Lasciarsi andare,
ogni tanto, per sognare, ad occhi aperti, situazioni meglio se lontane
dalla sgradevole realtà politica, economica e sociale del nostro Paese, è un rimedio
alla portata di tutti.
Un rimedio che può aiutare,
almeno per qualche minuto, a dimenticare il degrado con il quale siamo
costretti a convivere e confrontarci ogni giorno.
So troppo bene che si tratta spesso di sogni impossibili che possono rendere, però, più
amaro il ritorno alla realtà ma, a volte, può essere il modo più a buon mercato
per rilassarsi.
Perché non sognare,
ad esempio, che i ministri del governo in gestazione, salgano al Colle, per
prestare giuramento, senza il codazzo di auto blu e scorte, ma in sella alle
loro biciclette, pedalando come ha fatto, in Danimarca, la premier Helle Thorning-Schmidt
accompagnata dai suoi ministri ?
Immaginiamoci Matteo
Renzi pedalare, alla testa del gruppo dei ministri, in sella alla sua bici,
ovviamente da corsa, pur se di colore blu per rispetto di usi e costumi
ministeriali.
E perché non sognare, anche, che i presidenti Boldrini e Grasso arrivino alla Camera ed al Senato con i loro
risciò, e senza scorte ?
Alle più alte
cariche istituzionali, naturalmente, dovrebbero uniformarsi anche deputati e
senatori e, di certo, … ne vedremmo delle belle, dal triciclo per Brunetta al tandem per Casini e Cesa.
Certo, sono sogni
impossibili per la loro assurdità, ma se non altro aiutano a sorridere.
La realtà,
purtroppo, è che a farla da padrone per le vie della capitale saranno ancora e
sempre le mille e mille auto blu, arroganti e sopraffattrici, con codazzo di scorte, per accompagnare al lavoro oppure a fare shopping, parlamentari,
ex premier, ex ministri, boiardi di Stato, loro familiari.
Una realtà folle ed intollerabile, nella
quale, per fortuna, si incominciano a vedere, però, alcune incoraggianti eccezioni.
Il premier Enrico Letta, ad
esempio, venerdì scorso si è presentato al Quirinale, per rassegnare le
dimissioni, al volante della sua auto e senza scorta.
Eppure, in quelle
ore, Letta era ancora il Presidente del Consiglio in carica. Un esempio di sobrietà
mai riscontrata nei modi di agire dei suoi predecessori.
Lo stesso Letta, ormai
ex premier, il giorno dopo ha passeggiato per Roma con il figlio senza alcun
seguito di scorta.
Ha voluto
comportarsi, cioè, come un comune cittadino rinunziando alle prerogative che,
comunque, gli sarebbero toccate.
Lo stesso Matteo
Renzi, in queste ore, pur essendo premier in pectore, si muove tra Firenze e
Roma, come uno qualsiasi di noi, a piedi, senza auto blu, e senza la scorta che
il Ministero degli Interni vorrebbe assegnargli a tutti i costi.
Per contro, in
questo nostro assurdo Paese accade che un ex premier, Berlusconi, ormai non
più in carica da oltre due anni, continua a scorrazzare in auto blu e con un
nutrito codazzo di agenti di scorta, naturalmente a spese dei contribuenti
italiani.
Il paradosso è che
Berlusconi, non solo non è più nemmeno senatore, ma è ormai da sette mesi un
pregiudicato interdetto dai pubblici uffici, che la magistratura di
sorveglianza, senza ragione, non ha ancora segregato perlomeno in stato di
detenzione domiciliare.
Ora, è pur vero che Totò Riina, così come altri
pregiudicati, per i loro spostamenti, fruiscono di auto dello Stato e di
scorte, ma le auto sono i cellulari e le scorte sono costituite da agenti
penitenziari.
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