Perplessità sulle competenze
economiche e finanziarie dell’esimio cattedratico, Renato Brunetta, già si
erano fatta strada ascoltando alcune sue balzane teorie sul come uscire dalla
attuale crisi congiunturale.
L’attendibilità di questo eminente
cattedratico, proclamato “puffo economicus” del PdL, lascia molto a desiderare,
anche perché è sua abitudine sparare dichiarazioni ad effetto, prontamente
smentite dai fatti.
Ad esempio, in campagna
elettorale buttò là che la restituzione dell’IMU 2012 sarebbe stata realizzata,
in poche settimane, con il denaro ricavato dalla tassazione dei capitali
italiani esportati in Svizzera, ma subito fu smentito dalle autorità elvetiche
che negarono, perfino, che tra Svizzera ed Italia ci fosse un accordo in
materia.
È noto, però, che in
campagna elettorale i politici fanno a gara per promettere la luna nel pozzo,
ed il “puffo economicus” con il suo padrone Berlusconi si esaltano nel fare i
cacciaballe, convinti come sono che gli italiani siano tutti grulli e dimentichino
ogni cosa.
Sull’attendibilità, però, dell’illustre
cattedratico da ieri incombe anche il dubbio che non sappia neppure far di
conto.
Difatti, in un’intervista
rilasciata al quotidiano Avvenire,
Brunetta ha dichiarato: “Tra il PD ed il
PdL c’è stato uno scarto di voti pari allo 0,3%. Invece il PD ha quasi il
doppio di ministri rispetto a noi. Serve un riequilibrio.”
Auguriamoci che, ad indurre
il “puffo economicus” a dire questa stupidaggine, sia stato il suo maldestro uso
di un antico abaco a manovella di fine ‘700.
Considerando una
corbelleria quell’asserzione, e poiché a scuola mi hanno insegnato che la
matematica non è una opinione, sono corso al pallottoliere ed ho avuta conferma
che tra 8.644.523 (voti del PD) e
7.332.972 (voti del PdL) c’è una
differenza di 1.311.551, con uno scarto,
cioè, del 15,2% e non dello 0,3% di cui farnetica il cattedratico Brunetta.
Perciò, poiché della
compagine governativa fanno parte PD, PdL e Scelta Civica (con i suoi 3.591.607
voti) il supposto “riequilibrio”, preteso
dall’esimio professor Brunetta, sarebbe un’altra balla.
Qualora poi, dopo essersi
fatto passare per economista di chiara fama, il “puffo economicus” voglia candidarsi
anche come distributore automatico di ministeri, allora, indossi i panni del meticoloso
computista ed attribuisca il 45% dei dicasteri al PD, il 37% al PdL ed il 18% a
Scelta Civica.
Potrebbe darsi, però, che nella
spartizione un ministro-donna valga come 1,5 ministro-uomo, e che Alfano, invece,
conti solo mezzo ministro per le fandonie che ha propinato sul “pasticciaccio
kazako”.
Sarebbero cavolacci di
Brunetta, comunque, dispensare ministri e sottosegretari con il bilancino.
A questo punto, però,
smetto di scherzare e m’incazzo.
Porcaccia
miseria! Mentre il Paese è alla deriva e gli italiani sono in ginocchio, è mai possibile
che questi politici cialtroni si preoccupino sempre e solo di spartirsi le poltrone ?
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