venerdì 3 agosto 2012

Canicola e politica … sarà un agosto memorabile


I meteorologi prevedono che almeno fino a ferragosto le temperature si manterranno su valori … africani.
D’altra parte, dopo un inverno freddo e nevoso, di tipo siberiano, c’era da aspettarsi un caldo di tipo sahariano.
A preoccupare, però, non sono tanto le elevate temperature, ma gli effetti che la canicola sembra produrre sui politici e su quello che dicono e fanno.
C’è chi, come Bersani, ha persa definitivamente la bussola ed ogni giorno, uscendo di casa, no sa se fare rotta verso nord, per incontrare Casini, o verso sud per incontrare Vendola.
Poiché, però, l’ondeggiare in balia di venti e correnti (interne ed esterne) è congenito nel DNA di Bersani nessuno più se ne sorprende.
Al mattino è rapito dall’idea di accordarsi con i centristi, fantasticando la rinascita di uno sfavillante centrosinistra, poi però alla sera incontra Vendola ed eccolo attratto da una nuova idea, invertire la rotta di 180 gradi e via con la barra tutta a sinistra.
Dal momento che, ripeto, Bersani è per sua natura un tremebondo vacillante, questo suo ciondolare non mi sorprende.
Mi preoccupa molto di più, invece, la sua pretesa di candidarsi come premier !
Ma che ne sarebbe dell’Italia con Bersani a capo del governo?
Sicuramente la nave Italia, con una rotta incerta, finirebbe sugli scogli prima ancora di aver trovata l’imboccatura per uscire dal porto.
Una nuova tragedia nazionale dopo quella della Concordia !
Ma la canicola ha mandato fuori giri anche Di Pietro che fa sapere di volersi candidare, anche lui, come premier.
E qui siamo alle comiche !
A parte il fatto che, decifrando con attenzione i sondaggi, IdV ad oggi può contare al massimo su un 3 / 4 % di consensi elettorali per cui solo un colpo di calore può aver fatto credere a Di Pietro che abbia la possibilità di candidarsi a capo del governo,  in ogni caso, anche con tutta l’indulgenza e la stravaganza di cui sono capace, Di Pietro a Palazzo Chigi proprio non riesco ad immaginarlo.
Penso che la sua inadeguatezza non derivi tanto dalla pochezza del consenso elettorale di cui gode, o da quella forma pecorattara di comunicare, quanto piuttosto dalla sua vocazione a comportarsi da barricadiero, sempre pronto a schierarsi contro tutto e tutti per meschini interessi di bottega, senza una chiara visione politica degli scenari e dei problemi da affrontare.
E poi, suvvia, dopo Berlusconi ipotizzare anche Di Pietro a Palazzo Chigi sarebbe come desiderare il definitivo sputtanamento, nazionale ed internazionale, della nostra povera Italia.

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