Che gli italiani soffrano, in molti, di mancanza di memoria e d’incapacità critica, è un dato di fatto che aiuta a comprendere il prolungato successo elettorale di certi venditori di bufale.
Quando, per di più, ad essere portatori di tali insufficienze sono coloro che, per professione, dovrebbero custodire la memoria storica degli accadimenti e commentarli con un senso critico sereno, allora la verità viene sottoposta a stravolgimenti inimmaginabili.
Perciò, se a manifestare queste carenze sono i professionisti dell’informazione, mi viene il dubbio che non si tratti di insufficienze congenite, ma più grettamente di opportunismo e piaggeria.
Come non pensare male, infatti, quando, da Vespa a Floris, da Mentana a Telese, per servilismo consentono ai loro interlocutori di fare affermazioni spudoratamente false, senza sentire l’immediato dovere professionale di rettificarle?
Una accondiscendenza censurabile, resa ancora più grave dal fatto che, troppi spettatori creduloni, continuano ad accreditare per oro colato tutto quello che “lo ha detto la televisione!!!”.
È il caso, ad esempio, in cui si tollera che esponenti del PdL ripetano la fandonia che, alle elezioni politiche, 10 milioni di italiani abbiano votato per Silvio Berlusconi, mentre invece, Vespa, Floris, Mentana e Telese, dovrebbero sapere che i voti per il PdL e, quindi, per Berlusconi sono stati 7.332.667, alla Camera, e 6.829.135 al Senato!
Così, ieri mattina al bar ho colta al volo questa affermazione di un avventore diversamente giovane: “ma come fanno a pensare di tagliare fuori dalla politica uno che ha presi oltre 10 milioni di voti?”.
Per quell’individuo, diversamente giovane, la fandonia è diventata la sua verità “detta in televisione”, da cui trarre le deduzioni.
Sempre ieri i mezzi d’informazione hanno dato grande risalto, con la abituale piaggeria, al trionfante tweet “ce l’abbiamo fatta!”, con cui Enrico Letta ha commentate le parole di Manuel Barroso che ha promessa maggiore flessibilità di bilancio per i cosiddetti Paesi virtuosi che sono usciti dalla procedura d’infrazione per debito eccessivo.
Possibile che nessuno di questi sedicenti operatori della informazione abbia avuto il coraggio di domandare a Letta chi ce l'avrebbe fatta?
Forse crede di essere stato lui, con il suo governo patchwork che, in oltre due mesi, non è riuscito a cavare un ragno dal buco?
E chi avrebbe permesso all’Italia di entrare a far parte dei paesi virtuosi?
Forse, ancora e sempre Letta?
Suvvia! Se i giornalisti volessero recuperare un po’ di dignità, sicuramente non mancherebbero loro gli argomenti per ridimensionare la raggiante millanteria di Enrico Letta.
Basterebbe ricordargli, ad esempio, che lui si è trovata servita, su un piatto d’argento, la chiusura della procedura di infrazione e la conseguente ammissione dell’Italia tra i paesi virtuosi.
Sarebbe utile ricordargli che, a servirgliela sul piatto d’argento, sono stati quei milioni di italiani che si sono sottoposti ai duri sacrifici richiesti loro dal bistrattato Governo Monti.
Questo sarebbe il modo per gli operatori dell’informazione di confermarsi custodi della memoria storica degli accadimenti e commentatori degli eventi con un senso critico sereno.
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