venerdì 22 giugno 2012

Il ritorno alla lira è come la nipote di Mubarak !


Quando si trova alle corde il signore di Arcore perde la bussola e le spara grosse !
Non è la prima volta che accade.
Quando, la sera del 27 maggio 2010,  telefonò al Capo di Gabinetto della Questura di Milano, per chiedere di lasciar andare Ruby, nel tentativo, rivelatosi poi inutile, di  non far venire a galla il suo vizietto di farsela con una minorenne, lì per lì riuscì solo ad inventarsi la balla che la fanciulla marocchina fosse nipote del dittatore egiziano Mubarak, suo carissimo amico.
Ad una panzana così inverosimile potevano abboccare solo gli sciocchi che, per la loro insipienza, militano nelle file del PdL; ed è ciò che è accaduto.
Passano due anni e questa volta il signore di Arcore si rende conto di essere impotente di fronte alla disintegrazione del PdL, ma soprattutto è sconvolto dall'idea di dover cedere a Beppe Grillo il ruolo di cacciaballe.
Ed allora, nel suo delirio immaginifico vagheggia di rilanciare un suo progetto politico sparando un'altra balla da dare in pasto agli allocchi.
Questa volta tocca all'euro, o per essere più precisi alla idiozia di abbandonare l'euro e tornare alla lira.
A poche ore dalla scelta che ha fatto il popolo greco di non lasciare l'euro per tornare alla dracma, l'uomo di Arcore si propone di andare contro corrente.
Sicuramente, per coloro che hanno parcheggiate nei paradisi fiscali le loro casseforti piene di euro e di dollari, il ritorno alla lira equivarrebbe ad una vincita al superenalotto !
Infatti, la svalutazione che accompagnerebbe il dissennato ritorno alla lira, valutata dagli economisti nel 30/40%, rivaluterebbe della stessa percentuale i capitali fuggiti all'estero, con goduria di chi ha le proprie fortune nei paradisi fiscali.
Al contrario, stipendi e pensioni degli italiani risulterebbero svalutate del 30/40%, e di pari passo aumenterebbero i prezzi di tutti i prodotti di importazione, primo fra tutti il petrolio.
E' anche vero che, nel breve termine, ne trarrebbero vantaggio le esportazioni dei prodotti italiane, ma si tratterebbe di un vantaggio effimero perché nel giro di qualche mese i costi di produzione sarebbero destinati a crescere, annullando il vantaggio competitivo.
Mi viene quasi il dubbio che l'idea di ritornare alla lira sia semplicemente uno stravagante arzigogolo  per aggiungere alle "leggi ad personam" anche la "svalutazione ad personam".

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