le dimissioni da presidente del Bayern Monaco, ha commentata la sentenza di
condanna.
“Dopo aver parlato con la mia famiglia ho deciso di
accettare il giudizio del tribunale di Monaco sulla mia vicenda fiscale. Ho
dato incarico ai miei legali di non andare in appello. L’evasione fiscale è
stato l’errore della mia vita, accetto le conseguenze di questo errore. Questo
corrisponde al significato che do al decoro, al comportamento ed alla
responsabilità personale.”
Decoro …
comportamento … responsabilità personale !
Sono parole sconosciute
nel linguaggio dei politici, boiardi di Stato, manager aziendali, di casa
nostra.
Infatti, il nostro è un Paese nel quale non solo un condannato, per gravi reati fiscali, non andrebbe mai in
galera, ma dove ci tocca assistere all’inqualificabile comportamento di un pregiudicato
che, dopo tre gradi di giudizio, si rifiuta di accettare la sentenza dei
giudici e lo lasciano libero di sragionare contro la magistratura.
In Germania, invece,
il signor Uli Hoeness non solo ha riconosciuta la sentenza di primo grado ma,
per sua scelta, rinunciando a ricorrere in appello ha deciso, di fatto, di affrontare
il carcere per scontare 3 anni e 6 mesi di reclusione.
Eppure, Hoeness non
è un extraterrestre piombato per caso tra di noi, è un signore che vive e
lavora a meno di 500 chilometri da Milano, in una nazione occidentale, membro
dell’Unione Europea, esattamente come l’Italia.
Per questo ho il
dubbio che i valori etici possano variare in base alla latitudine.
Un dubbio non irragionevole
se, nel giudicare reati quali, ad esempio, la corruzione, la frode fiscale, la
truffa, il meretricio ideologico, la ruberia di denaro pubblico, l’opinione
pubblica dà prova di essere suggestionata dalla diversa dislocazione.
In verità, infatti, un
caso come quello di Uli Hoeness non potrebbe verificarsi mai in Italia, perché
il nostro è un Paese in cui regnano impudenza ed ipocrisia, dove un mafioso criminale
come Riina non riconosce né la legge né i giudici, nel quale i politici attraverso
l’immunità rivendicano di fatto l’impunità, dove la ruberia del pubblico denaro
non indigna più nessuno.
Forse, anche per
questo, gli italiani si sentono poco europei, ed i francesi, tedeschi, svedesi,
olandesi, diffidano degli italiani.
Può darsi che sia un
punto di vista troppo intollerante, ma come non restare di sasso ed irritarsi se
anche un prete di Sacra Romana Chiesa stravolge la moralità e rinnega la giustizia
?
Un certo don Antonio
Mazzi, brandendo il “perdono cristiano” come se fosse l'arma per un regolamento
di conti, è arrivato a dire: “sarei
capace di perdonare chi ammazza qualcuno, se chiede perdono, ma non perdonerei
mai i giudici che hanno condannato Berlusconi!”.
Se, nel nostro Paese, anche un prete di Santa Romana
Chiesa approva “cristianamente” l’immoralità e, sempre “cristianamente”, condanna chi applica la legge … allora abbiamo
raschiato il fondo del barile !
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