domenica 2 settembre 2012

I misteri di "Tonino l'americano"


Sono convinto che, se Renato Carosone fosse ancora in vita, si ispirerebbe ad un personaggio come "Tonino l'americano"  per deliziarci con una delle sue spassose canzonette.
Purtroppo, però, Carosone non c'è più, e "Tonino l'americano" è solo un altro dei misteri che intorbidiscono i fiumi di notizie che inondano la nostra vita quotidiana.
Mentre è ancora al calor bianco la querelle sulle telefonate tra il Capo dello Stato e Nicola Mancino, ecco spuntare l'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa dall'ex ambasciatore americano in Italia Reginald Bartholomew.
Come è oramai noto, nell'intervista l'ex ambasciatore parla dei rapporti, quanto meno insoliti, che un allora sconosciuto PM della procura milanese, Antonio Di Pietro, intratteneva con il Console americano a Milano.
Ad avvalorare i contenuti di questa intervista ecco giungere le dichiarazioni di Peter Semler, Console generale degli Stati Uniti a Milano, agli inizi degli anni novanta, che conferma di essere stato messo al corrente proprio da Di Pietro, con molto anticipo, degli sviluppi che avrebbero poi presi i diversi filoni di "mani pulite".
Parole, quelle di Bartholomew e Semler, che, vista la loro conoscenza diretta dei fatti e la loro autorevolezza, legittimano molti interrogativi.
Le domande sarebbero molte e cercherò di dare loro un ordine logico, sempre che ciò mi sia possibile.
1.     Come mai Di Pietro, a quei tempi uno sconosciuto PM milanese, intratteneva rapporti confidenziali con il Console americano a Milano ?
2.     Per quale ragione, nell'ottobre 1992, un ente governativo americano, la USIA (United States Information Agency), organizzò il viaggio di due settimane del PM Di Pietro negli Stati Uniti, viaggio non turistico sul quale fu mantenuto il massimo riserbo ?
3.     Di Pietro, per caso, era stato, od era un collaboratore dei servizi di "intelligence" americani ?
4.     Il Capo del Pool di "mani pulite", Saverio Borrelli era informato da Di Pietro dei contatti confidenziali che lui aveva con Semler ?
5.     Come mai, dopo 40 anni nei quali la politica, sotto gli occhi di tutti, aveva sguazzato tra corruzione e finanziamenti illeciti, solo agli inizi degli anni '90 una Procura, e proprio quella di Milano, si è all'improvviso svegliata ?
6.     Forse l'operazione "mani pulite" era stata "suggerita", in qualche modo, da ispiratori "a stelle e strisce" e per questo Di Pietro ne doveva rendere conto al Console americano ?
7.     Di Pietro era conscio della gravità di ciò che stava facendo, rivelando al Console americano atti e notizie che, in quanto magistrato, aveva il dovere di non svelare perché coperti dal "segreto d'ufficio" ?
E' chiaro che le risposte a queste domande le potrebbero dare solo i diretti interessati, il che significa rassegnarsi al fatto che resteranno disattese !
Quello, però, che mi intriga è come mai solo ora, dopo venti anni, gli americani abbiano deciso di tirar fuori dall'armadio questi scheletri.
Non credo assolutamente che la scelta sia casuale.
Ritengo, piuttosto, che, fatte oggi, le rivelazioni di Bartholomew e Semler facciano parte di un disegno, quello di scaricare e mettere nei guai Di Pietro e l'IdV alla vigilia delle prossime elezioni politiche.
Probabilmente, per qualche stratega "a stelle e strisce", Di Pietro e IdV potrebbero rappresentare, nelle urne, l'alternativa o l'antagonista di un movimento sul quale i servizi di "intelligence" americani, e la finanza internazionale, avrebbero deciso di puntare, oggi, per potersi intromettere nella politica italiana.
Solo fantasticherie ? Può anche darsi, certo è che le componenti inspiegabili di questa vicenda sono molte. 

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