mercoledì 26 settembre 2012

Il camper della discordia


Mentre la bufera, che ha travolti gli "occupanti" il consiglio regionale di via della Pisana, con il passare delle ore rafforza la certezza che tutti i partiti, senza alcuna distinzione, abbiano le mani imbrattate di marmellata, a Roma è arrivato il camper di Matteo Renzi per una nuova tappa del suo tour.
Anche nella città capitolina, ad ascoltare questo “giovinetto”, c'era un pubblico eterogeneo.
Migliaia di persone, di ogni età e condizione sociale, con credi politici molto diversi, riempiono piazze e teatri per ascoltare le dissertazioni che Matteo Renzi sciorina con vivacità e arguzia, assecondato in ciò dalla sua inconfondibile parlata toscana.
I sondaggisti, anche palesemente di fede opposta (perché mai i sondaggisti non dovrebbero avere le proprie idee ?), sono tutti d’accordo nell’affermare che il gap tra i tifosi di Pierluigi Bersani e quelli di Matteo Renzi si sta assottigliando giorno dopo giorno.
La prima, anche se banale spiegazione di questo risultato sta nella pressante richiesta di cambiamento che, ormai da anni, lievita nell’opinione pubblica.
Gli Italiani (quelli con “I” maiuscola) premono per un cambiamento della politica e dei politicanti.
Gli Italiani (ancora quelli con la “I” maiuscola) avvertono il bisogno impellente di non dover più accendere la TV, o sfogliare un quotidiano, per imbattersi in un nuovo scandalo, in un nuovo indecente uso del denaro pubblico, in un nuovo caso di corruzione.
Ad accorgersi di questa insofferenza dilagante sembra essere stato solo Beppe Grillo che, traendo ispirazione dal marciume politico, ha portato nelle piazze i suoi spettacoli, molte volte sguaiati, senza proporre, però, un modello alternativo o soluzioni concrete.
Il sodalizio della “casta e dintornive”, invece, ha creduto di cavarsela etichettando l’insofferenza degli Italiani come “antipolitica”, e dimostrandosi incapace di capire che a produrre la “antipolitica” sono i politici con le loro inettitudini, le loro scempiaggini, le loro immoralità.
Un sodalizio, quello della “casta e dintorni”, così ottuso ed abbarbicato agli scranni parlamentari con annessi privilegi, da contrastare con virulenza ogni cenno di cambiamento.
Lampante dimostrazione di questa ferrea opposizione al cambiamento è il dissenso che ha suscitato Matteo Renzi nel momento in cui si è proposto come “rottamatore”.
Ad osteggiare Matteo Renzi e le sue idee, però, non sono né il PdL né l’UDC, e neppure la Lega o l’IdV.
No ! E’ il suo stesso partito, il PD, ed in particolare alcuni dei suoi più decrepiti rappresentanti !
A cominciare dal presidente del PD, l’ex-democristiana bacchettona Rosy Bindi, che da 23 anni gode del suo posto fisso in Parlamento.
Non passa giorno, infatti, che la signorina Rosy Bindi non lanci i suoi strali astiosi contro il “giovinetto”, consapevole che se Renzi vincesse mai le primarie, attuando la regola del “non più di 2 mandati parlamentari”, lei si troverebbe “disoccupata” dopo 23 anni di improduttivo servizio parlamentare.
A tener mano a Rosy Bindi nell’osteggiare Renzi eccelle un altro rudere del PD, Massimo D’Alema.
Cresciuto nella nomenclatura dell’ex PCI il signor D’Alema occupa il suo posto fisso di parlamentare da 25 anni ed è conscio di essere tra i primi nella lista dei “rottamandi”, vuoi per la oltremodo lunga occupazione di una poltrona a spese dei contribuenti, vuoi perché ha sulla coscienza alcuni peccati imperdonabili.
Meno diretto ma più subdolo nell’avversare Renzi, è Pierluigi Bersani, anche lui ex-comunista.
Dopo aver tirato fuori dal cassetto il sogno impossibile (e ragionevolmente improponibile) di sostituire Mario Monti a Palazzo Chigi, Bersani è angosciato dalla paura fottuta che il “giovinetto”, vincendo le primarie, possa sbriciolare questo suo sogno.
Allora che ti fa l’infido Bersani ? Si affanna per cambiare le regole e far in modo che alle primarie possa votare solo una “lista chiusa” di militanti a lui fedeli.
Già, perché il signor Bersani è lo stesso che, in Parlamento, si oppone a ridare agli elettori il diritto al “voto di preferenza”.
Come dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

2 commenti:

umberto marielli ha detto...

Ciao Alex,
Sono dei personaggi,anzi 'ruderi' come dici tu, sempre più isolati dall'opinione pubblica, sempre più incapaci di cogliere l'onda di disgusto che sale dal Paese. Aggrappati al loro potere, a costo di dover ritoccare il celebre detto del centurione romano dopo la vittoria su Veio: magari non più 'optime',ma 'hic manebimus' comunque!
Buona serata!
Umberto

Alex di Monterosso ha detto...

Ciao Umberto,
la notizia di questa sera è che i "governatori" (mi viene da ridere a chiamarli così !) regionali hanno deciso di ridurre i consigli regionali di 300 unità ! Cosa aspettavano il "festino dei maiali" per rendersi conto che si potevano buttare fuori 300 consiglieri inutili ? E quanto sono costati ai contribuenti, in tutti questi anni, 300 inutili consiglieri ? Di fronte a queste sconcezze sognerei una nuova resistenza, ma questa volta non in montagna ma per le strade di Roma !
Buona serata, Antonio !
Alex