L’allenatore rossonero, Massimiliano
Allegri, non aveva ancora finito di pronunciare la frase “per Berlusconi è un momento difficile e speriamo di renderlo felice
con i risultati”, che il Milan tornava da Verona con le pive nel sacco, sconfitto
per 2 a 1 dalla neopromossa squadra scaligera.
Non è difficile immaginare
che il risultato calcistico non abbia reso felice Berlusconi, già angosciato
per aver trascorso il pomeriggio insieme a falchi e colombe del PdL, nel tentativo di elucubrare
possibili uscite dalle rogne in cui è finito dopo che la Corte di Cassazione gli
ha affibbiato il marchio di pregiudicato.
Come tifoso di calcio,
anche se non del Milan, posso comprendere il suo sconforto che, però, non sarà
mai comparabile a quello che ho provato io leggendo i comunicati scritti, nelle
stesse ore, da Angelino Alfano e Mario Monti.
A dire il vero non è da ieri
che nutro dubbi sul significato che ha, in Italia, la democrazia parlamentare e
sulla sua corrispondenza al dettato della Carta Costituzionale, però prendere
atto, grazie alle parole di questi due protagonisti, che i miei dubbi erano motivati
è stato sconcertante.
Ad esempio, uscendo dal
consiglio di guerra, tenutosi sabato pomeriggio ad Arcore, Angelino Alfano ha
scritto un comunicato, asserendo tra l’altro: “la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore è inaccettabile costituzionalmente”.
Inaccettabile
costituzionalmente?
Ma se la possibile decadenza
di un parlamentare, per sopraggiunte cause d’ineleggibilità e d’incompatibilità,
qualsiasi sia il suo nome ed il partito di appartenenza, lo prevede proprio l’art.
66 della Costituzione.
Su quale Carta
Costituzionale ha studiato Alfano?
Forse su quella della Repubblica
delle Banane che Berlusconi immagina per l’Italia fin dal 1994?
Nello stesso comunicato,
però, Alfano scrive anche altre parole inquietanti: “occorre garantire il diritto alla piena rappresentanza politica e
istituzionale dei milioni di elettori che hanno scelto Silvio Berlusconi”.
Fino a poche ore prima ero
convinto di vivere in un Paese retto da una democrazia rappresentativa, cioè da
un sistema democratico parlamentare nel quale gli elettori eleggessero a
rappresentarli centinaia di parlamentari.
Ora, se ho ben compreso, Alfano
sostiene, invece, che per milioni di elettori la “piena rappresentanza politica e istituzionale” si identificherebbe
solo in Silvio Berlusconi.
Perfetto! Ma allora perché mai
si costringono i contribuenti italiani a mantenere sontuosamente 97 deputati e
91 senatori del PdL se, come afferma Alfano, sette milioni di elettori riconoscono
come loro rappresentante esclusivamente Silvio Berlusconi?
Per carità, sarei disposto
a condividere l’idea di Alfano se solo fosse possibile mandare a casa tutti i
188 pidiellini, anche perché a trarne beneficio sarebbero sicuramente le casse
dello Stato.
Non avevo ancora digerito
del tutto il comunicato di Alfano che, sotto gli occhi, mi è capitata una nota,
dal titolo “Scelta Civica e il caso
Berlusconi”, pubblicata da Mario Monti sul sito di Scelta Civica.
Pur avendola scorsa in
fretta non ho potuto fare a meno di soffermarmi su due passaggi.
Il primo: “La posizione di Scelta Civica verrà
formulata a tempo debito, su proposta del Presidente”.
Inaudito! Ancora una volta la
mia fede nella Costituzione è andata in crisi.
Mi sembrava, infatti, di
aver letto e studiato un certo art. 67 che, se ben ricordo, recitava: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la
Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincoli di mandato”.
Mi domando: è possibile
conciliare il principio “senza vincoli di
mandato” con l’idea che, in una formazione politica, “la posizione” sia indicata dal suo Presidente?
Però è stata soprattutto un’altra
frase che mi ha lasciato interdetto per il suo ermetismo, ben più impenetrabile
del tanto deprecato politichese.
Monti, tra i principi che dovrebbero
ispirare la posizione di Scelta Civica indica: “l’opportunità di salvaguardare, favorendone una positiva evoluzione,
la più aperta articolazione del sistema politico italiano resa possibile, a
partire dal 1994, dall’impegno politico di Silvio Berlusconi”.
Cavolo … ma cosa avrà
voluto mai dire Monti?
Mi
arrendo! Lancio un SOS, sperando che qualcuno intervenga in mio soccorso e mi
aiuti a decrittare il sibillino pensiero del Professor Monti.
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