Da giorni, a forza di sentir parlare di eminenti giuristi
che si scervellano per sostenere la non applicabilità, al pregiudicato
Berlusconi, della cosiddetta “Legge Severino”, mi era venuta voglia di tornare
a leggere le pagine manzoniane de “I Promessi Sposi”, quelle in cui Manzoni
descrive la figura e le gesta del dottor Duplica, comunemente noto come dottor Azzeccagarbugli.
Un desiderio più che legittimo, provocato dalle arzigogolate
motivazioni, di così illustri giuristi, nelle quali mi è parso di ritrovare l’untuosa
modalità della quale si serviva il dottor Azzeccagarbugli, dei Promessi Sposi, per aggirare
le leggi al fine di sottrarre dai guai, non proprio onestamente, il potente di
turno.
Racconta Manzoni che il dottor Azzeccagarbugli, a chi
entrava nel suo studio, stracolmo di libri e con la scrivania traboccante di
carte, sembrava persona molto dotta e valente.
In realtà, però, era un povero leguleio, meschino e pusillanime,
asservito al volere dei potenti locali che si rivolgevano a lui ogniqualvolta
ci fosse da “azzeccare” (cioè: cogliere) i “garbugli” (cioè: imbrogli illegali).
Gli azzeccagarbugli, dei giorni nostri, sembrano palesare
la stessa abilità nell’interpretare a loro piacimento i contenuti della Legge
Severino, meno nota come Decreto Legislativo 235 del 31 dicembre 2012.
Ad esempio, alcuni si agiterebbero nel sostenere che i
reati, per i quali il pregiudicato Berlusconi è stato condannato, poiché
commessi prima che il D.Lgs 235 entrasse in vigore, cioè prima del 5 gennaio 2013,
non sarebbero soggetti al disposto di questa legge.
È innegabile che Berlusconi abbia commessi i reati prima
dell’entrata in vigore del D.Lgs 235, ma è altrettanto inoppugnabile, però, che
la legge, sia all’ Art. 1, comma 1, che all’Art 3, comma 1, richiami sempre e
solo il momento in cui siano emesse le sentenze per “condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione”.
In nessun passaggio la legge, cioè, fa riferimento ai
reati, ma solo alla formulazione delle sentenze definitive, nel rispetto del
principio d’irretroattività, fissato dall’art. 25, comma 2, della Carta
Costituzionale.
Siccome la Cassazione ha emessa la sentenza definitiva,
nei confronti del pregiudicato Berlusconi, il 1° agosto 2013, cioè ben 7 mesi
dopo l’entrata in vigore del D.Lgs 235, mi sembra davvero da azzeccagarbugli
arrampicarsi sugli specchi per sostenere l’inapplicabilità di questa legge al
caso Berlusconi.
D’altra parte, se si dovesse accogliere la tesi di questi
attuali azzeccagarbugli, si dovrebbe anche concludere che il D.Lgs 235 potrebbe
trovare applicazione solo dopo e non prima del 2025 !
Infatti, la logica secondo la quale la legge Severino
sarebbe applicabile solo ai reati commessi dopo il 5 gennaio 2013, permetterebbe
di calcolare, con un pallottoliere, in non meno di 10 anni il percorso
giudiziario che, iniziando con il momento in cui fosse compiuto il reato, passasse
poi attraverso la sua scoperta ed inchiesta, la formulazione dell’accusa al
colpevole, tre gradi di giudizio, per arrivare finalmente a condanna
definitiva, alla quale fa
riferimento il D.Lgs 235.
Una ridicolaggine !
Altri eminenti giuristi, invece, accusano d’incostituzionalità
il D.Lgs 235.
Anche leggendo e rileggendo l’art. 66 della Carta
Costituzionale mi sembra che il suo contenuto non lasci adito a possibili dubbi:
“Ciascuna Camera giudica dei titoli di
ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e
di incompatibilità”.
E’ la stessa Costituzione, quindi, a prevedere l’eventualità che “sopraggiungano” cause d’ineleggibilità e d’incompatibilità.
E’ la stessa Costituzione, quindi, a prevedere l’eventualità che “sopraggiungano” cause d’ineleggibilità e d’incompatibilità.
Se nella lingua italiana il verbo sopraggiungere ha ancora il
significato di “giungere o intervenire
più o meno casualmente, modificando una situazione”, mi sembra
incomprensibile che illustri giuristi non riescano a riconoscere tra le cause “sopraggiunte”
anche una condanna passata in giudicato per un reato finanziario ai danni dello
Stato.
Già,
ma poiché non sono né un illustre giurista né un azzeccagarbugli mestierante, ma
solo un semplice cittadino potrei non essere in grado di comprendere … le
leggi del mio Paese!
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