È bastato che la Cassazione fissasse al 30 luglio la
prima udienza del processo Mediaset perché, subito, la confraternita pidiellina
tuonasse contro il nuovo complotto ordito dalla solita magistratura politicizzata.
Questa volta, ad andarci di mezzo, però, è anche il
Corsera che ieri mattina, approfondendo gli aspetti tecnici del processo, secondo
i pidiellini avrebbe suggerito alla Cassazione di accelerare la fissazione dell’udienza.
Tra i più scalmanati, come sempre si è distinta la
barricadiera Santanchè che, starnazzando, ha incitato il popolo del PdL all’insurrezione.
È ridicolo che, a scatenare l’ira del PdL sia un processo
in ballo da oltre 8 anni, iniziato cioè il 22 aprile 2005 con il rinvio a
giudizio di Berlusconi.
Così come è da ipocriti far finta di non ricordare come
Berlusconi si diede da fare per bloccare le conseguenze di quel rinvio a
giudizio.
Possibile che i pidiellini non ricordino più che il 5
dicembre 2005, in fretta e furia Berlusconi fece votare la Legge ex Cirielli?
Ed è possibile che abbiano dimenticato anche che, proprio
grazie alla Legge ex Cirielli, durante il processo di primo grado la Corte abbia
dovuto considerare estinti i reati commessi, negli anni precedenti, di “appropriazioni
indebite”, “falso in bilancio” ed
in parte la “frode fiscale”?
Possibile, inoltre, che non ricordino che la Legge ex
Cirielli costrinse il Tribunale di Milano a dichiarare estinti, nel 2012, anche
i reati relativi all’anno 2001?
Insomma, per effetto della Legge ex Cirielli il processo
Mediaset ha persi pezzi strada facendo.
Infatti, la Cassazione è chiamata, oggi, a dibattere la
sentenza di secondo grado del processo Mediaset, circoscritta ai soli reati,
non ancora prescritti, relativi al 2002 (evasione
di 4,9 milioni) ed al 2003 (evasione
di 2,4 milioni).
Sennonché, nel prossimo autunno, per la Legge ex Cirielli,
andrebbero in prescrizione anche i reati del 2002, per cui la Cassazione, se non
vuole dibattere del nulla, è costretta a lottare contro il tempo.
La speranza di Berlusconi e dei suoi zerbini, però, era
proprio che con la prescrizione fosse cancellata anche la sentenza di appello.
Vuoi vedere che questa volta hanno fatto un buco nell’acqua?
Per questo, dopo più di 8 anni che i belusconiani accusino
la Corte di Cassazione di “una fretta
sospetta” è quantomeno grottesco!
@ @ @
Sono costretto a restare ancora in casa PdL dopo aver
ascoltate le parole di Fabrizio Cicchitto a commento della visita di Papa
Francesco a Lampedusa.
È evidente che a Cicchitto sia andata di traverso la
frase del Papa “no alla globalizzazione
della indifferenza”.
Parole indirizzate alla classe politica, non solo
italiana, perché affronti con umanità e solidarietà il problema della
immigrazione.
Ebbene, come ha reagito Cicchitto a questo richiamo?
Con una affermazione sprezzante ed insolente: “Un conto è la predicazione religiosa, un
altro conto però la gestione da parte dello Stato di un fenomeno così difficile
e complesso”.
Perbacco che parole inquietanti!
Da oggi, infatti, i cittadini italiani sanno che la politica,
nella concezione di Cicchitto, rifiuta di trattare con umanità e solidarietà i
problemi della gente.
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A rendere più complicata la giornata di ieri è arrivata,
in serata, la bastonata di Standard &
Poor’s che ha tagliato il rating dell’Italia a BBB con outlook negativo.
È la conferma che il nostro Paese, per i mercati finanziari, non
resta solo un sorvegliato speciale, ma che gli scenari in prospettiva non sembrano
essere rasserenanti.
Come
reagiranno i mercati a questo nuovo schiaffo, ma soprattutto Enrico Letta riuscirà a frenare le pretese scialacquatrici dei suoi compagni di governo?
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