In prima pagina, sul New
York Times di ieri, un articolo dal titolo “Corruption seen as steady drain on Italy’s south”, vale a dire la
corruzione come un drenaggio continuo nel sud Italia.
Nel sottotitolo, a rincarare la dose si afferma che l’autostrada
Salerno Reggio Calabria è il “simbolo del
fallimento dell’Italia”.
L’articolo, a firma di Rachel
Donadio, corrispondente da Roma, prende spunto dallo “stato di salute” di questa famosissima autostrada, i cui lavori,
iniziati nel lontano 1960, non sono ancora ultimati, per focalizzare l’attenzione
su tre aspetti che, secondo l’articolista, sono particolarmente significativi.
1.
La dilapidazione
del denaro pubblico, a causa di una diffusa corruttela incuneata in ogni dove.
2.
La collusione
della politica con la criminalità organizzata, che trova la sua più evidente
espressione nel “voto di scambio”.
3.
Lo spreco dei
fondi europei, oltre 47 miliardi di euro in 10 anni, che è causa di
preoccupazione e di crescente diffidenza che, i Paesi del Nord Europa, provano verso
il nostro Paese e la nostra classe politica.
Ora, che l’autostrada Salerno Reggio Calabria sia, ad oggi,
ancora un’opera incompiuta dopo oltre 50 anni di lavori e miliardi e miliardi
di investimenti, è un dato di fatto incontestabile.
Che tutta la classe politica, da destra a sinistra, si sia
sputtanata, di legislatura in legislatura, promettendo il completamento dell’opera
è innegabile.
Che, soprattutto nelle regioni del Sud, sia diffusa la
logica del “voto di scambio” che, da
sempre, vede protagonisti molti esponenti politici e la criminalità
organizzata, lo dimostrano le inchieste della magistratura ed i processi.
Per questo, leggendo l’articolo del NYT, non ho potuto
fare a meno di sorridere ripensando ad alcune dichiarazioni, di questi ultimi
giorni, rese a stampa e TV dai nostri politici.
Da Bersani ad Alfano, da D’Alema a Cicchitto, tutti si
sono spesi nel sostenere che il Governo Monti deve essere considerato solo una
parentesi accidentale perché “il potere
deve ritornare alla politica”.
Già, ma a quale politica ?
La stessa politica che annovera nel suo curriculum il
fallimento della Salerno Reggio Calabria e delle mille altre opere incompiute
od in disuso sparse sul territorio nazionale ?
Per nostra fortuna, Rachel
Donadio ha ignorati, nel suo articolo, gli ospedali costruiti a metà, o completati
ma mai entrati in funzione, oppure le attrezzature ospedaliere finite nei sotterranei,
od anche i cavalcavia costruiti senza raccordarli con le strade di accesso, e
via discorrendo.
Sono queste le credenziali di quella classe politica, obsoleta ed
incapace, che anela a ritornare al governo dell’Italia ?
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