mercoledì 19 febbraio 2014

Renzi in bici, Boldrini e Grasso in risciò

Lasciarsi andare, ogni tanto, per sognare, ad occhi aperti, situazioni meglio se lontane dalla sgradevole realtà politica, economica e sociale del nostro Paese, è un rimedio alla portata di tutti.
Un rimedio che può aiutare, almeno per qualche minuto, a dimenticare il degrado con il quale siamo costretti a convivere e confrontarci ogni giorno.
So troppo bene che si tratta spesso di sogni impossibili che possono rendere, però, più amaro il ritorno alla realtà ma, a volte, può essere il modo più a buon mercato per rilassarsi.
Perché non sognare, ad esempio, che i ministri del governo in gestazione, salgano al Colle, per prestare giuramento, senza il codazzo di auto blu e scorte, ma in sella alle loro biciclette, pedalando come ha fatto, in Danimarca, la premier Helle Thorning-Schmidt accompagnata dai suoi ministri ?
Immaginiamoci Matteo Renzi pedalare, alla testa del gruppo dei ministri, in sella alla sua bici, ovviamente da corsa, pur se di colore blu per rispetto di usi e costumi ministeriali.
E perché non sognare, anche, che i presidenti Boldrini e Grasso arrivino alla Camera ed al Senato con i loro risciò, e senza scorte ?
Alle più alte cariche istituzionali, naturalmente, dovrebbero uniformarsi anche deputati e senatori e, di certo, … ne vedremmo delle belle, dal triciclo per Brunetta al tandem per Casini e Cesa.
Certo, sono sogni impossibili per la loro assurdità, ma se non altro aiutano a sorridere.
La realtà, purtroppo, è che a farla da padrone per le vie della capitale saranno ancora e sempre le mille e mille auto blu, arroganti e sopraffattrici, con codazzo di scorte, per accompagnare al lavoro oppure a fare shopping, parlamentari, ex premier, ex ministri, boiardi di Stato, loro familiari.
Una realtà folle ed intollerabile, nella quale, per fortuna, si incominciano a vedere, però, alcune incoraggianti eccezioni.
Il premier Enrico Letta, ad esempio, venerdì scorso si è presentato al Quirinale, per rassegnare le dimissioni, al volante della sua auto e senza scorta.
Eppure, in quelle ore, Letta era ancora il Presidente del Consiglio in carica. Un esempio di sobrietà mai riscontrata nei modi di agire dei suoi predecessori.
Lo stesso Letta, ormai ex premier, il giorno dopo ha passeggiato per Roma con il figlio senza alcun seguito di scorta.
Ha voluto comportarsi, cioè, come un comune cittadino rinunziando alle prerogative che, comunque, gli sarebbero toccate.
Lo stesso Matteo Renzi, in queste ore, pur essendo premier in pectore, si muove tra Firenze e Roma, come uno qualsiasi di noi, a piedi, senza auto blu, e senza la scorta che il Ministero degli Interni vorrebbe assegnargli a tutti i costi.
Per contro, in questo nostro assurdo Paese accade che un ex premier, Berlusconi, ormai non più in carica da oltre due anni, continua a scorrazzare in auto blu e con un nutrito codazzo di agenti di scorta, naturalmente a spese dei contribuenti italiani.
Il paradosso è che Berlusconi, non solo non è più nemmeno senatore, ma è ormai da sette mesi un pregiudicato interdetto dai pubblici uffici, che la magistratura di sorveglianza, senza ragione, non ha ancora segregato perlomeno in stato di detenzione domiciliare.
Ora, è pur vero che Totò Riina, così come altri pregiudicati, per i loro spostamenti, fruiscono di auto dello Stato e di scorte, ma le auto sono i cellulari e le scorte sono costituite da agenti penitenziari. 

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