La decisione del
Presidente Grasso di costituire il Senato come parte civile nel processo per
il mercimonio di senatori, che inizierà martedì 11 febbraio, a Napoli, a carico
di Silvio Berlusconi, è riuscita a ricompattare i berlusconiani sparsi qua e là,
dentro i palazzi del potere.
Il servile culto
della personalità, che intossica gli invasati del signore di Arcore, da sempre inibisce
loro un uso opportuno della sostanza grigia che, presumo, madre
natura abbia messa anche nei loro encefali, e li spinge a straparlare ed a stracciarsi
le vesti ogniqualvolta la dura realtà sfiori il loro feticcio.
Ecco perché, in
queste ore, è scattata una becera aggressione al Presidente Grasso per la
decisione che ha dovuto prendere “per
difendere la dignità e l’immagine” del Senato.
Se il processo confermasse,
infatti, che Berlusconi abbia pagati tre milioni di euro all’ex
senatore De Gregorio affinché, lasciando l’IdV, concorresse alla caduta del
Governo Prodi, l’opinione pubblica, non solo nazionale, si convincerebbe che il
Senato sia un luogo in cui si possa ricorrere al mercimonio come mezzo di lotta
politica.
Siccome, per aver
ammesso di essersi fatto corrompere, l’ex senatore De Gregorio ha già patteggiata
una pena ad un anno ed otto mesi, è concreto il rischio che la dignità e l’immagine
del Senato escano pregiudicate dall’accertamento dei fatti nel corso del processo.
D’altra parte il
Magistrato, nel rinviare a giudizio Berlusconi, ha sottolineato il discredito inferto
al Senato da fatti avvenuti al suo interno e perciò “relativi alla sua dignità”.
Se Grasso, perciò,
non avesse deciso di tutelare il Senato della Repubblica, si sarebbe reso
responsabile di trascurare la difesa dell’istituzione di cui lui è Presidente.
Una decisione, la
sua, non in linea con il parere, peraltro non vincolante, di un Consiglio di Presidenza
in cui sono prevalsi, con evidenza, giochi di appartenenza politica ed accomodamenti,
ma non certo gli interessi istituzionali.
Non essere riusciti a
proteggere il loro feticcio ha scatenate le intemperanze, avventate e viscerali, con
cui i berlusconiani si sono esibiti in
queste ore, palesando inconsistenza e confusione dei loro pensieri.
Ad esempio, la
senatrice forzista Manuela Repetti, in un talkshow televisivo, si è detta indignata
per la decisione del Presidente Grasso, motivando la sua indignazione con il
fatto che, in passato, il Senato non si fosse costituito parte civile nel
processo contro l’ex senatore Luigi Lusi.
Solo l’annebbiamento
collerico può spiegare come mai sia sfuggito, alla senatrice Repetti, che nel processo
contro l’ex senatore Lusi, reo di appropriazione indebita dei rimborsi
elettorali di La Margherita, non avrebbe
potuto essere ammessa la costituzione del Senato come parte civile, in quanto
il reato commesso non ledeva né la dignità né l’immagine dell’istituzione, come
è avvenuto, invece, con il mercimonio di senatori.
Ugualmente incomprensibili
le parole sibilline del presidente della Commissione Affari Costituzione, il
forzista Francesco Paolo Sisto, quando afferma che la costituzione del Senato come
parte civile potrebbe “minare l’asse PD –
Forza Italia”.
Come interpretarle ?
Forse dobbiamo intendere, da queste parole, che Berlusconi
voleva usare Matteo Renzi come cavallo di Troia per assicurarsi un appoggio del
PD nei suoi guai giudiziari, perché delle riforme utili al Paese non gliene frega
niente ?
Nessun commento:
Posta un commento