giovedì 7 giugno 2012

Il corvo ha gracchiato davvero dentro e fuori le Mura Leonine ?


Non credo che l'opinione pubblica sia mai venuta a capo dei misteri che di tanto in tanto hanno agitato le Mura Leonine.
Figuriamoci se questa tradizione possa essere sconfessata proprio ora nel caso di Paolo Gabriele, il maggiordomo papale.
Difatti le macchinazioni per confondere le acque e depistare sono ormai in atto.
Dal Vaticano, ed in particolare dalle dichiarazioni di Padre Lombardi, vengono date in pasto ai cronisti notizie quanto meno curiose e strampalate.
Ad esempio, è credibile che Paolo Gabriele sia stato così sprovveduto da farsi beccare, in casa sua, con documenti tanto delicati ed i nomi  dei destinatari, essendo consapevole di essere sospettato ?
Lo ha fatto perché voleva che la Gendarmeria vaticana ritrovasse documenti, loro origine e loro destinatari ? 
Come mai, richiuso in cella, mentre erano in corso i primi interrogatori, gli è stato concesso di incontrare più volte moglie e figli, solo per non fargli pesare la detenzione ?
Eppure sul suo capo potrebbero pendere accuse molto gravi, dal furto aggravato all'associazione a delinquere, fino alla rivelazione di segreti di stato.
Se è vero, come ha dichiarato Padre Lombardi, che da mesi erano in corso le indagine ed il cerchio si era stretto intorno a Paolo Gabriele, perché la Gendarmeria Pontificia non è intervenuta prima per impedire che documenti cosi confidenziali continuassero ad uscire dal Vaticano e ad andare in pasto all'opinione pubblica ?
Perché già ci si immagina che interverrà il "perdono papale", equivalente alla grazia, prima ancora che ne siano accertate le responsabilità e si svolga il processo ?
Forse con la promessa del "perdono papale" lo si vuole dissuadere dall'usare la disponibilità a collaborare per inguaiare i veri corvi ?
Così, facendo due più due si potrebbe supporre, ad esempio, che il maggiordomo sia stato, di fatto, solo il postino incaricato di far uscire dalle Mura Leonine i documenti, dopo avergli assicurata la completa protezione.
Oppure, ed è l'ipotesi più verosimile, potrebbe darsi che Paolo Gabriele, fin dal primo momento, operasse in accordo con la Gendarmeria per raccogliere prove necessarie a rendere inoffensivi gli alti prelati impegnati in lotte intestine.
Il suo arresto sarebbe solo l'azione di copertura per proteggerlo dalle prevedibili vendette della Curia romana.
L'unica certezza, comunque, è che non conosceremo mai la verità.

Nessun commento: