Sono ormai alcuni mesi che i modi di fare, o meglio di non
fare di Mario Monti e dei suoi ministri lasciano perplessi e destano viva
preoccupazione anche in quei moltissimi italiani che avevano sperato nel suo
insediamento a Palazzo Chigi.
Non è tanto la costante perdita di consenso popolare di
Monti e del suo Governo che preoccupa, quanto piuttosto la certezza che
perplessità e preoccupazioni abbiano varcati i confini nazionali mettendo in dubbio
la capacità del nostro Paese di uscire dalla crisi con le proprie forze.
È certo che, anche ai più distratti, non può essere
sfuggito l’inaspettato e misterioso cambio di passo che Monti ha impresso all’operato
del Governo negli ultimi mesi.
Dopo la convulsa fase iniziale di decreti, sottoposti al
voto di fiducia pur di far approvare in tutta fretta l’introduzione di nuove
tasse e balzelli, il Governo Monti sembra caduto in letargo.
Credere che la frenata sia unicamente colpa della scombinata
maggioranza che sostiene il governo è una insulsa leggenda metropolitana sempre
meno credibile.
Infatti, se veramente Monti avesse voluto procedere, nella
sua azione, con dinamismo e determinazione avrebbe potuto ancora ricorrere a
voti di fiducia, per costringere se non altro i partiti a giocare allo
scoperto.
La realtà è che Monti sta scrupolosamente “tirando a campare”, sconfessando ciò che
aveva dichiarato a Seul : "Un illustrissimo uomo politico (ndr: Giulio Andreotti) diceva: 'meglio tirare a campare che tirare
le cuoia'. Per noi nessuna delle due espressioni vale perché l'obiettivo è molto
più ambizioso della durata ed è fare un buon lavoro".
Ed allora cosa è successo ? Chi gli ha imposto di stoppare
l’azione del Governo ? Cosa sta covando nella sua mente diabolica ? Per dare
ascolto a chi ha deciso di “tirare a
campare” , fingendo di non vedere che la condizione del Paese peggiori ogni
giorno ed i mercati finanziari penalizzino l’Italia ?
Interrogativi inquietanti che vengono alimentati giorno
dopo giorno da incomprensibili comportamenti.
Dove è finita l’asta delle frequenze tv ? Che fine ha
fatta la nuova governance RAI ? Dove si è incagliata la riforma del mercato del
lavoro che doveva essere varata entro marzo ? Ed i più volte promessi interventi per lo
sviluppo dove sono ? I primi tagli della “spending review”, che dovevano essere
indicati in quindici giorni, che fine hanno fatto ?
Mentre questi ed altri interrogativi rimangono senza
risposta, Monti fa finta di smuovere le acque indicando le dubbie scelte del nuovo
presidente e del nuovo direttore generale della RAI !
Solo una mossa che non allevia le sofferenze del Paese, ma
è utile per distrarre dal letargo in cui vegeta il Governo.
Certamente il Mario Monti di questi ultimi mesi non è la stessa persona
responsabile e determinata che ha giurato nelle mani del Capo dello Stato il 16
novembre 2011.
Sorge quasi il dubbio che, in questi ultimi mesi non voglia inimicarsi i partiti per rendere meno difficile la sua scalata al Quirinale !
Honi soit qui mal y pense !
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